CdM Roubaix 2010: Stybar mette la freccia - Vittoria e primato in Coppa
Entrare da soli nel velodromo di Roubaix è sempre una grande emozione per un corridore, anche se non si tratta della classica delle pietre, ma "soltanto" della prova francese di Coppa del Mondo. La vigilia è in realtà occupata dalle notizie sulle condizioni fisiche di Niels Albert, fatto involontariamente cadere da un suo tifoso ubriaco domenica scorsa al campionato nazionale belga. Per l'iridato una costola fratturata che si fa dolorosamente sentire soprattutto sulla scalinata e nei tratti da percorrere a piedi. Il consiglio dei medici era di non gareggiare oggi a Roubaix, ma con la leadership di Coppa da difendere (e Stybar staccato di appena venti punti) il giovane fiammingo ha preferito prendere parte ugualmente alla corsa.
Il tracciato è parecchio appesantito dal fango, pure se diversi tratti in asfalto permettono agli atleti qualche momento di recupero. In cielo le nuvole sono nere ma attraverso uno squarcio il sole illumina il percorso, formando così un paesaggio che resta comunque tipicamente invernale.
Durante il primo dei nove giri in programma è Stybar a fare l'andatura, portando con sé Nys, mentre Albert insegue a pochi metri insieme a Vantornout e De Knegt. I cinque si riuniscono però durante il primo passaggio nel velodromo. Alle loro spalle cerca di tenere il ritmo Chainel, su cui converge il tifo dei padroni di casa, vista l'impalpabilità odierna del campione nazionale Mourey (alla fine solo ventunesimo).
Insieme al francese prova a rientrare Vervecken, mentre poco staccato viaggia un nutrito gruppetto con tutti gli altri corridori di buon livello, compreso il nostro Franzoi (mentre il neocampione italiano Fontana nemmeno terminerà la gara). Nel corso della seconda tornata è De Knegt che, confermando il suo ottimo stato di forma, si impegna in un forcing cui sulle prime risponde il solo Albert, che per ora appare procedere senza particolari problemi fisici. Ma fare una selezione netta è difficile, e sui leader rientra Vervecken. Il vecchio campione è alle ultime apparizioni della sua lunga carriera, e finalmente sembra riuscito a raggiungere la forma migliore. Del resto a trentasette anni è difficile resistere al top per sei mesi e Vervecken - che per i Mondiali si è sempre fatto trovare pronto, tanto da vincerne tre - inizia probabilmente a fiutare l'aria iridata di Tabor.
Ma anche Wellens e Chainel riescono ad agganciare i migliori. Davanti non abbiamo comunque un gruppetto, almeno non nel senso stretto del termine. I corridori viaggiano infatti in una fila allungatissima, staccati pochi metri gli uni dagli altri, in una situazione che si rimescola continuamente a seconda della forza impressa per superare un tratto in fango o del rischio assunto in un paio di passaggi insidiosi (da segnalare ad esempio una breve ma ripidissima discesa seguita da una curva a gomito, lungo la quale De Knegt e Vantornout si lanciano a tutta, mentre persino un maestro della tecnica come Nys preferisce affrontarla a piedi).
Intorno a metà gara è Albert a imporre un forcing violento ai primi. Costola rotta o meno, le gambe ci sono e gli altri sono costretti a soffrire per tenergli la ruota. Vantornout appare particolarmente pimpante, confermando anche lui l'ottimo stato di forma già messo in mostra domenica scorsa a Oostmalle. Intanto dietro, dall'altrettanto nutrito gruppetto inseguitore, esce Aernouts, che al passaggio del quinto giro transita con 20" dai migliori e forse nutre qualche speranza di potersi fare ancora più sotto.
Ma la tornata successiva finirà per risultare decisiva, grazie al ritmo potente imposto da Stybar. Il primo a cedere è Chainel, mentre De Knegt paga un problema tecnico perdendo quella manciata di secondi che in pratica lo tagliano fuori dalla lotta per il podio. Nel fango le bici affondano pesanti, ma proprio nel tratto più duro è Wellens a lanciarsi in testa con una gran dimostrazione di forza. Dopo aver perso gran parte della stagione per un virus, pure il due volte campione del mondo sembra avvicinarsi al meglio all'appuntamento iridato di fine gennaio.
Siamo comunque al terzultimo giro quando Wellens e Stybar allungano. Sono dieci i secondi di vantaggio su Nys, Albert, Vervecken e Vantornout, ma il campione ceco sembra davvero in palla e rilancia l'azione del compagno di fuga, tanto che quasi subito Wellens è costretto a cedere. Dietro intanto scivola Albert, danneggiando anche la bici e di conseguenza perdendo parecchio tempo - e posizioni - per raggiungere i box e cambiarla.
Al penultimo giro "Styby", come lo chiamano in Belgio (dove vive), passa da solo sotto il traguardo con una dozzina di secondi su un Wellens appesantito, e circa il doppio su Nys, Vantornout e Vervecken. Albert intanto è stato superato da De Knegt e Chainel, e raggiunto da Aernouts.
Il campione ceco vola letteralmente sul circuito, così diventa più interessante seguire la lotta per le piazze d'onore, con Wellens affaticato che viene poco a poco raggiunto e staccato dai suoi tre inseguitori. All'ultimo giro è Vantornout che allunga con decisione, e nessuno riesce a rispondergli. All'arrivo solo 8" lo separano da Stybar, che affronta con prudenza l'ultima tornata. Un Nys non particolarmente brillante va comunque a prendersi il gradino più basso del podio, a 16", anticipando Vervecken (a 25") e uno sfinito Wellens (a 38"). Per quest'ultimo - a dispetto della forma ancora imperfetta - una prestazione finalmente da protagonista. Più staccati arrivano poi i due Rabobank De Knegt e Aernouts, mentre Albert riesce almeno ad anticipare Chainel. Franzoi, pur senza entusiasmare, conquista comunque un dignitoso decimo posto.
In classifica generale di Coppa ennesimo ribaltone fra Albert e Stybar, col ceco che torna in testa e ora guida la challenge con appena 14 punti di vantaggio sull'iridato. L'ultimo appuntamento - domenica prossima ad Hoogerheide - promette di essere avvincente.