Italiani Cross 2010: All'Idroscalo sale Fontana - Marco Aurelio è Campione d'Italia
Il campionato italiano di cross ha assegnato le sue numerose maglie tricolori fra sabato e domenica, nel circuito dell'Idroscalo di Milano disegnato da Vito di Tano, con il tempo che - almeno la domenica - è stato clemente tanto da regalare ad atleti e spettatori una giornata soleggiata. Fredda, ma comunque in netto contrasto con la neve che ha contraddistinto quasi senza soluzione di continuità le analoghe competizioni disputatesi nel resto d'Europa.
La gara Élite viveva già alla vigilia sul promesso confronto fra il campione uscente Enrico Franzoi - alla prima uscita italiana con la nuova maglia della BKCP-Powerplus di Niels Albert - e Marco Aurelio Fontana, che il tricolore lo conquistò due anni fa, approfittando però dell'assenza per infortunio dello stesso Franzoi. Il trevigiano ha sinora raccolto relativamente poco in questa stagione, correndo stabilmente in Belgio senza però riuscire a conquistare nulla più che qualche buon piazzamento. Il passaggio dalla Liquigas alla formazione fiamminga del campione del mondo indica comunque la scelta di dedicarsi maggiormente al ciclocross, visto che l'attività su strada ad alto livello non è nei piani della BKCP almeno per i prossimi due anni. Quanto a Fontana, avendo nei mesi estivi corso in mtb (dove è diventato campione del mondo nella prova a staffetta), la sua stagione è partita per forza di cose con una forma imperfetta, ma tutti lo davano ormai al top per gli appuntamenti più importanti di gennaio, ovvero la prova di Milano e il mondiale di Tabor a fine mese.
Al via era comunque Luca Damiani a provare la sua carta, allungando nella speranza di fare il vuoto. Ma già al secondo giro (dei dieci in programma) si è andato a formare il gruppetto coi tre corridori pronosticati per il podio: Franzoi, Fontana e Marco Bianco. Ma se nello sport la fortuna ha un suo peso, nel ciclocross - dove la scivolata e l'incidente meccanico sono sempre in agguato - questa regola vale alla potenza. E così Franzoi forava proprio nel momento in cui tentava di avvantaggiarsi sui rivali. Per lui la doppia sfortuna di patire l'inconveniente nel punto più distante dai box, e di conseguenza essere costretto a percorrere un lungo tratto a piedi, lasciando per strada tempo prezioso. Quindi al terzo giro ci si ritrovava con Fontana - che nel frattempo aveva attaccato a sua volta staccando Bianco - a guidare la gara con una ventina di secondi di vantaggio sull'ex portacolori della Liquigas.
La corsa diventava via via più entusiasmante, con Franzoi a cercare di recuperare il terreno perduto e Fontana a stringere i denti per resistere in testa. Per il milanese portacolori della Cannondale l'ulteriore spinta di gareggiare praticamente in casa, incoraggiato da una nutrita schiera di tifosi. Il distacco fra i due restava comunque sostanzialmente immutato, oscillando di pochi secondi a favore dell'uno o dell'altro, frutto di qualche curva presa meglio o peggio e di momenti più o meno brillanti per entrambi. Al penultimo giro il destino ha deciso comunque di entrare in gioco una seconda volta, e in questa occasione toccava a Fontana la foratura, che però avveniva nella prima parte del tracciato, quella più vicina ai box, e così il leader della corsa pagava in termini cronometrici non più di dieci secondi.
Franzoi arrivava in ogni caso molto vicino, tanto da poter vedere il rivale, ma anche in questo frangente, coi due atleti impegnati nel massimo sforzo, le distanze rimanevano in buona sostanza immutate. All'ultimo giro appariva ormai chiaro come Fontana stesse andando a conquistare il secondo titolo tricolore, mentre un rabbuiato Franzoi si doveva accontentare della piazza d'onore a 18". Il costante Marco Bianco completava il podio a 1'36", precedendo nettamente Fabio Ursi (a 2'11") e Alessandro Fontana (a 3'29").
Da segnalare purtroppo l'assenza di dirette o differite da parte della RAI nell'intero fine settimana, e per chi si fosse perso l'evento c'è da attendere fino a mercoledì, quando RAI Sport Più trasmetterà una sintesi della manifestazione a partire dalle ore 14.45. Un problema, questo della (quasi totale) mancata copertura televisiva dei campionati nazionali, che va a colpire una disciplina che già gode di pochissimo spazio sul piccolo schermo italiano, e porta a chiedersi se la Federazione si sia mossa per cercare di risolvere la situazione in maniera meno ingloriosa. E si dice ingloriosa per usare un eufemismo, visto che pare incomprensibile come - in tempi veloci e tecnologici come quelli che viviamo - sia possibile liquidare il campionato italiano con una sintesi tre giorni dopo la fine delle gare. Sappiamo bene che le dirette, anche in un canale dedicato allo sport, sono soggette alla contemporaneità di differenti manifestazioni di diverse discipline e non possono essere garantite in ogni occasione, ma era davvero impossibile trovare cinquanta minuti liberi per una differita anche in seconda o terza serata?