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Rimandati e bocciati - Boom implode, Franzoi delude - Mourey si nasconde troppo, Wellens sembra in calo

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Lars Boom – 5
La stagione del fenomeno olandese è stata di alti e bassi: indietro di condizione all'inizio, soprattutto a causa dell'intensa attività su strada del 2008, poi in breve a livello dei migliori, quindi di nuovo bloccato da un'infezione urinaria che lo ha tenuto fermo praticamente un mese. A gennaio pareva finalmente in palla, potenzialmente il più forte, pronto a giocarsela spalla a spalla con Nys e Albert, ma i Mondiali in casa si sono rivelati un flop e, nelle ultime corse, Boom è apparso svuotato, svogliato, incapace di lottare per un piazzamento. Certo, ha pur sempre vinto diverse gare, fra cui due prove di Coppa del Mondo e il titolo nazionale, ma da un campione come lui ci si aspetta ben altro. Quando è stato in forma ha mandato lampi di classe pura unita a una forza straordinaria, come nell'ultima prova di Coppa a Milano, dove è stato battuto solo da un superbo Nys. Eppure, appena una settimana dopo, a Hoogerheide, ha fallito completamente la gara davanti al pubblico amico, che inneggiava a lui sperando in un bis iridato. Le ultime prove della stagione sono state fatte probabilmente più per onore di firma che non per reale voglia: di riscatto nemmeno a parlarne, anzi si è visto un corridore stanco, con la testa altrove, ai limiti dell'indisponenza, che una volta staccato dai primissimi si lasciava sfilare giro dopo giro dagli altri atleti, senza mostrare alcuna reazione. La Rabobank quest'anno lo ha integrato nel suo squadrone Pro Tour, e lui ha manifestato l'intenzione di abbandonare il cross per dedicarsi alla strada. Non certo una decisione avventata, visto che Boom è campione olandese assoluto in carica sia in linea che a cronometro, oltre ad aver vinto nel 2007 il mondiale under 23 contro il tempo (e in tutto sono una trentina i successi conquistati in questi anni con la continental olandese, principalmente in gare open). Certo rimane l'amaro in bocca per quello che sugli sterrati si è dimostrato un autentico fenomeno, e servirà a poco la raccolta di firme che la Gazet van Antwerpen (organizzatrice dell'omonima challenge) sta portando avanti per convincerlo a non abbandonare la disciplina.

Bart Wellens – 5,5
A guardare le statistiche non si può dire certo che il 2008-09 di Wellens sia da buttare: secondo in Coppa del Mondo e nel GvA, terzo nel Superprestige e nel ranking UCI, quarto al mondiale. Eppure il corridore belga mai è stato grande protagonista nelle gare che contano: sempre presente, regolarissimo, ma spesso lontano dalla lotta per la vittoria. I suoi tre successi sono poca cosa rispetto a quelli delle stagioni passate, non tanto per il numero quanto per l'incapacità di lottare coi big, e questo non può considerarsi soddisfacente per chi ha due titoli iridati nel cassetto. Inoltre le partenze lente sono state una costante della sua stagione, tanto che più volte lo abbiamo visto protagonista di bei recuperi, ma a quel punto i migliori avevano già preso il largo. L'impressione è che sia sceso di un livello, non tantissimo, ma quanto basta per restare costantemente dietro a Nys, Albert e compagnia. La prossima annata saprà dirci se questa è stata l'inizio di un declino, o solo un lungo passaggio (quasi) a vuoto.

Klaas Vantornout – 6
Ha lasciato la Fidea (dove soffriva la concorrenza di Wellens, Vervecken e Stybar) per andare a correre da leader nella Sunweb. In realtà dei suoi ex compagni nessuno, per un motivo o per un altro, ha avuto una stagione memorabile, e questo sarebbe stato proprio il momento in cui imporsi anche nella vecchia squadra e magari ottenere l'appoggio degli altri in qualche gara. Comunque vederlo in azione da capitano ha confermato quanto già si pensava di lui: un ottimo corridore, capace di reggere le ruote dei big e metterli anche in difficoltà in alcune giornate, ma sostanzialmente un piazzato. Tanti i suoi podi e i risultati a ridosso dello stesso, comunque tre i successi, anche se in gare di secondo piano. Qualche problema fisico gli ha messo un po' i bastoni fra le ruote, ma il suo ruolo sembra destinato a restare quello dell'outsider di lusso.

Francis Mourey – 6
Altro corridore con velleità da stradista, il francese è uno dei pochissimi che, quando è in buona giornata, può mettere in difficoltà l'armata belga. Però preferisce rimanere a correre in casa, in gare di secondo piano, e questo spiega le sette vittorie stagionali (compreso l'ennesimo titolo nazionale). Non disputa né il Gva né il Superprestige, mentre in Coppa del Mondo quest'anno è terminato sempre lontano dai primi. Si prepara appositamente per i Mondiali, e ad Hoogerheide ha infatti raccolto un ottimo quinto posto, ma un confronto continuo coi big della specialità probabilmente gli gioverebbe.

Sven Vanthourenhout – 5,5
Ex grande promessa, campione del mondo under 23 nel 2001, bronzo fra gli elite nel 2005, da un paio di stagioni appare in piena involuzione, coi risultati che stentano ad arrivare. Eppure sul corridore si puntava assai fra i belgi, all'inizio anche in ottica strada. E paradossalmente proprio il secondo posto ottenuto ai campionati nazionali su strada dello scorso giugno è il miglior risultato da due anni a questa parte. Solo che Vanthourenhout si dedica solo al cross, e al massimo disputa qualche kermesse fra primavera ed estate per mantenere la forma. Il finale di stagione, dalla prova meneghina di Coppa in poi, ha lasciato però buone impressioni, mostrando un corridore finalmente al livello dei migliori, combattivo e determinato. Se si è trattato dell'ennesimo fuoco di paglia lo scopriremo il prossimo autunno.

Enrico Franzoi – 5,5
Come da un paio d'anni a questa parte il più forte crossista italiano disputa una stagione in scala ridotta, puntando su pochi appuntamenti e con un occhio rivolto alla strada. A ciò aggiungiamo il mancato accordo economico che ha impedito a Franzoi di disputare il Superprestige, cosa che lo ha quindi privato di un costante confronto coi big, e avremo così un'annata abbastanza sottotraccia, con qualche buon piazzamento in gare belghe di secondo piano (ma coi migliori al via), e una Coppa del Mondo senza acuti, fino a un Mondiale anonimo. Riconquistare a Modena il titolo nazionale è stato l'unica soddisfazione per il corridore della Liquigas: onestamente ci si aspettava di più.

Marco Aurelio Fontana – 5,5
Forse non gli si poteva chiedere molto di più dopo un 2008 che lo ha visto impegnato con successo anche in mtb, fino al prestigioso quinto posto olimpico, ma il bellissimo Mondiale disputato lo scorso anno aveva comunque fatto nascere molte aspettative in appassionati e tecnici. Partito inevitabilmente piano dopo la stagione in fuoristrada, con la maglia tricolore addosso ha raccolto diversi successi in Italia, ma al cospetto dei migliori non è quasi mai riuscito a mettersi in evidenza: solo in Coppa a Milano ha brillato, mostrando la generosità che aveva esaltato tanti tifosi. Ad Hoogerheide è stato il migliore degli italiani, con un discreto undicesimo posto, togliendosi la soddisfazione di arrivare davanti a Franzoi che lo aveva battuto nettamente ai campionati nazionali.

Jonathan Page – 4,5
Ci si chiede proprio che fine abbia fatto il corridore capace soltanto due anni fa di vincere l'argento ai Mondiali. Va dato atto all'americano di essere stato anche abbastanza sfortunato, ma se la sua stagione era iniziata benino, con vittorie oltreoceano e qualche piazzamento in Europa, i mesi invernali sono stati un disastro: sempre meno competitivo, colpito da vari acciacchi, è riuscito a tornare agli onori della cronaca solo per essere finito sotto inchiesta dopo aver saltato un controllo antidoping. Effettivamente innocente (sorteggiato per il controllo alla fine di una gara, il suo nome era stato annunciato con ritardo, quando Page già aveva lasciato il circuito), è stato assolto, ma certo l'episodio non ha contribuito a farlo concentrare sulle competizioni: scivolato in trentacinquesima posizione nella classifica UCI, cinquantaduesimo ad Hoogerheide, l'unica consolazione è che la prossima stagione difficilmente potrà andare peggio.

2 - Fine

Gianluca Colloca

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