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Il pagellone: i promossi - Albert con lode, Nys quasi - Walsleben è atteso al salto, Groenendaal appende la bici al chiodo

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Niels Albert – 10 e lode
Se un giorno un produttore hollywoodiano vorrà fare un film ambientato nel mondo del ciclocross, gli ultimi mesi di Niels Albert saranno una buona base per la sceneggiatura: alla sua prima vera stagione da élite, inizia battagliando e vincendo, mostrando una continuità eccezionale (solo una volta fuori dal podio in dodici gare); poi, a metà novembre, quando è in testa alla classifica di Coppa del Mondo, cade ad Asper Gavere e si infortuna seriamente alla milza; ricoverato in ospedale, la stagione sembra compromessa, il suo manager parla di un possibile ritorno verso febbraio, ma più per onore di firma che altro; invece, a sorpresa, il ragazzo brucia i tempi, fra Natale e Capodanno è di nuovo a gareggiare sugli sterrati del Nord, anche se la forma è quella che è; la gamba però non può che migliorare, e se ai campionati nazionali lo batte solo un grande Nys, ai Mondiali non ce n'è per nessuno; e nelle ultime gare della stagione, quando alcuni sono già con la testa altrove, lui è ancora lì a giocarsela (sempre contro Nys ovviamente) fasciato nella maglia iridata. Classe, continuità, grinta, convinzione e giovinezza (23 anni compiuti giusto pochi giorni dopo il successo iridato di Hoogerheide): il futuro è suo.

Sven Nys – 9,5
Cosa si può dire di più su Sven Nys che non sia già stato detto? Da una dozzina d'anni è ai massimi vertici della disciplina, battagliando con avversari di generazioni differenti: ha iniziato contro campioni scafati come Van der Poel, De Clerq e Pontoni, adesso si ritrova i ragazzini terribili Albert e Boom, e in mezzo tanti altri. Lui però c'è sempre, nel vero senso della parola: perché Nys corre tanto e finisce immancabilmente davanti. Tanto per capirci, quest'anno su trentotto gare a cui ha preso parte solo in cinque occasioni non ha chiuso fra i primi tre. Diciotto vittorie, più il grande slam delle challenge internazionali: Coppa del Mondo, Superprestige e GvA. Se si è sentito trascurato e messo da parte dalla sua storica formazione, quella Rabobank che gli ha preferito come leader il giovane e olandese Boom, il passaggio alla piccola Landbouwkrediet non poteva essere segnato da una stagione migliore. O forse sì, se fosse arrivato quel titolo mondiale conquistato sinora "solo" una volta in carriera. A Hoogerheide Nys è stato terzo, lasciando pure l'impressione di restare un po' bloccato dal gioco di squadra. Ma la gara iridata è da sempre un problema per il grande campione fiammingo, e ormai non ci si stupisce di vederlo dominare tutto l'anno e poi fallire l'appuntamento più importante. Gli rimane la consolazione del titolo nazionale, che per i belgi vale comunque tantissimo, considerato il livello eccelso della starting list. Ormai va per i 33 anni, ma c'è da giurarci che la prossima stagione sarà ancora lui a giocarsela con Albert sui traguardi più prestigiosi.

Zdenek Stybar – 8
Per il secondo anno consecutivo Stybar si laurea vicecampione del mondo, lui che l'iride lo aveva vinto fra gli under 23. E, a parte un inizio di stagione piuttosto lento, il campione nazionale ceco ha mostrato una buona continuità ad alto livello, come dimostrano il terzo posto nella generale di Coppa del Mondo e soprattutto il secondo nella classifica UCI (dietro ovviamente al solito Nys). Però solo raramente ha dato l'impressione di potersela giocare per la vittoria coi vari Nys, Albert e Boom: insomma, un ottimo corridore a cui sembra mancare il colpo del ko. Ma ha solo 24 anni e la prossima stagione sarà probabilmente decisiva per capire se può lottare sempre ai massimi livelli o rimanere un potente outsider che deve aspettare qualche defaillance dei big per poter alzare le braccia al cielo.

Philipp Walsleben – 8
Un dominio del genere fra gli under 23 non lo si era visto nemmeno negli scorsi anni, quando fra i giovani vincevano Albert, Boom e Stybar. Per Walsleben, oltre al titolo mondiale ed europeo, la Coppa del Mondo con quattro vittorie su quattro gare e tutte le competizioni internazionali di categoria cui ha partecipato. Tanto per gradire si è portato a casa anche il campionato nazionale assoluto, anche se va detto che in Germania la concorrenza non è eccelsa. Al contrario però dei suoi illustri predecessori fra gli under, nelle occasioni in cui ha gareggiato cogli élite è terminato inesorabilmente indietro. Sarà interessante allora vederlo all'opera nella prossima stagione, per vedere come si adatterà alla categoria maggiore, anche se l'impressione è che deve ancora migliorare parecchio.

Erwin Vervecken – 7,5
A 37 anni il tre volte campione del mondo è stato scaricato dalla sua storica squadra, la corazzata belga Fidea, e ha trovato ingaggio nella più piccola Revor. Gli anni si sono fatti inevitabilmente sentire, e spesso Vervecken ha navigato lontano dai migliori, ma il vecchio campione è lo stesso riuscito a trovare alcune giornate di grazia che lo hanno visto splendere come ai tempi belli. Per lui due vittorie stagionali, ma entrambe in Coppa del Mondo, a Koksijde e Roubaix. Niente male per un vecchietto.

Kevin Pauwels – 7,5
Quarto in Coppa del Mondo, sesto ai Mondiali, quinto nella classifica UCI, ancora quarto sia nel Superprestige che nel GvA. Questi risultati riassumono perfettamente una stagione che ha visto il giovane belga sempre presente nelle corse che contano, però ogni volta con qualcosa in meno rispetto ai big. Regolarissimo, sembra però non riuscire a confermare le grandissime speranze che aveva creato vincendo un mondiale under 23 a nemmeno vent'anni. Oggi comunque ne ha ancora soltanto 25, e quindi è lecito pensare a un ulteriore miglioramento. Intanto è sempre lì coi migliori, e magari la prossima stagione troverà quel poco che gli serve per finir loro davanti.

Thijs Al – 7
Ben quattro vittorie per l'olandese, che nonostante non sia più un ragazzino (29 anni a giugno) mai si era imposto prima in una gara UCI. Dalla sua ha la scusante di essersi dedicato al cross relativamente tardi, e cioè solo dal 2005. In questi anni si era dimostrato una seconda linea presente e costante, migliorando stagione dopo stagione. E in questo inverno è riuscito finalmente a togliersi diverse soddisfazioni, soprattutto col successo di Zolder in Coppa del Mondo, dove si è messo alle spalle tutti i migliori. Il prossimo autunno vedremo se sarà in grado di fare un ulteriore passo avanti che lo porti stabilmente ai vertici della disciplina, oppure se rimarrà un outsider capace di sfruttare la giornata di grazia.

Richard Groenendaal – 6,5
Domenica scorsa a Oostmalle ha appeso la bici al chiodo, a 38 anni. I belgi, che se ne intendono, lo hanno premiato sul podio prima ancora dei vincitori di giornata, che poi erano due idoli di casa come Nys e Albert, mica i primi che passavano. La stagione di Groenendaal è stata abbastanza opaca, segnata dal tempo che scorre inesorabile per chi già nel 1994 conquistava l'argento ai Mondiali. E nel 2000 proprio vincendo l'iride ha toccato la vetta più alta di una carriera eccelsa, che gli ha regalato pure tre Coppe del Mondo e due Superprestige. Proprio per questo anche noi non possiamo che applaudire il vecchio campione.

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Gianluca Colloca

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