Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Cristiano Salerno
Versione stampabile Cristiano Salerno è un ragazzo del 1985, corre nella LPR Brakes–Farnese Vini di Bordonali ed è professionista dal 2006: è nato come biker e poi dal secondo anno juniores è passato a correre su strada. Nell'ultima Tre Valli Varesine si è piazzato al sesto posto e faceva parte della fuga di 140 km che ha portato alla vittoria Mauro Santambrogio. Conosciamolo un po' meglio.
Cristiano, cominciamo proprio dal sesto posto ottenuto nella Tre Valli Varesine: quando siete partiti, te e gli altri 11, avevate idea che sareste potuti giungere al traguardo o il vostro intento era solo di portarsi il più lontano possibile?
«L'azione è andata via di forza e i corridori che erano in fuga "avevano la gamba", certo quando mancano 140 km all'arrivo pensi sia sempre difficile arrivare al traguardo, però s'è visto che c'erano tutte le squadre dentro con gente come Bertolini, Paolini e quindi ci abbiamo creduto, il vantaggio poi era rassicurante, valeva quindi la pena tirare e darsi da fare».
Come è nata la tua passione per il ciclismo? Passione di famiglia? Amici che già praticavano?
«La bicicletta era il mio mezzo di trasporto quando avevo 12-13 anni, andavo con la MTB; ho conosciuto poi un amico che già correva in MTB e mi ha tirato dentro: "Andiamo a fare un giro". A 14 anni ho cominciato a praticare la MTB».
Hai praticato anche altri sport prima di passare al ciclismo?
«Facevo nuoto ma ero alle elementari, ero piccolo e poi un po' di atletica: però, così, solo per passare il tempo».
Come è proseguito il tuo percorso nel ciclismo tra le categorie juniores e under 23?
«Ho corso in MTB fino al primo anno juniores, correvo anche su strada ma per i fatti miei, prendevo la bici e andavo. Il secondo anno juniores, invece, l'ho fatto tutto su strada, sono stato anche in nazionale e ho fatto terzo al Giro della Lunigiana. Come Under 23 ho fatto due anni, il primo anno mi sono rotto la clavicola e quindi ho perso mezza stagione, poi ho avuto la possibilità di passare subito».
Come conciliavi il ciclismo con la scuola?
«La fortuna è stata che ero un anno avanti con gli studi, quindi mi sono trovato a fare la maturità da juniores e ho potuto poi fare il dilettante a tempo pieno. Diciamo che me la sono barcamenata perché, il mattino a scuola e il pomeriggio in bici, tempo ce n'era poco, però alla fine sono uscito...».
Sei passato professionista nel 2006 e hai corso nella Tenax prima e nella LPR poi, in pratica sempre come manager Bordonali: significa che ti sei trovato bene e che anche la dirigenza si fida di te...
«Si ho cominciato con Bordonali e poi ha voluto prolungarmi il contratto perché si vede che si trovava bene e infatti siamo ancora qua... È stata poi una fortuna che la squadra si è anche evoluta».
Che tipo di corridore sei?
«Io dovrei essere uno scalatore, uno scalatore e basta, però non è facile andare forte in salita».
Hai cominciato praticando la MTB, ci racconti un po' il tuo percorso in questa disciplina?
«Ero un biker a tempo pieno. Ho cominciato con la MTB perché era più leggera come attività, con poco stress, perché correvo in bici, sì, però mi piaceva anche fare quello che facevano tutti gli altri ragazzi, uscire, andare... poi ho cominciato a correre sul serio, a vincere, a partecipare a gare sempre più importanti anche se non ero uno che cercava per forza il risultato».
C'è una gara in particolare che ti piacerebbe vincere?
«Beh, ovviamente il Giro d'Italia, anche se è un classico».
Che tipo di persona sei fuori dalle corse? Cosa ti piace fare per rilassarti nel tempo libero?
«Ammetto che fino a 2-3 anni mi divertivo un po' troppo, adesso con la maturità sono un po' più tranquillo, esco con la ragazza, con gli amici, il pomeriggio, la sera ma sempre senza fare tardi».
Un tuo pregio e un tuo difetto...
«Sono tranquillo e sono un po' permaloso».
Sei andato vicino a vincere la Tre Valli Varesine, non è che ti sei già stancato vero?
«No no anzi! Teniamo duro e ci proviamo sempre».