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Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Francesco Tizza

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Francesco Tizza è nato a Seregno il 24 febbraio 1981 ma vive a Novate Milanese. In questo 2009 sta correndo la sua terza stagione tra i professionisti e veste da quest'anno la casacca della CarmioOro-A-Style. La calda serata in cui lo raggiungiamo si fa sentire ma a lui, questo caldo asfissiante, piace («L'estate è il mio momento clou mentre ad inizio stagione non vado proprio!»). Lo ricorderete per una bella azione ad Imola, in un Campionato Italiano corsosi a temperature indicibili. Non per Francesco, che quel calore lo sente particolarmente.
Francesco, ripartiamo proprio da lì. Da quell'azione in solitaria che ti ha portato nelle case di molti italiani, il giorno del Campionato Italiano. Cosa ti è saltato in mente?
«Ciao a tutti, intanto. Ad Imola stavo bene, il caldo soffocante mi fa andare forte e così quella domenica ero proprio in palla. Avevo due opzioni: o facevo la mia corsa e restavo in gruppo, ma per la volata non ci sarebbe stata storia per le mie sorti, oppure tentavo l'azione personale».
Ed hai fatto così.
«Già, ci dovevo provare! Poi l'azione non è andata in porto ugualmente ma l'avevo messo in preventivo. E per la volata non ho avuto chance, ho terminato la prova per ultimo. Ero stremato dopo quell'accelerata...».
Speriamo sia servita a farti conoscere a chi di ciclismo se ne intende ed a chi non ti aveva mai visto all'opera! Ma come hai iniziato ad andare in bicicletta?
«Avevo 14 anni, ero reduce da alcuni sport praticati a livello agonistico ma senza troppi risultati, ho scoperto il ciclismo e me ne sono innamorato».
E gli altri sport che hai praticato quali sono?
«Il nuoto, dove a dir la verità ero anche bravino e poi il calcio. Giocavo in difesa ma ero veramente una schiappa!».
Quando hai capito che il ciclismo non era più solo un gioco per te ma poteva diventare un lavoro?
«Veramente sto cercando di scoprirlo ancora adesso... No, in realtà gli anni da Under 23 ed anche quelli precedenti, da Junior, mi hanno fatto maturare parecchio. Negli Under 23 ho corso con la Pagnoncelli, vinto sì ma mai stravinto. Non avendo un grande spunto veloce non potevo né posso chiedere più di tanto alle mie gambe».
Hai anticipato la domanda successiva: che tipo di corridore sei?
«Sono innanzitutto un corridore che va forte con il caldo, come ho già detto prima. D'inverno patisco troppo il freddo, in primavera le allergie e così mi resta l'estate per sfogarmi. Scherzi a parte, sono un passista scalatore, mi difendo in montagna e sul passo».
E con il cronometro come te la cavi?
«Eh... (ride). Diciamo che mi difendo ma non sono certo in grado di competere con i big, quelli credo che siano proprio inarrivabili».
C'erano dei campioni ai quali t'ispiravi da ragazzino, e se sì quali?
«Vediamo... Così su due piedi non mi viene in mente nessun nome in particolare. Sono un tipo che ama il ciclismo, lo pratico ma non lo seguo tantissimo. Certo, leggo la Gazzetta dello Sport per tenermi informato e basta. Non sono mai stato tifoso sfegatato di qualcuno ma se devo dire chi mi ha fatto da modello devo dire Vandenbroucke e Jan».
Jan immaginiamo sia Ullrich.
«Sì, naturalmente è lui. Jan!».
Scendi dal sellino e prova a descrivere Francesco Tizza nella vita di tutti i giorni.
«Sono un ragazzo estroverso, simpatico e mi piace divertirmi. Dallo scorso 30 settembre però la vita mi è un po' cambiata. Infatti Erika, la mia ragazza nonché convivente, ha dato alla luce Leonardo. Con un bambino da dover gestire la vita ti cambia da così a così. In realtà è solo questione di organizzarsi, modificare le proprie abitudini. Ed è una sensazione meravigliosa!».
Ne siamo certi. Quando stacchi dal ciclismo, a fine stagione, devi perciò badare a Leonardo. Mica facile, vero?
«In realtà, ripeto, è solo una questione di abituarsi a gestire i tempi ed i propri impegni in modo differente. Per esempio prima della nascita di Leonardo ero molto più spirito libero, mi piaceva uscire con gli amici e non dover rendere conto a nessuno. Un bambino comporta un impegno 365 giorni l'anno, anche se quando stacco quelle due settimane di vacanza me le faccio con la mia ragazza».
Domanda retorica per un ciclista: preferisci la vacanza al mare o in montagna?
«Io preferisco il mare, in montagna ci sono già tutta la stagione! Però non è vero che la domanda è banale, anzi. Conosco molti ciclisti che amano la montagna. Io stesso d'inverno vado a "snowbordare", mi diverto da pazzi e spesso cavalco la tavola con il mio compagno d'allenamenti nonché amico, Biondo, anch'egli appassionato di snowboard».
Un pregio ed un difetto di Tizza.
«Il pregio è che sono altruista, però sono anche molto permaloso».
Non ti offenderai però se ti chiediamo come mai sei pro' da tre anni ma purtroppo le vittorie sono ancora zero, vero?
«No, tranquilli, non mi offendo... (ride). Lo so, non ho ancora vinto, ma non è facile competere ad alti livelli. Inoltre ho sempre corso in squadre che non partecipavano a corse di grandissimo prestigio. L'anno scorso è vero che ho disputato la Sanremo con la NGC Medical-OTC Doors che a maggio avrebbe dovuto prendere parte al Giro d'Italia ma non è avvenuto, purtroppo. Sarebbe bello partecipare a corse più importanti di quelle che disputo ora. Intendiamoci, sono importanti e difficili anche queste ma sarebbe bello misurarsi su altri terreni l'anno prossimo. Chissà, se la CarmioOro-A-Style diventasse un team Professional...».
Quindi, per concludere, quale corsa sogni di vincere?
«A me andrebbe assolutamente bene un Campionato Italiano. Perché? Ma che domanda! Perché si corre con il caldo!».

Francesco Sulas



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