Nys rilancia la supersfida - Sven 1° nel Prestige. GvA: Albert
La prima cosa che salta agli occhi, nella prova d'apertura del Gazet van Antwerpen Trofee (più comodamente noto come GvA), è senza dubbio la Cittadella di Namur: storica, affascinante, in una parola bellissima. Ma soprattutto - per chi segue il ciclocross - in Vallonia. Non sono molte infatti le prove che si disputano nella regione francofona del Belgio, e ad alto livello si tratta praticamente di un esordio. La Cittadella di Namur (già nota agli appassionati delle due ruote per lo scenografico arrivo del classico Gran Prix di Vallonia e di una tappa del Giro 2006) ospita una corsa alla sua prima edizione, ma già inserita in una challenge prestigiosa come quella della Gazzetta di Anversa. Gli organizzatori, galvanizzati anche da una buona risposta di pubblico (per quanto non al livello delle folle fiamminghe), sperano addirittura di ottenere la Coppa del Mondo per il 2010-11.
Il circuito, va detto, aiuta questa autocandidatura. Durissimo e spettacolare, è stato disegnato da Roland Liboton, grandissimo campione degli anni Ottanta. Presenta côtes, pavé, ostacoli naturali (e durante la gara arriveranno anche delle occasionali ma violente folate di vento ad accrescere la fatica dei corridori) e discese mozzafiato (forse quasi più adatte a una prova in mountain bike che non a una di ciclocross) che mettono alla prova il coraggio degli atleti. Un percorso insomma fra i più duri dell'intera stagione.
Chi comunque di questi tempi non ha problemi con alcun tipo di circuito - che sia duro o leggero, veloce o pesante, tecnico o meno - è ovviamente Niels Albert. Se a Treviso aveva sbrigato la questione vittoria in una manciata di minuti, qui gli serve un giro e mezzo (sugli otto in programma) per mettere fine alla suspence. Per il giovane fenomeno (al quinto successo su cinque corse disputate) il pericolo maggiore arriva nella prima discesa della prova, quando - a gruppo ancora compatto - Pauwels scivola sul terreno impastato di fango e foglie morte, rischiando di portare con sé il campione del mondo. Per il resto, ripreso Stybar che ha provato ad allungare, ad Albert non rimane che staccare il ceco e il belga Vantornout per involarsi verso quella che sta diventando la sua classica condotta di gara: lui da solo, più o meno dall'inizio alla fine, e gli altri dietro ad arrancare.
Alle sue spalle, oltre ai già citati Stybar e Vantornout, provano a mettersi in mostra De Knegt, Heule e Thijs Al (ma gli ultimi due pagheranno lo sforzo iniziale scivolando via via più indietro). E poi, certo, c'è Nys. Partito indietro, ancora non al top della forma ma assolutamente voglioso di rifarsi dopo Treviso, da lui definita la peggiore gara disputata negli ultimi cinque anni. Il campione nazionale belga non ha - almeno al momento - la forza di Albert, e per questo non gli resta che puntare sul ritmo, sfiancando poco a poco i compagni d'avventura. Così accade nei primissimi giri, quando viaggia in testa al secondo gruppetto di inseguitori, che sgrana per riportarsi su Vantornout e Stybar. E lo stesso succede coi due, costretti a cedere non a un'accelerazione secca come quella del campione del mondo, ma a un'andatura regolare che però - minuto dopo minuto - diventa insostenibile per i muscoli.
A metà gara la situazione è abbastanza stabilizzata e, infatti, non vedrà grandi cambiamenti fino all'arrivo. Si susseguono le cadute, questo sì. Spettacolare ma senza conseguenze quella di Nys, in discesa. Ha la peggio invece Vantornout, che frana all'inizio della scalinata e in pratica dice addio a ogni speranza di podio. Lungo le impegnative e spettacolari discese si vedono continue acrobazie, con chiari vantaggi per quei crossisti che praticano anche la mtb (o come lo stesso Albert che ha iniziato col bmx) o che comunque sanno essere perfetti nella guida del mezzo. La fatica intanto si fa vedere sui volti degli atleti, mentre il passo dei più - nel tratto in salita da affrontare a piedi - diventa sempre più pesante. E se fuoriclasse come Albert e Nys se la cavano con qualche smorfia, gli altri paiono quasi affondare nel fango, coi muscoli pronti a cedere allo sforzo da un momento all'altro.
Che la corsa sia massacrante lo dimostrano i distacchi abissali all'arrivo, e i corridori sfiniti che tagliano il traguardo uno alla volta. Nessuno sprint, nessuna volata, nessun rush finale: ciascuno è intento a lottare con le proprie forze ormai prosciugate. Dietro dunque al poderoso Albert e a un Nys in ripresa (ma ancora alla ricerca della forma migliore), staccato di 42", troviamo Stybar, terzo a 2'02", e il dolorante Vantornout a 2'22". Aernouts è quinto a 2'50", precedendo Pauwels a 3'21". L'ex campione del mondo Vervecken, mai visto protagonista, viene fuori alla distanza grazie all'esperienza, conquistando un non disprezzabile settimo posto (a 3'45"). De Knegt, Dieter Vanthourenhout e Simunek (anche lui implicato in una spettacolare caduta) completano la top ten, mentre Franzoi - dopo una partenza infelice e una fase centrale della gara di buon livello, quando viaggiava intorno all'ottava posizione - termina dodicesimo, a 4'33". (Gianluca Colloca)
Dopo l'apertura del GVA il fine settimana belga ha proposto la prima prova del Superprestige, con la classica tappa a Ruddervoorde. Il percorso altimetricamente non ha niente in comune con Namur ma viene considerato un tracciato "flipper" a causa delle continue curve e delle continue montagnette di terra che spezzano il ritmo degli atleti. La media sul giro si è attestata sui 23 orari, a testimonianza della tecnicità del percorso. Il tracciato di Ruddervoorde è considerato terreno di conquista preferito di Sven Nys che tra prove del Superprestige e Campionati nazionali ha attraversato la linea del traguardo per primo in ben nove occasioni. La partenza dalla quarta fila (conseguenza del ritiro di Treviso e del relativo crollo nella classifica UCI) e la strepitosa condizione di Albert parevano compromettere le speranze di centrare la decima vittoria. Una insistente pioggia ha fatto capolino pochi minuti prima della partenza, gettando ulteriore nervosismo sui concorrenti. Il maltempo è continuato per tutta la gara, senza infangare il percorso, estremamente drenante. Niels Albert è partito come una scheggia allo sparo dello starter e si è infilato per primo nel prato dopo la prima curva, seguito dal campione svizzero Heule e da Stybar. Poche curve e Albert si è avvantaggiato sulla compagnia, con Heule a fare da tappo. Stybar ha intuito il pericolo e in compagnia di Vantornout si è sbarazzato dello svizzero, fallendo però l'aggancio al campione del mondo che a testa bassa cercava di replicare il copione recitato alla perfezione nelle cinque gare sinora disputate. Nelle retrovie, Franzoi e Nys rimontavano posizioni velocemente, riportandosi nella top ten. Al termine del primo passaggio Albert è passato con oltre dieci secondi sulla coppia Stybar-Vantornout e quindici secondi su Nys e Dlask. Questa coppia precedeva un gruppetto numeroso pilotato da Kevin Pauwels. Il campione belga, in netto progresso, ha saltato agevolmente Stybar e Vantornout e si è messo rabbiosamente alla caccia di Albert. Già al secondo passaggio si è capito che la corsa si sarebbe ristretta ad un duello a due tra il nuovo ed il vecchio. La rincorsa di Nys è durata fino alla fine del terzo giro, quando è avvenuto l'aggancio. Alle loro spalle Stybar e Vantornout accusavano già oltre 40", tallonati a breve distanza da Aernouts, Sven e Dieter Vanthourenhout e Pauwels, mentre Franzoi era in nona posizione in solitario.
L'attenzione del pubblico è stata quindi calamitata dallo scontro frontale (il primo della stagione) fra Albert e Nys.
I due si sono studiati per tutto il quarto giro (il più lento della corsa), poi Nys ha preso in mano le operazioni mettendo in difficoltà il campione del mondo. Albert ha stretto i denti per tutto il quinto giro, cedendo al massimo dieci metri ma il suo mostrarsi vulnerabile ha scatenato l'orgoglio di Nys che nella tornata successiva ha ulteriormente aumentato il ritmo e ha costretto alla resa il compaesano, probabilmente non troppo a suo agio sull'ultra-tecnico tracciato.
Gli ultimi tre giri sono stati trionfali per Nys che ha mostrato la classe dei tempi d'oro e ha spazzato via i dubbi e le tensioni accumulate dopo un inizio di stagione scadente come mai prima d'ora. Sul traguardo il distacco di Albert è cronometrato in 40". La lotta per il podio ha premiato ancora una volta Stybar, sempre presente nelle prime tre posizioni in tutte le gare stagionali ma vincente solo in patria. Comunque apprezzabile la sua regolarità. Una scivolata all'ultimo giro ha relegato Vantornout in quinta posizione, preceduto dal compagno di colori Sven Vanthourenhout che lo ha superato proprio a causa dello sfortunato incidente. Vantornout ha battuto nella volata per il quinto posto Radomir Simunek protagonista di una prodigiosa rimonta negli ultimi due giri dopo una prima parte di gara sofferta e corsa lontano dai primi. Aernouts e l'altro Vanthorenhout, Dieter si sono contesi la settima e ottava posizione concludendo nell'ordine a 1'16" da Nys. Sette secondi dopo, al nono posto, Enrico Franzoi che ha sempre corso solo, a pochi secondi dal gruppo che lo precedeva senza però mai riuscire a cucire il piccolo gap. Kevin Pauwels ha colto il decimo posto, deluso dopo una buona partenza. Ancora più lontani Heule (17esimo) e Dlask (16esimo) che erano scattati molto bene in partenza occupando per un paio di giri le posizioni nobili della classifica, pagando però lo sforzo col passare dei giri. Oltre a Franzoi ha partecipato anche Marco Bianco, che ha chiuso 25° a 3'42". Mai in corsa Martin Zlamalik, protagonista di una splendida gara a Treviso, addirittura 30° a quasi 5'.
Il Superprestige torna il 1° Novembre ad Hoogstraten quando, oltre alla gara Elite, saranno assegnati anche i titoli continentali Under 23, Juniores e Donne.