Monumento ai caduti - Giù metà gruppo. Greipel ringrazia
Quando si gareggia sotto la pioggia, per i corridori non può mai essere il massimo ma se una giornata bagnata capita durante un grande giro di tre settimane la tappa diventerà sicuramente molto dura a prescindere dal suo profilo altimetrico: lo stress per evitare cadute e frazionamenti diventa inevitabile ed a volte una frazione così fa più danni di un arrivo in salita.
Nella tappa di oggi il gruppo si è trovato sotto la pioggia dal primo all'ultimo dei 225 km che separavano Venlo da Liegi e purtroppo tanti corridori si sono ritrovati ad assaggiare l'asfalto da vicino: nelle fasi centrali sono stati coinvolti prima Hoogerland, poi Daniel Martin (caduto anche nel prologo) e López García, Lagutin e Roels, il danese Fuglsang (che è addirittura finito contro un camion parcheggiato a bordo strada, per fortuna sembra senza gravi conseguenze), gli spagnoli Gómez Marchante e Tondo; a circa 25 km dall'arrivo un'altra caduta nella testa del gruppo ha fatto finire a terra, tra gli altri, Ciolek, Pérez Moreno, Kroon, Zandio e Bindi, ma il peggio doveva ancora arrivare. A 2.7 km dall'arrivo, infatti, con il gruppo lanciato a grande velocità per impostare lo sprint un corridore della Vacansoleil, il nostro Marco Marcato, ha perso aderenza in corrispondenza dell'uscita da una rotonda franando a terra e portandosi dietro praticamente metà gruppo. Dalle immagini televisive Mosquera (uno dei canditati ad un posto nei primi 5 a Madrid), Horner e Viganò sono sembrati subito quelli messi peggio ed i primi accertamenti confermano questa impressione: lo spagnolo è dolorante ad un fianco, ad una caviglia e al polso sinistro ed è in ospedale per verificare la presenza o meno di fratture, l'americano dell'Astana ha un polso fratturato (accertamenti anche per Vinokourov), mentre il nostro Viganò ha sofferto la frattura di un gomito e difficilmente potrà ripartire insieme al suo compagno Kiserlovski (frattura di una clavicola). Da verificare anche le condizioni di Marcato che dopo la caduta è andato a sbattere contro un marciapiede prima di essere colpito da molte biciclette e corridori.
Proprio per via della pioggia la tappa non ha offerto un grande spettacolo sebbene le prime salitelle e l'aria da classica che si respirava facevano sperare il contrario: a tentarci da lontano stavolta sono stati Ramírez Abeja, Lagutin, Roels e Boom (questi ultimi già protagonisti in fuga rispettivamente nella seconda e nella terza tappa); i quattro sono arrivati ad avere anche 14' di margine con Boom che transita per primo per due volte sul Cauberg ed anche sul Mont Teux. Nel finale la salita di Saint Nicolas a 13 km dalla conclusione poteva essere un buon trampolino per qualche attaccante ma, esclusi un paio di tentativi timidi di Kirchen, Gilbert e Florencio, è successo ben poco. Più decisa l'azione di Gasparotto che deve avere un buon feeling con queste zone visto che ci aveva provato anche alla Liegi: il friulano è partito poco dopo lo scollinamento ed è rimasto da solo in fuga (margine sempre inferiore ai 10" però) fino ai meno 4 km.
Al momento della bruttissima caduta già descritta in testa al gruppo si trovano gli uomini di Quick Step e Team Columbia e all'uscita della rotonda si sono trovati davanti solamente in sei: Velo, Tosatto e Weylandt per la squadra belga, Sieberg, Grabsch e Greipel per la corazzata giallo-bianca; troppo facile quindi per Greipel che è riuscito così a centrare il sedicesimo successo stagionale, il secondo in carriera in un grande giro (aveva brindato l'anno scorso a Locarno al Giro d'Italia).
Probabilmente in pochi si sarebbero aspettati che un giorno di riposo dopo appena quattro giorni sarebbe stato tanto utile: domani, dopo il lungo trasferimento che riporterà il gruppo in Spagna, tutti i corridori finiti a terrà oggi avranno la possibilità di fare gli accertamenti del caso e potranno trascorrere una giornata tranquilla nella speranza che passino tutti i dolori patiti oggi. Per chi invece la Vuelta finisce qui rimangono solo interrogativi: potevano essere evitate tutte queste cadute? È sempre necessario gonfiare i tubolari a pressioni elevatissime? Si possono studiare soluzioni che aiutino la salute dei ciclisti?