C'è ancora da soffrire - Nozal non cede, Heras ci crede
Versione stampabile Due settimane di Vuelta hanno spazzato via già un bel po' di illusioni. Quella relativa al rivedere un italiano primo a Madrid 13 anni dopo Giovannetti, per esempio: Frigo si è abbandonato a se stesso, e, prima per colpa del vento, poi di non si sa bene cosa, ha perso uno, quattro e undici minuti in tre giorni. Tanti saluti al podio, sarà per un'altra Vuelta. In casa Fassa è tramontata anche l'illusione Aitor: Gonzalez si è ritirato per problemi fisici, ma anche perché era ormai fuori dai giochi importanti. Resiste invece, e alla grande, l'illusione più grande di tutte: quella del semi-Carneade Nozal di vincere la Vuelta facendola in barba al mondo.
Isidro, come ormai ci aspettavamo, ha schiaffeggiato la compagnia anche ad Albacete, nella seconda crono della corsa a tappe spagnola. Ma sul percorso contro il tempo è venuto fuori Heras: l'uomo della Us Postal ha tenuto assai bene, e il minuto e 45" ceduto alla maglia oro è poca roba, se consideriamo che lo stesso Heras tutto è meno che uno specialista del cronometro. Pur essendo scivolato a oltre cinque minuti dal rivale (tra i due Gonzalez de Galdeano continua a galleggiare, forse in attesa del tracollo di Nozal che gli lascerebbe campo libero, forse sinceramente votato alla causa del giovane capoclassifica suo compagno. Propendiamo per la prima ipotesi), Heras ha tratto dalla giornata di Albacete un bel po' di coraggio.
E a Sierra de la Pandera ha dato fondo alle sue energie per staccare l'abusivo in maglia oro (così viene considerato dai senatori). Heras è riuscito a dare un minuto e un quarto di distacco a Nozal, ben poco (gli resterebbe da colmare un vuoto di oltre 4 minuti), ma intanto per lui meglio così piuttosto che arrivare in gruppetto col rivale; e poi si è visto che il giovane Once può staccarsi e andare in difficoltà. Heras ha dalla sua l'arrivo in salita di martedì a Sierra Nevada, e poi una tappa movimentata venerdì. Nozal deve difendersi per poi giocarsi il match-point nella cronoscalata di sabato: ce la farà? non ce la farà? Il giorno di riposo può essere decisivo: se non ci fosse stato, Isidro avrebbe dovuto recuperare in fretta dalla fatica di Sierra de la Pandera. Ma c'è, e quindi la maglia amarillo può rilassarsi un momento, raccogliere le forze e pensare a come gestirle per il meglio: il più è fatto, cadere in vista del traguardo sarebbe maledettamente seccante.
Marco Grassi