Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Marco Cattaneo
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Sta iniziando la prima stagione completa da professionista, Marco Cattaneo. Milanese, nato il 5 giugno 1982, Cattaneo è passato tra i pro' forse un po' tardi, complice la voglia di trovare la squadra "giusta" e un infortunio abbastanza serio. Nel 2006 Cattaneo ha addirittura vinto il Campionato Italiano nella categoria élite senza contratto.
Come è iniziata la tua carrierra tra le "due ruote"?
«Avevo sette anni quando ho iniziato le gare in bicicletta e da allora non ho più smesso. I primi anni lo facevo per gioco, come penso debba essere per tutti a quell'età. Dalla categoria juniores ho iniziato ad impegnarmi un po' di più. Già da allievo erano arrivati i primi risultati, avevao iniziato a vincere sia su strada che su pista ed allora avevo iniziato ad impegnami di più».
Già, perché da "giovane" correvi sia su strada che su pista. Come mai poi ha lasciato perdere?
«Inizialmente mi dividevo tra pista e strada. Mi piace correre in pista ed erano arrivate le prime vittorie, tra cui la corsa a punti agli italiani. Purtroppo, però, non sono arrivate buone offerte, le squadre mi hanno un po' ignorato ed anche la Nazionale. Far convivere pista e strada è molto difficile e decisi di dedicarmi solo all'attività su strada, anche perché mi dava più visibilità e possibilità».
Passare tra i pro' non è stato facile però...
«Tra i dilettanti andavo forte, quindi cercavo una squadra che mi potesse dare delle garanzie. Il 2006 è stato un anno stupendo che mi ha lanciato. Difendevo i colori della Pagnoncelli e con quella maglia, dopo il quarto posto al Giro d'Italia baby, è arrivato anche il Campionato Italiano dei senza contratto. Speravo di riuscire a passare tra i professionisti, purtroppo non era arrivata nessuna offerta adeguata. A quel punto ho deciso di continaure tra i dilettanti anche nel 2007».
Non deve essere stato un periodo felice. Credevi fermamente di riuscire a trovare una maglia tra i professionsiti?
«Non sono stati dei mesi facili. Probabilmente l'inizio del 2007 è stato il periodo più brutto della mia vita. Venivo da un 2006 che era stato, invece, il periodo più bello: quarto al Giro, campione italiano e altre tre vittorie fino a fine anno. È stato deprimente non riuscire ad ottenere una buona proposta per passare tra i professionisti. Non è stato facile rimettermi sotto con gli allenamenti e le gare. Ma passato il periodo iniziale dell'anno, in cui ero un po' giù di morale, mi sono ripreso alla grande. Ho messo da parte i rancori ed ho ripreso alla grande: nel 2007 ho vinto altre otto corse».
Ed alla fine è arrivato il passaggio tra i pro' con la NGC Medical. Ma anche qui è arrivato qualche problema, proprio sul più bello.
«Una vertebra rotta ha fatto slittare il mio passaggio tra i professionisti. Doveva avvenire ad inizio 2008, invece ce l'ho fatta solo per la Settimana Lombarda, ad aprile. E poi c'è stata anche l'esclusione dal Giro d'Italia, un'altra mazzata. Ma sono riuscito a riprendermi alla grande, con delle belle prove sia al Campionato Italiano che al Brixia Tour».
Ce lo ricordiamo il tuo Brixia, pedalavi tra i migliori ed alla fine è arrivato un terzo posto nella tappa che arrivava a Borno e il nono nella generale.
«Tra maggio e luglio di solito do il meglio di me, sono al massimo della forma.».
A maggio ci sarà il Giro d'Italia e la tua nuova squadra avrà bisogno di gregari fidati per il duo Petacchi-Di Luca.
«Sì, quest'anno sono passato alla LPR Brakes-Farnese Vini. Ringrazio Bordonali per la fiducia che mi ha dato. Petacchi e Di Luca sono la priorità, quindi se andrò al Giro cercherò di aiutare loro. Penso di tornare più utile a Danilo; non mi ci vedo molto a fare il "treno" ad Ale, almeno non negli ultimi metri».
Quali sono le tue caratteristiche ed i tuoi "miti" nel ciclismo?
«Diciamo che sono un corridore completo, potrei definirmi un passista scalatore. Quando sono in condizione riesco a stare con i migliori in salita. I corridori a cui mi ispiro sono Bettini e Museeuw, mi sono sempre piaciuti. Quando sei in gara e vedi l'impegno di chi fa questo sport, alla fine li ammiri tutti. Correre con dei grandi campioni, però, ti dà delle emozioni particolari perché sai che hanno fatto la storia di questo sport».
C'è una gara che vorresti vincere? A quali corse punterai quest'anno per ottenere la prima vittoria da pro'?
«Quest'anno voglio aiutare Di Luca e Petacchi, poi proverò a far bene nelle corse estive. Siamo una squadra con tanti buoni atleti che possono farsi valere sia in appoggio ai nostri capitani che in gare dove si ha più libertà. Le classiche sono tutte belle, non ce n'è una in particolare che vorrei vincere. Anche se il mio periodo di massima forma è tra maggio e luglio, cercherò di fare bene anche ad agosto, perché si corre dalle mie parti: c'è il Trittico Lombardo e vincere una di quelle tre gare sarebbe stupendo».
Quando non corri quali sono le tue passioni?
«Mi piace lo sport in generale, pratico calcio, pallavolo, karate, sono un tipo molto attivo. Poi mi piace la musica ed i viaggi, l'ultimo l'ho fatto a Sharm el-Sheik con la mia ragazza Greta, con la quale sto da due anni e mezzo. La musica la uso anche prima delle gare per rilassarmi».
Cosa fai prima della partenza di una corsa?
«Sono un tipo un po' timido, quindi a volte preferisco concentrarmi in silenzio, ho bisogno dei miei momenti di relax. A volte, invece, cerco di caricarmi con i compagni di squadra».