Scandolara: «Volo sopra tutto e tutti» - Il punto sulle Juniores - agosto 2007
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Punto mensile sui generis per le Juniores. Sì, perché per un mese non ci occuperemo di risultati, di corse e di piazzamenti. Ci scuseranno le ragazze che in questo mese hanno vinto, certamente in maniera meritevole, se per una volta punteremo i riflettori su una gara in particolare. Una di quelle gare che non tutte hanno il piacere di correre. Si corre con la maglia della propria Nazionale e di solito si assegna un titolo importante. I Campionati Europei di Sofia, ideale volata all’edizione 2008, assegnata alla Ac Arona, che ha scelto Verbania, Stresa e la zona dei laghi come ideale scenario.
L’Europa è azzurra a Sofia. Valentina Scandolara, di Tregnago, con una volata delle sue, ha centrato l’obbiettivo e si è vestita della maglia blu con le stelle d’oro. È lei la Campionessa d’Europa Juniores. Ha battuto sul traguardo la russa Daria Gorbatovskaja ed un'altra azzurra, quella Gloria Presti che si diverte a "dare del tu" al tic-tac.
Un successo importante, che conferma la bontà di una atleta che da sempre ha il piglio della vincente. Qualche titolo tricolore (due anni da allieva e due volte tricolore su strada) in giovane età, sia su strada sia su pista, ed anche nel ciclocross) bastano a far capire che forse siamo danti ad una predestinata. Il tempo deciderà.
Messico e nuvole. Mentre realizziamo questa intervista la "Scando", con il resto della Nazionale, è nel paese di Montezuma a preparare i Mondiali. Lei, che ha dovuto scegliere il ciclismo dopo aver gareggiato (e vinto) in altri sport: «Eh sì - esordisce - ero quasi decisa nel praticare l'atletica leggera, cimentandomi nella corsa a piedi. Poi alcuni screzi col tecnico, a cui non andava bene quello che facevo nonostante vincessi spesso, ed ho deciso di fare ciclismo».
Valentina (che è anche una ottima calciatrice, tanto da vincere anche un campionato nazionale di calcio a cinque con la squadra del suo liceo e partecipare alla "Fuoriclasse Cup" coi colori azzurri) ha sempre scelto la sua strada senza pressioni alcune: «È tutta farina del mio sacco. Ho deciso tutto di testa mia e, nonostante mio papà Silvio corra a piedi, ho preferito il ciclismo».
Una vittoria importante al primo anno in categoria ed una maglia da indossare per una stagione intera. Trionfare a Sofia può aver portato qualche responsabilità di troppo: «No, anzi - dice - vincere l’Europeo mi ha dato una maggior tranquillità. Aver centrato il risultato importante mi tranquillizza perché così so che non ho più nulla da dimostrare per quest'anno, e tutto quello che viene sarà in più. Per riuscire a centrare risultati ci vuole tranquillità».
Una bella vittoria davvero, da dividere con le compagne di squadra (la Nazionale di Salvoldi era composta, oltre che dalla stessa Scandolara, anche da Giada Borgato, Valentina Carretta, Alessia Massaccesi, Eleonora Patuzzo, Elisabetta Piotto, Gloria Presti e la tricolore Marta Tagliaferro): «Le mie compagne sono state grandiose. Il circuito era tortuoso nel finale e non è stato facile, ma hanno davvero lavorato bene. Le ringrazio tanto, ancora».
Nel finale è stato un monologo azzurro, ce lo spiega anche Valentina Carretta, varesina presente a Sofia: «Nell’ultimo giro di gara noi azzurre abbiamo tenuto alta l’andatura - spiega - tirando per tutti i 15 km del tracciato. Valentina era la designata allo sprint e siamo davvero riuscite a fare un buon lavoro».
Poi lo sprint, che la veronese ha vinto di giustezza: «Mi sono accorta già agli 80 metri che non mi avrebbero passato e già li ho urlato ed alzato le braccia, poi mi sono accorta che stavo facendo una stronzata e ho ripreso a pedalare, ma ai 30 metri ho nuovamente alzato le mani per festeggiare. Una sensazione meravigliosa, sembra di volare sopra tutto e tutti».
Un successo alla Bugno (ricordate Stoccarda '91?), ma adesso si pensa al futuro, magari puntando al classico "sogno nel cassetto": «Beh, cercare di vivere di ciclismo, anche se con il ciclismo femminile non è facile. Voglio continuare a correre con le mie forze, solo con le mie forze, e quando mi accorgerò che le mie forze non basteranno più allora sarà l’addio alla bici».
Sveglia, simpatica, polisportiva e soprattutto tremendamente vincente: la "Scando", che ci ha fatto cantare: "Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Europa siamo noi”.
Gianluca Trentini




