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Fanno già sul serio - Pellizotti-Cunego, duello in Emilia

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Grande e spettacolare edizione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, quella che si è appena conclusa. Come già aveva anticipato il suo "designer" Adriano Amici, a questa corsa pareva non mancare proprio nulla. Un percorso ben equilibrato, attori di prim'ordine, che fatta forse eccezione per l'ultima frazione, non hanno certo fatto mancare una carica agonistica che ha impreziosito la competizione stessa.
Sarebbero a questo punto infiniti gli elogi da spendere in favore degli organizzatori, capaci di esprimere un percorso valido, dove il pubblico è sempre stato presente, sulle salite come pure agli arrivi.
Peccato per l'episodio legato all'incidente a Figueras. La sorte, o forse anche l'eccessivo accanimento di tanti corridori a voler cimentarsi in volate di gruppo, all'ostinata ricerca di un piazzamento che vada magari anche oltre alla ventesima posizione, sono stati fatali all'atleta partenopeo, il quale dovrà starsene adesso fermo e immobile, rassegnato a risalire nuovamente in bici con programmi purtroppo abbastanza differiti nel tempo.
Auguri Giuliano, e non mollare!
Aldilà dei meriti organizzativi, la corsa ha saputo comunque offrire importanti segnali da approfondire ed analizzare, anche nella consapevolezza che ci separano poco più di quaranta giorni dalla partenza del prossimo Giro d'Italia.
Per spirito gratuito di contraddizione, incominciamo allora dal vincitore Franco Pellizotti, il quale aveva già previsto di non prendere parte alla corsa rosa. La sua già buona condizione sembra raggiungere i livelli più alti ed alle performances già ottenute al Giro del Mediterraneo, al Laigueglia ed alla Parigi-Nizza, si aggiunge di diritto questa edizione della Coppi e Bartali che il biondo atleta veneto-friulano è riuscito ad accaparrarsi con pieno merito.
Il selciato di Faenza lo ha arricchito, impreziosendolo con la sua prima vittoria di stagione e consegnandogli una maglia di leader che è riuscito a far sua ed a portare indenne sino all'ultima tappa con arrivo a Sassuolo. È riuscito sempre a rispondere con tranquillità e sicurezza agli attacchi di Cunego, coadiuvato sempre da una squadra che con il passare delle gare, dimostra un'efficienza ed un affiatamento fuori dal comune, segno che per quanto matricola, in casa Liquigas si è ben lavorato in inverno, anche sotto il profilo psicologico.
Damiano Cunego, da par suo, ha ampiamente onorato la sua partecipazione. Nelle sue dichiarazioni non ha mai fatto mistero di quelle che fossero le sue ambizioni; quando la strada glielo consentiva, il Piccolo Principe ha sempre graffiato, cercando di lasciare il segno. Purtroppo, la prematura uscita di scena di due uomini importanti come Figueras e Sabaliauskas, ha inevitabilmente condizionato il rendimento della Lampre-Caffita nella cronosquadre, aggravandone il ritardo. Successivamente, il selciato di Faenza non ha certamente premiato il suo fisico esile e minuto, relegandolo al quinto posto dello sprint e privandolo degli abbuoni, appannaggio invece dei suoi avversari. Per Cunego però, le sensazioni avvertite sulle strade dell'Emilia-Romagna, sono da considerare ampiamente positive e se la fortuna dovesse assisterlo un po' di più, qualche importante risultato di prestigio potrebbe arrivare anche prima del Giro, che resta comunque il suo principale obiettivo di stagione.
La grande sorpresa è rappresentata indubbiamente dal secondo posto conseguito da Mauro Facci, portacolori della Fassa Bortolo. L'atleta vicentino, che compirà 23 anni il prossimo 11 maggio, si è ben distinto nel corso della seconda tappa, rivoluzionando in parte quelli che erano i piani del team trevigiano, che prevedevano forse un ruolo di primo piano per la generale riservato al lussemburghese Kim Kirchen. Nella tappa di Faenza, Facci si era involato dopo 70 chilometri di gara insieme ad altri dieci temerari, tra i quali l'allora leader, suo compagno di squadra, Francesco Chicchi. Quando durante la seconda ascesa al Monte Trebbio, si sono visti raggiungere da uno scatenato Damiano Cunego, Facci è riuscito a transitare sul Gpm insieme all'atleta veronese al quale si era aggiunto nel frattempo Pellizotti.
Nei giorni successivi, coadiuvato sempre da un splendida squadra, il giovane atleta è riuscito a mantenere la sua posizione ed anche nell'ultima tappa, dove sull'ultima ascesa di Fazzano Cunego ha cercato di insidiare il suo secondo posto, Facci ha saputo tener duro e sul traguardo di Sassuolo, il tributo pagato all'ultima maglia rosa, è stato soltanto di irrisori 2", tale da consentirgli di mantenere la seconda posizione, oltre che di aggiudicarsi la maglia riservata al miglior giovane della classifica generale.
La sua stagione proseguirà con il Giro dei Paesi Baschi ed al momento non si conoscono i suoi programmi futuri. Certo è che se al prossimo Giro d'Italia la Fassa Bortolo non riserverà le proprie ambizioni esclusivamente alle ruote veloci di Alessandro Petacchi, sarebbe davvero interessante vedere all'opera questo giovane atleta, impegnato magari a testarsi nella generale.
Sempre restando in casa Fassa Bortolo, da segnalare l'importante successo conseguito da Kirchen nel corso della penultima tappa. L'atleta lussemburghese sta viaggiando dall'inizio di stagione con un ruolino di marcia veramente impressionante. Doveva essere l'uomo di classifica della squadra ma poi vicissitudini di corsa hanno fatto orientare su Mauro Facci questa leadership. Ciò nonostante, sul traguardo di Serramazzoni, l'atleta lussemburghese ha saputo imporsi con uno sprint regale che non aveva assolutamente nulla da invidiare a quelli di Freire, nell'ultima Tirreno-Adriatico.
Altre conferme sono poi venute da Tiralongo, Luca Mazzanti e Nibali, anch'essi sempre protagonisti dall'inizio di stagione.
Un discorso a parte lo meritano invece i velocisti. Salvo rare occasioni, Petacchi era sempre riuscito sino ad oggi ad egemonizzare la scena. La sua assenza alla Settimana Internazionale aveva pertanto acceso un ulteriore motivo di interesse per quelli che sarebbero stati gli arrivi riservati alle ruote veloci del gruppo. In effetti, le speranze non sono andate deluse. In casa Panaria, con Grillo assente anch'egli dalla corsa, l'argentino Bongiorno ha confermato quanto di buono era riuscito a fare sulle strade della Malesia, riuscendo a precedere tutti già il primo giorno, sul traguardo di Riccione.
A Finale Emilia invece, il ventiquattrenne atleta LPR, Danilo Napolitano, è riuscito ad imporsi con una volata imperiale. In entrambe le occasioni, la medaglia d'oro del Mondiale Under 23 di Zolder 2002, il camaiorese Francesco Chicchi, si è aggiudicato il posto d'onore. Tutte osservazioni degne di nota, che fanno intravedere segnali confortanti emergere dal mondo degli sprinter.
C'è da dire però, che questi corridori avrebbero dovuto onorare maggiormente la corsa, portandola a termine sino al traguardo di Sassuolo. È assurdo ipotizzare il mondo dei velocisti come un mondo a sé stante; sfruttare i palcoscenici sui quali esibirsi e poi tornarsene tranquillamente a casa. Ci sono i velodromi per questo. Il pubblico che ti apprezza, vuole essere lì ad applaudirti alle partenze e ad incitarti sulle salite quando sei a lottare su un terreno che madre natura ti ha reso ostile. Atteggiamenti da super divo non vanno bene nel ciclismo e talvolta possono magari indurre a comportamenti non proprio consoni alla vita di atleta. Meglio allora restare a soffrire in corsa, nella palestra naturale dove meglio si potranno preparare i prossimi obiettivi e dove è più difficile abbandonare l'opportuna concentrazione.
Ultima segnalazione, il prematuro abbandono della corsa da parte del campione olimpico Paolo Bettini. Avevamo lasciato il campione livornese protagonista delle fasi finali della Milano-Sanremo. Anche alla Settimana Internazionale, non aveva esitato a cercare il risultato negli affollati sprint di gruppo. Sembrava che la brutta influenza che lo aveva costretto ad un forzato stop nella preparazione, fosse ormai accantonata, ma purtroppo la febbre ha fatto la sua ricomparsa. Fondati a questo punto i dubbi e le perplessità legati a quelle che potranno essere le sue effettive potenzialità ed ambiziomi per il Giro delle Fiandre da corrersi domenica prossima.
Fortuna invece, sempre restando in casa Quick Step, che Filippo Pozzato, che alla pari di Bettini ha dovuto vedersela con una fastidiosa influenza, abbia dato in questa settimana segnali confortanti che lasciano presagire una fase evolutiva in progresso di condizione.

Roberto Sardelli

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