Corsivo - Amore&Vita, diritto calpestato
Versione stampabileHein Verbruggen lo aveva detto a chiare lettere: "Quel Fanini dovrebbe scomparire dal mondo del ciclismo". Era appena morto Denis Zanette, e il numero uno della Amore&Vita aveva subito dato a intendere che forse il doping non era estraneo a quella tragedia. Forse aveva sbagliato i tempi (anche se ora dice: "E' quando succede qualche fatto grave che bisogna affrontare certi problemi, e comunque parlavo in generale, di tutto il sistema"), ma la sua sortita aveva fatto emergere (una volta di più) l'idiosincrasia che il presidente dell'Uci ha nei suoi confronti.
Così, come per incanto, la Amore&Vita si vede negare la deroga che viene riconosciuta a chi promuove lo sviluppo del ciclismo in paesi più o meno remoti. La regola dice che bisogna pagare i professionisti almeno 40mila euro all'anno. "Ma io come faccio a pagare tanto un corridore dell'Eritrea, quando lì nemmeno il capo dello stato guadagna cifre simili?", urla Fanini: "La deroga me l'hanno sempre data, ho presentato la domanda in agosto, me la daranno anche stavolta".
Mal che vada il marchio Amore&Vita, che porta avanti un discorso di pulizia e trasparenza, e di rifiuto assoluto del doping, correrà con la squadra affiliata in terza fascia, ma Fanini, che rivendica il fatto di aver lanciato Cipollini, Bartoli, Tafi, Sorensen e mille altri, e poi di aver portato il ciclismo in Svezia, in Danimarca, in Australia e altrove, ha ben diritto di sospettare. "Sono un personaggio scomodo", dice, ed è vero.
Chi parla schiettamente e dice cose che "infangano" il buon nome di un intero sistema, rischia di vedersi rimosso dallo stesso sistema. Il problema è che a dire certe cose sono troppo pochi, un'esigua minoranza. E siccome non conviene a nessuno che certe verità vengano diffuse, ecco che scatta l'emarginazione. Il professor Sandro Donati è stato esiliato in un ufficetto del Coni, a non occuparsi di doping. Fanini dice che lui, al contrario, è indipendente e non deve dar conto a nessuno di quel che fa e che dice: "Non mi faranno fuori!". Auguri.