Altre ruote per Pechino - Conclusi i Mondiali MTB in Trentino
Si è da poco conclusa la seconda grande rassegna iridata italiana di questo 2008. Dopo il successo dei Mondiali di Ciclocross al Lago Le Bandie nello scorso gennaio è stata la volta dei Campionati del Mondo di Mountain Bike che comprendeva le discipline del Cross Country, Trial, Four Cross e Downhill, il tutto nella splendida cornice della Val di Sole in Trentino-Alto Adige.
È stata un’edizione che ha regalato alcune sorprese, gradite conferme e qualche “ritorno di fiamma” ma anche alcuni passaggi a vuoto. Per l’Italia l’avvio è stato subito buono, poi è venuto qualche piazzamento da non sottovalutare in chiave futura nelle categorie più giovani, anche se c’è senza dubbio qualche punta d’amarezza per le prove di quelli che erano i nostri protagonisti più attesi.
L’apertura del 17 giugno, com’è ormai tradizione, spettava alla prova della staffetta o, per meglio dire, Team Relay dove per gli azzurri c’erano concrete possibilità di medaglia dopo lo splendido argento conquistato agli Europei del mese scorso. Le attese non sono state tradite, anche se alla fine resta un po’ di rammarico: dopo una partenza non ottimale di Marco Aurelio Fontana l’ottima frazione (soprattutto) dello junior Gerhard Kerschbaumer e poi quella di Eva Lechner ha lanciato i nostri verso una possibile medaglia d’argento. L’inconveniente era però dietro l’angolo e così l’under 23 Cristian Cominelli è incappato in una scivolata in discesa quando le cose sembravano mettersi per il meglio. Risultato? Argento alla Svizzera, una delle grandi favorite di questa prova, per appena 1" e bronzo, comunque di assoluto rispetto, per i nostri. La medaglia d’oro è andata al quartetto francese composto da Jean-Christophe Peraud, Arnaud Jouffroy, Laurence Leboucher e Alexis Vuillermoz che è riuscito così a bissare il titolo europeo recentemente conquistato.
Il successivo 18 giugno ha visto l’apertura delle prove del Cross Country ed ha visto in scena le Donne Juniores e le Under 23: nella prima il successo è andato alla promettente colombiana Laura Abril, che con una gara convincente ha preceduto di 37” l’ungherese Barbara Benko e di 2’11” la tedesca Mona Eiberweiser mentre tra le italiane molto positiva la prestazione di Cornelia Schuster (8° a 7’55”), buono anche il 13° posto di Martina Giovanniello mentre una foratura ha costretto al ritiro Anna Oberparleiter, la nostra atleta di punta; nella seconda gara podio invertito rispetto agli Europei con la slovena Tanja Zakelj che d’autorità questa volta riesce a precedere di 2’58” la svizzera Nathalie Schneitter mentre il bronzo è andato alla polacca Aleksandra Dawidowicz, cronometrata a 3’15”. Miglior risultato tra le azzurre il 22° posto di Judith Pollinger (a 19’30”).
Stesse categorie, Juniores e Under 23, ma questa volta di scena gli uomini per le due giornate successive (19-20 giugno). Nella categoria Juniores si è riproposto l’ormai infinito duello tra lo slovacco Peter Sagan, campione europeo, e il talentuoso francese Arnaud Jouffroy, che a Le Bandie nel ciclocross si era preso l’iride proprio ai suoi danni. Vale la pena fare una breve considerazione su questi due atleti, poiché praticano il ciclismo a 360 gradi: oltre ad eccellere nella mountain bike e nel ciclocross se la cavano molto bene anche su strada. Basti dire che Jouffroy ai primi di maggio si è aggiudicato il Giro di Toscana, una delle corse a tappe più importanti dell’intero panorama. Questa volta però lo slovacco Sagan si è rivelato ben più forte ed ha conquistato l’oro con 1’33” sul francese. Bronzo allo svizzero Matthias Rupp a 2’50”. Giornata agrodolce per gli italiani: se da un lato è stata da dimenticare sia per Kerschbaumer (debilitato fisicamente e costretto al ritiro per rottura del telaio) che per Elia Silvestri (in giornata no, 33° alla fine), si può sicuramente applaudire l’ottimo 6° posto di Luca Braidot, autore di una gara abbastanza regolare. Discreta prova anche per il fratello Daniele (16°) e per Nicholas Pettinà (18°). Negli Under 23 pronostico ampiamente rispettato col successo dello svizzero pluricampione europeo Nino Schurter, che ha preceduto di 41” la vera sorpresa del giorno: il sudafricano Burry Stander. Bronzo ad un altro svizzero, Matthias Fluckiger a 3’46” (ed un altro rossocrociato, Fabian Giger, si è classificato 4°). Poca gloria per gli italiani: il migliore, Johannes Schweiggl, ha chiuso 23° a 14’36” mentre il più atteso Cristian Cominelli ha pagato una giornata negativa ed ha concluso 33° a quasi 20 minuti.
Chiusura del Cross Country con le due prove regine di domenica 22 giugno, quelle che vedevano in gara le Donne e gli Uomini Elite. Tra le donne si è registrato uno splendido ritorno al successo per una delle rivali storiche di Paola Pezzo negli anni d’oro: si è infatti imposta la spagnola Margarita Fullana, 36 anni compiuti da più di 2 mesi, a cui l’iride mancava da ben 8 anni (per lei titolo mondiale anche nel 1999, oltre al bronzo olimpico a Sidney e all’Europeo conquistato nel 2006). La sua condotta di gara è stata perfetta e così per le altre c’è stata solo la possibilità di un piazzamento; alle sue spalle hanno concluso la tedesca Sabine Spitz, argento a 1’43” e la russa Irina Kalentieva, bronzo a 2’20”, rispettivamente la prima e la seconda agli ultimi europei. C’era sicuramente molta attesa per la prova di Eva Lechner, quinta agli Europei e per la quale un piazzamento tra le prime 10 del mondo non era affatto un’utopia. Purtroppo però la bolzanina, detentrice anche del titolo di campionessa italiana su strada, è stata tradita dall’emozione ed ha trovato nel caldo un avversario molto più arduo da sconfiggere. Alla fine è giunto un 18° posto a 10’02” dalla Fullana che lascia sicuramente l’amaro in bocca ma che grida un pronto riscatto alle prossime olimpiadi di Pechino, dove Eva sarà la nostra unica rappresentante in campo femminile.
Tra gli uomini tutti i fari erano puntati su Julien Absalon, campione uscente e imbattuto da quattro anni nella rassegna iridata, con un’oro olimpico ed una sfilza di altri successi nel palmarès tanto per gradire. A sorpresa però il francese ha capito subito che il regno sarebbe caduto quando lo svizzero Christoph Sauser è partito a spron battuto, col connazionale Florian Vogel (campione europeo) in grado di seguirlo. Absalon è sembrato in netta difficoltà, soprattutto quando al penultimo passaggio sullo strappo al 22% dello splendido circuito di Commezzadura si è visto superato da avversari in serie e così il suo mondiale si è concluso con un mesto ritiro. Davanti intanto Sauser aveva già staccato con decisione Vogel per involarsi incontrastato alla conquista dell’iride, che già gli apparteneva nella specialità Marathon. Alla fine saranno 2’54” i minuti di distacco che lo separeranno da Vogel e a completare il trionfo svizzero con l’ein-plein del 3 su 3 ci pensava Ralph Naef, bronzo a 4’19”. Ottima anche la prova del britannico Killeen, giunto 4°, nei dieci anche Inaki Lejarreta, spagnolo e nipote d’arte del celebre Marino. Gli italiani? Sicuramente meglio del previsto le prestazioni di Johann Pallhuber, che ha chiuso con un onorevolissimo 13° posto a 7’52” e di Andrea Tiberi (19° a 8’49”), sotto tono invece sia Marco Aurelio Fontana (37° a 14’28”, una prova in calando con il caldo patito eccessivamente anche da lui) sia Yader Zoli (43° a 16’26”, con una caduta ad influire nella prova, complicandola in maniera determinante). Anche dai nostri 2 rappresentanti a Pechino ci si attende un pronto riscatto. Molta sfortuna invece per Tony Longo, costretto al ritiro per un problema meccanico.
Come detto oltre al Cross Country erano in programma anche le spettacolari competizioni di Trial, Downhill e Four Cross. Nel Trial 20” merita senza dubbio un applauso la prova dello juniores Francesco Policante, giunto non al meglio a questi mondiali a causa di una frattura ad un braccio rimediata un mese fa. Nonostante ciò è riuscito a giungere fino alla finale, dove si è classificato all’ottavo posto, con l’oro conquistato dallo spagnolo Abel Garcia Mustieles. Spagnolo il successo anche tra le donne con la vittoria di Gemma Abant Condal mentre tra gli uomini Elite 26” la vittoria è andata al francese Gilles Coustellier.
Gran Bretagna in grande spolvero invece nel Downhill con ben 3 medaglie d’oro su 4 categorie in gara. A trionfare sono stati Josh Bryceland tra gli juniores e Gee e Rachel Atherton, fratello e sorella, tra gli uomini e le donne elite. L’unica non britannica è stata la francese Anais Pajot, vincitrice tra le donne juniores. Tra gli italiani i migliori sono stati Davide Don (22°, juniores), Elisa Canepa (17°, Donne Elite) e il pluricampione italiano Alan Beggin (20°, Uomini Elite).
Nel Four Cross invece pronostici assolutamente sovvertiti sia in campo maschile con la vittoria dello spagnolo Lu Rafael Alvarez (il campione uscente Brian Lopes, statunitense fuori in semifinale), sia in campo femminile col successo dell’americana Melissa Buhl (la favorita olandese Beerten invece ha chiuso al 4° posto).
Tra una decina di giorni nuovo appuntamento iridato per la Mountain Bike con l’assegnazione dei titoli nella specialità Marathon (per l’Italia potrebbero essere in gara sia Gilberto Simoni che Mirko Celestino tra gli uomini), in programma in Val Pusteria a Villabassa, poi fari puntati tutti su Pechino, per inseguire le tanto agognate medaglie olimpiche.