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Plaudono scalatori e sprinter - Ma per tanti la presenza è in forse

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Questi i commenti dei protagonisti raccolti ai microfoni Rai:

Mark Cavendish
«Da quanto ho capito ci saranno sette tappe adatte alle mie caratteristiche. Verosimilmente sarò al via del Giro e lo farò per essere grande protagonista, come nel 2009. Proverò a vincere in ogni occasione possibile».


Alessandro Petacchi
«Sette tappe per noi velocisti non sono poche per un grande giro. Proverò a disputare quante più volate possibile e vincere su qualche traguardo».




Daniele Bennati
«Il fatto che Cavendish ha praticamente annunciato la sua presenza al Giro non fa altro che stimolarmi. Lui non è certamente imbattibile e io l'ho già dimostrato nel 2008».




Filippo Pozzato
«Deciderò se essere alla partenza del Giro solo la settimana prossima, quando avremo il primo collegiale con la squadra. Certo è che nella tappa delle strade bianche, con oltre 10 km di sterrato e una salita nel finale, si potrà fare la differenza».



Stefano Garzelli
«In uno dei miei ultimi Giri della carriera farò di tutto per essere tra i protagonisti, così come lo sono stato nel 2009, anche se la partecipazione della mia squadra è subordinata all'invito dell'organizzazione. Nel caso, che ci auspichiamo, in cui saremo al via, ci impegneremo al massimo per onorare la corsa».



Vincenzo Nibali
«Il Giro, per come è disegnato, mi piace tanto, anche se in questo momento la mia priorità per la prossima stagione è il Tour. Già nella prima settimana, con la salita del Terminillo, si delineeranno i veri valori in campo ».



Alessandro Ballan
«Senza nascondere un po' di vergogna, ammetto che il prossimo sarà, dopo sette anni di professionismo, il mio primo Giro d'Italia. Le tappe cerchiate di rosso, per me, saranno quella di Montalcino in cui tutti noi specialisti su un certo tipo di percorsi ci daremo battaglia e quella durissima del Monte Grappa che passa vicino casa mia».



Alberto Contador
«Sicuramente la mia stagione sarà incentrata sul Tour de France, ma non è escluso che alla corsa francese possa abbinare il Giro o la Vuelta, cosa che dipenderà anche dai piani della mia futura squadra, che ancora non conosco. In ogni caso il percorso, ricco di grandi salite, mi piace molto».



Damiano Cunego
«È un Giro disegnato alla maniera tradizionale, con le grandi salite concentrate nell'ultima settimana. Non so ancora come organizzerò la mia stagione e se i miei programmi mi permetteranno di essere al via del Giro d'Italia».


Ivan Basso
«A quanto ho visto, per la difficoltà che presenta nella seconda parte, sarà un Giro da programmare per bene. Sicuramente disputerò due corse a tappe e, al Tour che mi piacerebbe riprovare, probabilmente abbinerò proprio il Giro».


Rinaldo Nocentini
«È molto probabile che mi si vedrà alla partenza del Giro quest'anno. Sicuramente la tappa che terrei d'occhio è quella di Montalcino, che passa sulle mie strade. Un altro obiettivo, anche se ammetto che sarà difficile centrare, sarebbe quello di indossare, dopo la maglia gialla al Tour, quella rosa al Giro».



José Rujano
«Il Giro è molto duro. Dopo l'ottima partecipazione del 2005, l'anno prossimo sarò al via per fare molto bene. La tappa che vedo più adatta ai miei mezzi è senza dubbio la cronoscalata al Plan de Corones».



Denis Menchov
«Nelle settimane successive alla fine del Giro del 2009 mi ritornavano spesso in mente le immagini della mia caduta sui sanpietrini di Roma. Per quello che ho visto, siamo di fronte ad un tipico percorso da Giro d'Italia con le grandi salite alpine concentrate nel finale. Non so ancora se i miei piani si concilieranno con la mia presenza alla partenza di Amsterdam, ma in quel caso farò di tutto per bissare la vittoria della scorsa edizione».




(A cura di Giuseppe Cristiano)

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