Ballan: «Un successo italiano» - Le dichiarazioni dei protagonisti mondiali
Versione stampabileTanti gli umori e tanti i pensieri alla fine di una corsa unica come il Mondiale, ed è ovvio trovare nei volti dei corridori gioia, eccitazione, delusione e qualche lacrima, anche se magari di diversa natura.
Iniziamo da Matti Breschel, al quale chiediamo se la squadra italiana è stata troppo forte: «Il finale era troppo duro. Con Cunego, Rebellin e Ballan, tre corridori così forti nel gruppo di testa, ho cercato di arrivare bene allo sprint, ma non era semplice oggi».
Chissà se il 2° posto soddisfa Damiano Cunego: «È un grande risultato, di prestigio. Sono contento per Alessandro; anche lui, come me, è un atleta presente da febbraio a ottobre e lo merita. Sarebbe stato il colmo non vincere oggi, eravamo in tre nel gruppo di testa. Grande successo per l’Italia, ed anche per me. Sono contento, è un buon secondo posto, ci sono tanti anni davanti e c’è tempo per avere maggiori soddisfazioni».
La conferenza stampa prosegue con le prime dichiarazioni del neo campione del mondo Alessandro Ballan: «È successo qualcosa di inaspettato. Sapevo di andar forte, ma vincere un Mondiale è difficile. Siamo partiti tutti per Paolo, ma era il più controllato e non è stato possibile per lui potersi giocare il successo. Si è dimostrato un grande compagno di squadra e un grande capitano, lasciando la libertà di puntare alla vittoria a Rebellin, Cunego ed al sottoscritto». «Ieri era non c’era un piano B - continua Ballan rispondendo ad alcune dichiarazioni spuntate ieri dopo la riunione dell'Italia - Ieri eravamo tutti per Paolo e il "piano B" s’è fatto in corsa. Lui stava molto bene, ma aveva tutta la Spagna a ruota. Abbiamo fatto la Vuelta sia io che Rebellin, così come Damiano, e quindi agivamo ovviamente come rincalzo rispetto a Paolo».
Gli fa eco Cunego: «Effettivamente come Paolo si muoveva aveva tutta la Spagna dietro; non era facile, era troppo marcato. Il ruolo mio, di Davide e di Alessandro era quello di entrare nelle fughe e fungere da alternativa. Il "piano B", come dite voi, è nato in corsa».
Come hanno reagito i due corridori della Lampre alla notizia del ritiro di Bettini? «Quando me l’ha detto mi veniva quasi da piangere - ammette Ballan - Paolo oltre che aversario durante l’anno è anche un amico, ormai sono 4 anni che siamo insieme in nazionale e c’è un bel rapporto. È stata una doccia fredda per tutta la nazionale. Nella riunione fatta dopo la sua conferenza stampa ci siamo però ritrovati tutti uniti e determinati come e più di prima». «Anch’io sono stato molto sorpreso. Per Paolo ho solo parole di stima - dichiara Cunego - è stato un grande atleta, un grande avversario e un grande compagno in nazionale. Da lui ho imparato molto ed è un gran peccato saperlo non più in gruppo».
L'attacco di Ballan a 3 km dall'arrivo era pianificato? Cosa ha pensato? «Avevo già provato in precedenza sulla salita e sinceramente l'avevo già visto quest’arrivo e avevo pensato di giocarmelo proprio così. Quando ho visto di aver preso vantaggio e ho sentito le urla dei tifosi ho trovato la forza per arrivare fin sul traguardo, ché ero stremato, dopo aver iniziato ad attaccare a 55 km dall’arrivo...».
Ballan ha una dedica? «A tutti i miei tifosi, a chi ci ha creduto, a me stesso, in particolare a mio papà, che non è qui a vedermi ed è mancato 12 anni fa e spero m'abbia visto da lassù, alla mia famiglia, alla mia bimbe Azzurra e Stella».
Cunego si toglie qualche sassolino: «Ho dimostrato di poter primeggiare nelle gare d un giorno, ma penso ancora di poter puntare alle gare a tappe, anche se voi (giornalisti, ndr) dite di no». «La mia convocazione - prosegue il veronese - è sempre discussa e sempre criticata. Le scelte di Franco Ballerini sono sempre ottime. Abbiamo vinto 2 volte con Bettini e una con Ballan. Con tutto rispetto per gli altri, oggi ci siamo comportati veramente bene e abbiamo dimostrato di poterci comportare alla grande come team». «Con Ballerini - conclude Damiano - c'è un grande rapporto non solo di lavoro, ma anche di amicizia. Come dice Alfredo Martini, è un tecnico che vede lungo, sa il valore degli atleti, sia fisiche che più generali. Non sono frasi fatte, è proprio così e lo ha dimostrato»
Ballan è inevitabilmente un fiume in piena: «Nel finale ero accompagnto dai tifosi. Pensavo solo a non farmi prendere, a non cedere sulla rampa finale, che mi preoccupava dopo aver visto la gara femminile e degli Under 23». E ancora: «Franco è una persona da ammirare, dà quella tranquillità a tutto il gruppo che rende possibile i successi che sono arrivati. È stato fondamentale». E conclude: «Su quel punto dei Ronchi bisognava cambiar ritmo, era lì che si poteva far più male. Temevo di finirmi, certo, anche se l'obiettivo iniziale era di render dura la vita ai velocisti, in accordo con Paolo. Poi, nonostante qualche crampo, è andata benissimo. Un messaggio? Speriamo che questo ciclismo inizi a risalire, che la piaga del doping ci lasci più tranquilli e speriamo di goderci questa vittoria italiana».