La rimonta del secolo - Pantani, enorme impresa a Oropa
Versione stampabileMarco Pantani ha vinto ad Oropa. Ma questo è il meno. Tutti, stamattina, alla partenza, avrebbero pronosticato il successo di tappa del romagnolo: previsione fin troppo facile anche per i bookmakers visto che chi avesse puntato sul Pirata avrebbe vinto una quota ridicola. Ma a 10 chilometri dall'arrivo queste certezze erano pallidi ricordi: il "Dominatore" non dominava neanche i nervi, scossi da un banale incidente meccanico capitato nel momento più sbagliato. Però, potenza dello sport, da quell'attimo di buio è nata l'impresa dell'anno. Ma andiamo con ordine.
Il percorso, con la dura salita conclusiva, invitava il gruppo a farsi un sonno in attesa del finale. Mai proposta fu accolta con maggior diligenza, visto che per 110 chilometri non si è visto nemmeno uno scatto. La Mercatone Uno di Pantani teneva agevolmente in pugno la situazione. I primi a muoversi sono stati Bettini e "Chepe" Gonzalez, in cerca di punti del Gpm su una salitella posta poco prima di quella di Oropa.
Ma un gruppo già scremato dalla prima rampetta ha vissuto il momento topico all'attacco della seconda: quando, cioé, la catena della bici di Pantani ha fatto le bizze andandosi ad incastrare chissà come e costringendo la maglia rosa ad una fermata imprevista quanto inopportuna. L'intervento del meccanico addetto al cambio-ruote (quello della Mercatone era intruppato con l'ammiraglia in fondo alla carovana) ha permesso a Pantani di limitare la perdita di tempo ad una quarantina di secondi.
Ma davanti non potevano certo aspettare i comodi del leader del Giro e la ONCE di Jalabert non si è fatta pregare per attuare un buon forcing. I gregari del romagnolo, che fino a quel punto stavano pilotando il loro capitano in attesa che facesse polpette dei suoi avversari, hanno dovuto lavorare il triplo per assottigliare lo svantaggio dai primi. Poi i memorabili, ultimi otto chilometri, di fronte ai quali è lecito farsi prendere da un grande entusiasmo.
Pantani, che sulle prime, innervosito, aveva faticato a riprendere il colpo di pedale, perdendo addirittura le ruote dei compagni Garzelli, Borgheresi, Zaina, Podenzana e Velo (meritano tutti la citazione), ha ritrovato smalto via via che le pendenze si facevano serie. E, come timbrando, ad ogni avversario, il cartellino, ha iniziato a rimontare tutti quelli che gli erano rimasti davanti. Uno ad uno, in una progressione impressionante. Jiménez, Camenzind, "Chepe", Axelsson, tanto per fare dei nomi. Tra i primi cresceva l'inquietudine. Tirava Miceli, poi è scattato Heras.
Ai meno 6 si è mosso Jalabert, insieme a Gotti e allo stesso Miceli. I tre, pur andando a tutta, non riuscivano a ricacciare indietro Pantani che, intanto, aveva raggiunto Savoldelli, Clavero, De Paoli e Simoni. Ai meno 4 è partito Jalabert, staccando Gotti, riprendendo e superando Heras. Ai meno 3 Pantani risaliva, portandosi dietro i quattro appena ripresi, fino a Gotti e Miceli. Scatta deciso, Miceli lo seguiva per mollare dopo pochi metri.
Un altro scatto ed ecco il Pirata su Jalabert, un altro ancora e Pantani, solo al comando, volava fino al traguardo (dove non ha neanche alzato le braccia), guadagnando su tutti. Un'eccezionale corsa ad handicap, al termine della quale non contavano tanto i distacchi, quanto una consapevolezza: il più grande personaggio che lo sport possa vantare in questo momento fa in bicicletta. E si chiama Marco Pantani.
GIRO D'ITALIA 1999
15a tappa: Racconigi - Oropa (147 km)
Ordine d'arrivo 1. Marco Pantani 2. Laurent Jalabert 3. Gilberto Simoni 4. Ivan Gotti 5. Daniel Clavero 6. Nicola Miceli 7. Paolo Savoldelli 8. Andrei Zintchenko 9. Daniele De Paoli 10. Davide Rebellin |
3h47'31" a 21" a 35" a 38" a 38" a 44" a 49" a 54" a 56" a 57" |
Classifica 1. Marco Pantani 2. Paolo Savoldelli 3. Laurent Jalabert 4. Ivan Gotti 5. Daniel Clavero 6. Serhiy Honchar 7. Gilberto Simoni 8. Niklas Axelsson 9. Oscar Camenzind 10. Daniele De Paoli |
67h01'19" a 1'54" a 2'10" a 2'11" a 2'12" a 5'40" a 5'44" a 6'08" a 6'27" a 7'58" |