Buongiorno buongiorno... - ...io sono Francesco! (Masciarelli)
Certo che se Francesco Masciarelli avesse dovuto chiudere gli occhi e puntare il dito a caso sul calendario per scegliere una corsa da vincere, difficilmente la sorte gli avrebbe riservato scenario migliore di questo Giro del Lazio: la più importante corsa centroitaliana vinta dal più promettente corridore abruzzese, un'accoppiata che ci dice che il ciclismo italiano vive e pulsa anche ben al di sotto della Linea Gotica.
E il 22enne della Acqua&Sapone (anche la squadra è abruzzese, tanto per gradire) l'ha proprio meritato, oggi, il successo in cima a Rocca Priora, se è vero che già sui Campi di Annibale, a 40 km dal traguardo, aveva lanciato un bell'attacco, tutto solo. In quell'occasione aveva chiuso Pozzovivo, e dopo il Gpm si erano trovati in testa 21 uomini, con preponderanza Lampre (Ballan, alla prima corsa in maglia iridata, Cunego e Szmyd), Liquigas (Pozzato con Agnoli e Noè), Ceramica Flaminia (Caruso, Giordani e Sestili) e soprattutto Acqua&Sapone (con Masciarelli c'erano Codol, Failli e Garzelli).
Danilo Di Luca, tra i più attesi della vigilia, aveva risposto bene, ma si è ritrovato senza compagni di squadra: poco male, perché gli altri esponenti della LPR, guidati da Bosisio, hanno inseguito nel lungo tratto digradante verso Frascati (in discesa c'era stato un breve tentativo di Petrov, poi raggiunto da Grivko e poi ancora da Ballan, Codol, Agnoli, Giordani e Visconti); cosicché ai piedi dell'ascesa finale il gruppo si è presentato in formazione più corposa (una cinquantina di unità), con molti rientri e con la LPR pronta a mettersi da subito in testa.
Il primo a provare a evadere dal controllo degli uomini di Di Luca è stato (ai 7 km) Sabatini, subito ripreso da Simeoni e Scarponi: quest'ultimo se n'è andato in contropiede e ha guadagnato una quindicina di secondi, ma la Lampre ha dato una bella mano alla LPR e il tentativo è stato annullato ai 3 km.
Subito è ripartito all'attacco Pozzovivo, ma senza trovare spazio; mentre i big (Di Luca, Cunego, Garzelli, Pozzato, Visconti) si controllavano, Masciarelli ha giocato la carta della sorpresa e ha preso il largo: l'attimo di incertezza tra le primedonne del plotone è stato fatale a chi inseguiva, e si è tramutato in un margine abbastanza ampio perché Francesco conquistasse la prima vittoria in Italia, di sicuro la più importante della sua giovane carriera, davanti a Pozzato e Di Luca, secondo abruzzese sul podio.
«Fatico a crederci, questa gara la guardavo da bambino quando correva mio padre, e già la sognavo», ha detto Masciarelli dopo le premiazioni; una dinastia nel ciclismo, la sua: babbo Palmiro è stato (il più) fedele gregario di Francesco Moser e quando è sceso dalla bici è salito sull'ammiraglia, da cui guida la Acqua&Sapone-Caffè Mokambo. In squadra militano i suoi tre figli: Simone (classe '80), Andrea ('82) e Francesco ('86), che - si dice - è il più forte: oggi s'è capito, e ora il giovane Masciarelli potrà spostare la sua attività onirica su traguardi ancora più grandi.