Ina, volata assicurata - Teutenberg bagna l'esordio Rosa
Ha un cognome che sembra un muro fiammingo o una côte vallone. Come Bosberg, come Cauberg: Teutenberg. Ha un nome, invece, che sembra uscito da un fumetto manga: Yoko-Ina. Belgio&Olanda e Giappone, un mix futuristico che un brivido sulla schiena, almeno uno, ce lo regala.
E di brividi sulla schiena sarà stata pervasa anche Edita Pucinskaite, Maglia rosa che è caduta a circa 3 km dall'arrivo di Novara, coinvolta in uno scivolone generale che ha trascinato in terra una ventina di atlete, con la Belvederesi che ci ha rimesso una clavicola e la Pisaneschi una botta al bacino. Fortunatamente per la lituana, nessun danno grave, e Maglia rosa vestita anche alla fine di questa quarta tappa.
Quarta tappa che ha premiato, allo sprint, l'atleta della T-Mobile, squadra che, con la Safi-Pasta Zara ed il Team Flexpoint, ha provato ad animare la tappa anche prima degli ultimi 1000 metri.
La prima a scattare, anche oggi, un'atleta della DSB Bank di Marianne Vos: è la volta della Van Essen, che comunque avrà vita breve davanti. Ripresa la prima, ci prova la seconda: Andrea Bosman, anche lei ripresa dopo pochi km di avanscoperta. Va un po' meglio alla Knecht del Bigla Cycling Team, che rimane in avanscoperta non appena la strada inizia a salire.
Siamo ad Arona, ai piedi del primo Gpm di terza categoria, ed è Fabiana Luperini, terza in classifica a soli 48" dalla leader Pucinskaite, a menare il ritmo: il gruppo non si fa sorprendere, però, e la toscana si deve accontentare dei punti della classifica Gpm conquistati in vetta. Tutto da rifare.
Sul secondo Gpm, questo di seconda categoria, è Svetlana Bubnenkova ad allungare il gruppo, ma la Pucinskaite, sempre vigile e presente, non si fa sorprendere neanche dalla russa, nonostante la lontananza in classifica della capitana della Fenixs HPB. Passeranno nello stesso ordine anche sul terzo Gpm, altro terza categoria, con la finalmente brillante Marta Bastianelli, classe '87 come Marianne Vos e maggiore speranza del ciclismo italiano, in terza posizione.
Dopo uno scatto abbastanza telefonato di Maribel Moreno, seconda in classifica generale, subito rintuzzato dal gruppo, è proprio la laziale di Lariano a non accontentarsi di vivacchiare in gruppo, anche perché tra prologo e cronoscalata ha perso un bel po' di minuti dalle capoclassifica, e «chissà - avrà pensato Marta - che non mi lascino fare...»; anche perché lo scatto, assestato in maniera secca e decisa, era francamente arduo da tenere. È tutta sola la Bastianelli, supportata solo dall'ammiraglia ed accompagnata soltanto dal vento, col fiato costante del collo sul gruppo per tutti i 40 km di fuga solitaria, con vantaggio massimo di 2'00".
Siamo ancora lontani dal traguardo, però, e di spazio per attaccare ce n'è: ci provano in due, la Melchers e la Bates; la prima per rientrare in classifica, la seconda per sgravare dal lavoro per la volata la propria squadra, la T-Mobile. Ci prova anche la Tamanini a rientrare, insieme ad altre atlete, ma tra lo sforzo nel bagnomaria e l'arrendersi al rientro in gruppo, le inseguitrici decidono - a quel punto saggiamente - la seconda opzione.
La vicecampionessa italiana paga questo suo ritardo nei riflessi col lavoro in testa al gruppo, insieme alla Zugno ed insieme alla DSB Bank: della Bronzini si sa(peva), della Vos così determinata si poteva immaginare, ma fa piacere vederlo confermato dal lavoro del team.
Anche il Team Saccarelli della Baccaille e della D'Ettorre dà una mano alle due squadre in testa al gruppo, e il vantaggio delle due atlete davanti diminuisce, ma neanche in modo troppo sensibile. Ci vuole un'accelerata. Accelerata che arriva ad un passo dall'arrivo, col gruppo rallentato anche dalla caduta precedentemente descritta e da un paio di rotonde (una ai 900 metri, una ai 150 metri) non propriamente segnalate come si dovrebbe in questi casi.
Fatto sta che ai 300 metri dall'arrivo c'è ancora la Bates in testa, col gruppo sgranato da una lunga fila indiana che non produrrà distacchi, ma che complica le operazioni di risalita per le velociste più accreditate di successo. Fatica la Schleicher, preoccupata anche della caduta della Maglia rosa, fatica la Vos, trovatasi troppo dietro all'ultima curva. Faticano anche Gilmore e Bronzini, che comunque riescono a passare Kathrine Bates, anche se davanti c'è proprio una compagna della tedesca, l'altra teutonica Yoko-Ina Teutenberg, abile nel leggere l'ultimo ostacolo e nel trovare il ritmo ed il rapporto giusto per rilanciare l'andatura e far valere la sua grande potenza.
In effetti era stato strano non vederla nel primo arrivo allo spint, lì a Pontecchio Polesine, visto che i lunghi rettilinei sono il tipo di preparazione alla volata che gli atleti di potenza prediligono. Ma comunque oggi la Teutenberg s'è ampiamente rifatta, brindando con un bel successo alla sua prima partecipazione Rosa.
Rosa, quello della Pucinskaite, che stasera si leccherà le (poche, per fortuna) ferite, in attesa di altri attacchi, di altre imboscate, nella tappa di domani, lungo i 103 km tutti ondulati del circuito di Cittiglio, con la temibile ascesa all'Arcumeggia a circa 35 km dal traguardo.