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SpEdita in Francia - Vigilia e prologo - La Pucinskaite ci racconta il Tour de L'Aude

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24esima edizione... il Tour de L'Aude resiste e osserva come nascono e muoiono varie corse e corsette femminili e tiene duro. Non cambia il proprio nome, volto, caratteristiche, non passa dalle stalle alle stelle per poi tornare alle stalle, non fa come molti team e organizzatori. Questa corsa ha debuttato negli anni Ottanta, nella regione del sud della Francia (l'Aude per l'appunto) con un'idea: quella di accogliere, per una decina di giorni, le più forti porta-bandiere (fino al 1996 alle corse internazionali erano presenti soltanto le nazionali) del ciclismo femminile. Ed oggi, con pochi ritocchi e modifiche, è rimasta fedele alle proprie idee. E così, mentre il volume del gruppo nelle altre manifestazioni tende ad aumentare, la più anziana corsa a tappe femminile del mondo non ospita più di venti formazioni al via, tra le quali (ancora) diversi team nazionali. L'attuale comitato organizzativo si è formato mentre moltissime protagoniste d'oggigiorno si rigiravano ancora nella culla in varie parti del pianeta e gran parte di loro continua ancora a tirare avanti la caretta. Il Tour de l'Aude ha assistito ai duelli tra Jeannie Longo, Maria Canins, a quelli tra la Leontien Van Moorsel e Katie Marsal per arrivare alle Amber Neben, Judith Arndt e Susanne Ljungskog, dominatrici delle recenti edizioni.

Amato o odiato, quindi, il Tour de l'Aude va avanti per la sua strada. Ogni anno torno qua e trovo partenze e arrivi ospitati nelle stesse piccole cittadine, strade strette e tortuose, castelli, vento e salite spesso distribuite in una maniera strana, lontane dall'arrivo. E così, mentre parlicchio, mi ritrovo a dividere il gruppo delle partecipanti in 3 categorie.
Il primo, che si esalta in questa corsa grazie al vento, alla pioggia, alle salite seguite da discese che spesso fanno più selezione delle salite stesse, tutto condito da un asfalto ruvido che sembra incollarti la bici al suolo. Tutti ingredienti che permettono di stabilire gerarchie. Le varie Ljungskog, Neben, Worrack e Arndt appartengono a questa categoria e si preparano sempre per puntare alla classifica con meticolosità.
Il secondo gruppo è quello che sbuffa, che manda ogni giorno accidenti alla Francia e alla sua pasta scotta, ai vari camping o scuole dove siamo alloggiate, al vento laterale che non ti permette di controllare la bici, alle troppe piogge che spezzano in due l'entusiasmo, alle stradine pericolose, a volte perfino con la presenza dell'erba, con il fondo stradale che ondeggia e che moltiplica l'acido lattico. Ma se non ci sono altre corse, che vuoi fare, la turista? E poi tutta questa fatica, una volta digerita, porta dei vantaggi. Quindi testa bassa e pedalare, visto che non l'ha ordinato mica il dottore di andare in bicicletta.
Il terzo: è quello delle giovani scolare. Sì, perché qui c'era veramente l'università del ciclismo e chi vuol capire se è nata per questo mestiere prima o poi deve venirci, meglio prima che poi.
Quest'anno poi si è formato un quarto gruppo, quello che nutre speranze preolimpiche: L'Aude per qualcuna è l'ultima spiaggia dove convincere i tecnici nazionali (diversi al via della corsa).
Secondo voi a quale di queste categorie appartengo? Provate a indovinare. Ok, vi darò una mano: alla seconda, anche perché, purtroppo, sic, non mi accettano più nella terza!  


Tour de l'Aude 2008: i numeri 

Data: 16-25/05

883 Km suddivisi in: 1 prologo, 1 cronosquadre, 8 tappe in linea.

Il percorso: una sola tappa non presenta alcun Gpm, le restanti sette propongono 16 Gpm, tra i quali tre HC (Hors catégorie), sei 1a cat., sei 2a cat., uno 3a cat.

Team al via: 19 formazioni, tra cui 8 squadre nazionali.

Gruppi sportivi italiani: 3, Menikini-Selle Italia, Gauss RDZ Ormu, Fenixs.

Favorite più quotate: Susanne Ljungskog, Amber Neben, Judith Arndt, Trixi Worrack, Nicole Cooke, Noemi Cantele, Mirjam Melchers.

Atlete di grido non presenti: Marianne Vos, Kristin Armstrong, Nicole Brändli, Fabiana Luperini.


Venerdi 16 maggio - Cronoprologo individuale

Gruissan-Gruissan - 3900 m

La partenza è sempre agitata: già nella mattinata i meccanici sudano le proverbiali sette camicie, chi vuole alzare le protesi, chi abbassare, qualcuna ha sempre da battezzare (coma la sottoscritta) la nuova bici da crono. Il cielo non promette nulla di buono, ma il forte vento che soffia dal mare lascia sperare. Nella carovana si respira entusiasmo ed energia...finché dura! La corsa, come ogni anno, si prevede lunga e faticosa, si sa, ma nessuno si risparmia, ci mancherebbe... D'altronde lo sforzo oggi durerà circa cinque minuti, per qualcuna poco meno o poco più. Non piove, anche se le ultime qualche goccia se la beccano (chiaramente ero la penultima a partire...non iniziamo per nulla bene!). Vince l'australiana Katie Mactier: per qualcuno potrebbe sembrare sconosciuta, ma si tratta della campionessa mondiale di inseguimento del 2005...

Edita Pucinskaite

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