Avete visto Cavendish? - Il britannico centra la terza volata
Tanti neanche ci avranno fatto caso, che oggi c'è stata la dodicesima tappa del Tour. Se gli occhi e le orecchie non erano occupate in altre faccende, c'era quantomeno il cervello che volava altrove.
Comprensibile, forse.
Ma il Tour non è solo gendarmi ("con i pennacchi, con i pennacchi", direbbe De Andrè, in un'altra celebre similitudine di moralismo che condanna senza un minimo di autocritica), ma anche corridori; fughe e volate, perché no?
Ed allora il canovaccio di oggi prevedeva una tappa piatta. Se non piatta, quantomeno pianeggiante, nonostante un Gpm di 4a categoria, posto però a più di 100 km dal traguardo.
Ci hanno provato Dumoulin (già vincitore della tappa di Nantes), Gerard e Oroz ad invertire il canovaccio che prevedeva una volata, ma le squadre degli sprinter non si sono fatte lasciare sfuggire una delle ultime occasioni per le ruote veloci, prima della terribile tre giorni alpina (un'altra, forse, può esserci domani).
Ed allora gli ultimi km sono tutto un susseguirsi di treni, di vagoni, di rotaie e locomotive. Una rotonda a 3,5 km scompagina i piani del Team Columbia, desiderosa di mettere il "bomber" Cavendish nelle migliori condizioni di realizzare la tripletta. Però anche la Crédit Agricole di Hushovd scalpitava, la Milram di Zabel, la Quick Step di Steegmans; e, con loro, gli "indipendenti".
All'ultima curva a destra è la Milram in testa, ma Zabel sorpassa Velo e lo mette fuori gioco. Renshaw non riesce a passare e la Crédit vede sfumare così l'occasione di lanciare bene il vikingo Thor. Chi fa un'ottima velocità è Rosseler, con Steegmans a ruota, che sorpassa a doppi giri il treno già esistente e, a centro strada, lascia perfettamente lo sprinter di Lefévère a circa 200 metri dal traguardo.
Il belga, fin qui opaco, fa la sua volata, ma è passato con apparente facilità dal britannico Cavendish, sin lì appollaiato alla sua ruota. Il francese Chavanel (Sébastien, non Sylvain; quello ci prova con le fughe), solo per la bravura di tenergli la scia (almeno per i primi 50 metri), arriva secondo, seppur con una bici di distacco.
E così, dopo la doppietta al Giro (con l'assist a Greipel), il giovane Mark firma la tripletta al Tour. Non più giovane velocista emergente, dunque, ma grande campione degli sprint.