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L'ultimo urlo è di Petacchi - Bella la commemorazione di Casartelli

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L'ultima tappa di un grande giro, a meno che non sia una cronometro o un arrivo in salita (ma quest'ultimo è un evento storicamente rarissimo) è consacrata ai saluti e alla passerella del gruppo, e in genere si conclude con una volata generale dopo qualche giro di circuito nella città d'arrivo.
La frazione finale del Giro 2005 non ha derogato a questa regola non scritta del ciclismo: malgrado i distacchi tra i primi tre della classifica si contassero nell'ordine dei secondi e non dei minuti, non ci sono stati attacchi dell'ultim'ora alla ricerca di abbuoni o di vantaggi di classifica.
Bisogna pur dire che comunque era difficilissimo per Simoni recuperare 28" a Savoldelli (considerando che il vincitore di tappa guadagna 20" di abbuono), così come non era meno arduo per Rujano (un peso piuma non certo veloce) incassare 17" che lo avrebbero riportato su Gibo, al secondo posto.
Quindi, via tutte le tentazioni di fare corsa vera, ci si è incanalati verso Milano in buon ordine e con l'accompagnamento della goliardia tipica dell'ultimo giorno di scuola (ci si perdoni l'abusato luogo comune, facilitato dalle alte temperature di queste ore).
La cosa più importante della giornata è stata la partenza: la tappa ha infatti preso le mosse da Albese con Cassano, paesino di 5000 anime da cui proveniva Fabio Casartelli, corridore bravo quanto sfortunato, campione olimpionico su strada a Barcellona '92, e incorso poi in un destino infame: trovò la morte al Tour de France, in una discesa pirenaica (il Portet d'Aspet), a causa di una caduta. Da quel triste giorno sono passati 10 anni (era il 1995), e il Giro ha meritoriamente voluto onorare il ricordo di Casartelli con questa partenza.
La tappa, quindi: entrata nel vivo solo negli ultimi giri del breve circuito milanese (4,8 km da ripetere 12 volte), ha proposto tre tentativi di allungo (White, Zabriskie e Wilson) prima di finire col volatone. L'esito è il più scontato che si potesse immaginare: Petacchi ha battuto Zabel e tutti gli altri, centrando il quarto successo in questa corsa rosa. Complimenti a lui e arrivederci al prossimo Giro.

Marco Grassi

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