Un animale da fughe - Vanno in 19, vince il solito Gerrans
Gli ultimi 4 successi di questo australiano con la faccia da adolescente (nonostante i 29 anni) dicono molto sulle sue qualità, emerse con forza in queste ultime due stagioni non solo in occasioni delle quattro vittorie che tra poco vi snoccioleremo, ma anche in corse come Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi; sulle Ardenne, difatti, quest'anno l'ex corridore della Crédit Agricole è stato in grado di ottenere ben tre piazzamenti nei primi dieci. In 16 mesi, Simon Gerrans è riuscito in una tripletta difficilissima, soprattutto per chi non ha qualità consolidate e forti, come i grandi velocisti e i grandi scalatori: vincere una tappa in tutti e tre i Grandi Giri. Nel luglio 2008 inaugurò la serie vincendo a Prato Nevoso al Tour de France, per poi proseguire nel maggio di quest'anno sul San Luca al Giro d'Italia ed oggi, a Murcia, regolando in volata Hesjedal, Fuglsang e Vinokourov nella volata che ha premiato i quattro corridori più forti (e fortunati) tra i 19 fuggitivi partiti in avanscoperta dopo appena 10 km. Nel mezzo, la vittoria a fine agosto (qualche settimana fa, dunque) al GP Ouest France di Plouay. Palmarès di tutto rispetto per un corridore che è sì veloce ma non è velocista, e che è sì bravo in salita ma non è scalatore.
Per la legge dei grandi numeri, tra quei 19 doveva per forza esserci qualche nome buono, ed in effetti di corridori da seguire con attenzione - tutti comunque lontani dalle zone alte della classifica generale - ce n'erano un bel po': da Gárate a Kroon, da Gerdemann a Francisco Pérez, da Tosatto a Intxausti, da Duque a Riblon, da De la Fuente a Julián Sánchez (entrambi in fuga anche ieri), con Palomares, Aitor Pérez, Piedra, Hansen e Gerard - più i 4 già citati elencando l'ordine d'arrivo - a completare il quadro.
E chissà se i corridori si sono segnati le casualità occorse a due corridori nelle ultime due giornate di gara: ieri il primo a partire sull'ultimo Gpm è stato Taaramäe - giunto poi all'arrivo con pesante ritardo - mentre oggi è toccato a Gerdemann subire la stessa fine dell'estone. Il tedesco ha rotto l'armonia della fuga partendo ai piedi dell'Alto de la Cresta del Gallo (mancavano 18,7 km all'arrivo) insieme ad Aitor Pérez, che però dopo circa 3 km ha dovuto lasciare la compagnia del corridore della Milram e salire del proprio passo. Da dietro era invece Vinokourov a muoversi, con la reazione - tardiva ma efficace - di Intxausti, Gerrans, De la Fuente (che salterà di lì a poco), Fuglsang e Hesjedal. Il basco della Fuji riusciva a riportarsi su Gerdemann ai meno 12, ma con l'inizio della discesa per i due sono iniziati anche i problemi: ha iniziato Intxausti, imbroccando in serie prima un lungo in curva e poi una foratura (all'arrivo sarà 17esimo, ultimo tra i fuggitivi), ma a Gerdemann - a quel punto solo in testa - è andata addirittura peggio qualche centinaio di metri dopo: anche lui costretto a bordo strada da una foratura (per via di un asfalto veramente pessimo a coprire una discesa piuttosto stretta e pericolosa), all'arrivo sarà addirittura 82esimo a 8'33" (l'altro fuggitivo a non arrivare davanti sarà Julián Sánchez).
Speriamo che questa casualità non porti i corridori a comportarsi in maniera più attendista di quanto non facciano già, ma finché esisteranno atleti del calibro di Alexandre Vinokourov questa eventualità sarà lontana dal realizzarsi. Perché "Vino", una volta formatosi il nuovo quartetto al comando della corsa, ha provato una dozzina di volte ad anticipare la volata, senza però riuscire mai a fare la differenza. Il più veloce tra i 4 era senz'altro Gerrans, che proprio grazie ad uno sprint ristretto si era aggiudicato la semiclassica di Plouay, e gli altri tre erano ben consci delle qualità dell'uomo Cervélo e prossimo acquisto del Team Sky. Fuglsang ci ha provato a 3000 metri dalla conclusione, poi di nuovo Vinokourov ai meno 2, infine - ed è sembrato per qualche secondo lo scatto buono - Hesjedal al chilometro e mezzo, ma incredibilmente il canadese s'è rialzato 500 metri più avanti - sotto la flame rouge - nonostante gli abbondanti 50 metri di vantaggio ormai conquistati sui tre (ex, a quel punto) compagni d'avventura.
Il primo a lanciare lo sprint, lunghissimo, è stato proprio il kazako dell'Astana, con Gerrans a ruota che l'ha passato a 75 metri dall'arrivo ed il canadese della Garmin che è sembrato in rimonta, ma s'è fermato al secondo posto, con Fuglsang al terzo. Il gruppo, forte di una quarantina di unità, è giunto con 3'42" di ritardo ed è stato regolato da Hoogerland.
In classifica generale, Valjavec conquista la top ten per via della defezione di Cobo Acebo (ora 14esimo, giornata nera per la Fuji-Servetto), che ha evidentemente pagato la bruttissima discesa (la Liquigas, infatti, ha scandito il ritmo in salita per far stare Basso davanti prima dello scollinamento). Classifica che non dovrebbe cambiare neanche alla fine della tappa di domani, visto che i 200 km verso Caravaca de la Cruz sembrano di nuovo molto favorevoli ad un drappello di fuggitivi lontani dalla maglia amarillo.