Il Portale del Ciclismo professionistico

.

E sfatiamolo, questo tabù! - Ballan e la tappa finora sfuggita

Versione stampabile

Nello scorso mese di settembre la sua stoccata ai tre chilometri gli aveva regalato quell'iride che spesso significa ulteriore cambiamento di prospettive nella vita di un corridore. Tanti pensieri, la possibilità di gareggiare nelle corse predilette (leggasi: la Settimana Santa del Nord) e magari sognare la vittoria con una simile maglia indosso. Alessandro Ballan non immaginava però che la sua primavera e l'intera prima parte di stagione si trasformassero in una prima parte di annus realmente horribilis. Niente Fiandre, niente Roubaix, niente Giro del Centenario, tutto cancellato da un citomegalovirus. Come sempre accade in questi casi sono la pazienza e la capacità di non strafare per bruciare le tappe a fare la differenza, ma il mese di giugno appena concluso pare averci riconsegnato un campione del mondo in grado di tornare entro breve tempo a dire la sua.
Nelle ultime settimane il pubblico ha finalmente potuto ammirare nuovamente la maglia iridata tra Memorial Pantani, Giro di Svizzera ed infine campionato italiano. Con prestazioni più che confortanti tra l'altro...
«Dopo i mesi di inattività sono tornato alle gare innanzitutto con la voglia di fare bene per onorare al meglio la maglia iridata. Posso dire di essere rientrato bene, domenica scorsa nel campionato italiano non pensavo di riuscire a restare lì coi primi nel finale. Inoltre ero uscito abbastanza bene anche dal Giro di Svizzera, la mia condizione è in crescita, anche se mi manca ancora qualcosina rispetto ad altri corridori che vengono dai precedenti appuntamenti. Sono felice ed ora confido soprattutto nell'ultima settimana del Tour de France per far bene ed avere il morale ideale per affrontare le gare successive».
Campionato italiano in cui ti abbiamo visto attivo nelle fasi conclusive della gara. In proposito: ha sicuramente fatto discutere la gestione di gara dell'ultimo chilometro. Credi che sia mancata quella compattezza necessaria per poter lanciare al meglio Damiano Cunego oppure era difficile fare più di ciò che si è fatto?
«Io credo che l'unico sbaglio sia stato quello di portare in volata un corridore come Pozzato, poi secondo me più che un errore della squadra l'errore è stato commesso da Damiano nel non portarsi subito alla ruota di Gavazzi, che difatti è partito ai 250 metri e poi è giunto quarto. In quel momento Gavazzi si è accorto che Cunego non c'era alle sue spalle e se Damiano l'avesse seguito sono convinto che potesse tentare di giocarsela alla pari con Pozzato e magari vincere, visto che nel finale è stato autore di una grande rimonta partendo dalla settima-ottava posizione. Più che un errore di squadra è stato quindi un errore del singolo».
Sicuramente nel momento in cui si è avuta notizia del tuo malessere in primavera molti avranno pensato che era tornata la maledizione della maglia iridata. Immaginiamo quanto sia stata dura la rinuncia a classiche del Nord e Giro del Centenario. Se tornassi indietro qual è la gara che, nonostante tutto, avresti corso anche a piedi?
«Senza dubbio avrei voluto correre Fiandre e Roubaix, perché ho sofferto davvero molto nel vedere gli attacchi di Boonen, di Pozzato ma anche di Devolder. Ci avrei tenuto particolarmente a disputarle».
Iniziamo ad introdurci nel discorso Tour, ripartendo per un attimo dal Tricolore. La vittoria del tuo amico-rivale Pozzato farà sì che al via della Grande Boucle si schiereranno il campione nazionale ed un campione del mondo italiano, cosa che non accadeva da tempo immemore. Uno spot niente male, non credi?
«È indubbiamente un qualcosa di molto positivo sia per il pubblico che per il nostro ciclismo, poi il Tour rappresenta da sempre il massimo per ogni corridore e quindi se abbiamo una speranza è proprio quella di riuscire ad onorare al meglio queste nostre maglie con dei buoni risultati».

Siamo quindi al Tour: come giudichi globalmente il percorso di quest'anno?
«Se devo essere sincero non ho ancora visto bene tutto il percorso, ma comunque penso che la prima settimana sarà abbastanza aperta, con la cronometro inaugurale e la cronometro a squadre e con i velocisti che sicuramente si impegneranno per conquistare la maglia gialla. Successivamente verranno gli arrivi in salita e le tappe adatte alle fughe ed infine avremo l'ultima settimana che si presenterà abbastanza impegnativa. Comunque sia il Tour de France resta sempre una corsa molto dura, dove sono sempre i corridori alla fine a determinare l'esito della gara, per me questo sarà il quarto Tour che andrò a disputare e so quindi a cosa andrò incontro. Dovrò cercare di restare coperto il più possibile in attesa che arrivino le occasioni buone».
Il Ventoux posto al penultimo giorno suona molto come severo giudizio finale...
«Credo di sì, anche se prima ci saranno comunque molte altre tappe impegnative e naturalmente chi vorrà lottare per il successo finale avrà la necessità di muoversi prima. Penso quindi che sarà una tappa che possa riservare più una conferma per il probabile vincitore piuttosto che un cambio della leadership».
Di certo i pretendenti alla maglia gialla non mancano. Dovessi fare un nome secco per il successo?
«Direi Contador, poiché in salita va molto forte ed è in grado di lottare per il successo anche nelle frazioni a cronometro. Inoltre avrà con sé anche una squadra molto forte, che lo supporterà al meglio anche in occasione della cronometro a squadre».
Non credi che ci sia il rischio per Contador di avere l'avversario principale in casa propria, vale a dire Lance Armstrong?
«Sicuramente Armstrong è uno che sa bene quello che vuole e spetterà quindi al loro team manager Bruyneel riuscire a mettere tutti d'accordo. Chi partirà forte fin da subito credo che poi sarà il favorito anche nelle gerarchie della squadra».
Per quanto riguarda il tuo Tour immaginiamo che l'obiettivo principale sia quello della conquista di un successo di tappa. Dopo Carcassonne 2006 e Foix 2008 il conto è più che mai aperto. Hai già individuato la tappa o le tappe adatte per tentare finalmente di sfatare il tabù?
«Come dicevo in precedenza non ho ancora avuto modo di visionare bene i percorsi di tutte le tappe, per cui penso che, fatta eccezione per gli arrivi in salita, tutte le frazioni poste a partire dalla seconda settimana di gara possano essere quelle buone per cercare di inserirsi nelle fughe e cercare quindi il risultato».
In generale potremmo aspettarci un Bruseghin deputato a curare la classifica generale, ma il fatto di non correre con l'assillo della classifica potrebbe favorire una condotta di gara molto più garibaldina?
«L'obiettivo principale della squadra è proprio questo, ossia quello di riuscire a portare a casa un successo di tappa. Credo che la nostra sia una squadra competitiva sui vari terreni, per cui vedremo giorno dopo giorno come andranno le cose, ma sicuramente il fatto di non partire inizialmente con l'obiettivo di curare la classifica generale ci farà correre con meno stress».
Recentemente hai effettuato anche il sopralluogo sul circuito iridato di Mendrisio. Quali sono le prime impressioni che ne hai ricavato?
«Sarà un Mondiale duro, dal momento che bisognerà affrontare circa 4700 metri di dislivello. Sarà sicuramente una gara più impegnativa rispetto a quella di Varese, poiché il percorso è nervoso e senza respiro, con strade strette che costringeranno i pretendenti al successo a stare costantemente nelle prime posizioni. Per quanto mi riguarda ricalcherò lo stesso percorso di avvicinamento dello scorso anno, andando a disputare alcune gare in agosto una volta concluso il Tour e poi prendendo parte alla Vuelta di Spagna in funzione proprio del Mondiale».

Vivian Ghianni

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano