Roman Kreuziger ammette: «Ho frequentato il dottor Ferrari ma non ho mai fatto uso di doping»
Versione stampabileIl vincitore dell'ultima Amstel Gold Race Roman Kreuziger ammette di aver frequentato il medico dopatore Michele Ferrari. Lo fa tramite Cyclingweekly.co.uk, affermando che non sapeva che fosse inibito. «Quando ho iniziato a lavorare con lui - afferma Kreuziger - avevo 20 anni (siamo nell'autunno 2006, n.d.r.). Era il mio primo anno da professionista ed all'epoca ero convinto che lui fosse uno dei migliori allenatori al mondo. Ecco perché lo contattai. Non sapevo fosse inibito». Kreuziger, che era finito nella lista di Ferrari già nello scorso autunno, quando a margine del caso Armstrong Leonardo Bertagnolli disse che «da Ferrari andavano molti miei colleghi della Liquigas perché tra di noi se ne parlava e la stessa società era consapevole: Pellizotti, Kreuziger, Gasparotto, Chicchi», afferma però di non essersi mai dopato. Quando a Kreuziger fu chiesto conto dei suoi rapporti con Ferrari, alla vigilia della Liegi-Bastogne-Liegi, il corridore ceco rifiutò di rispondere alle domande che non riguardassero la Doyenne, ritenendo più appropriato «andare a riferire questo problema alla Federciclismo Ceca, per informarli di ciò e per farlo prima di dover affrontare la cosa in pubblico. Ho parlato con la mia Federazione poco dopo il Giro di Romandia. Ero un giovane corridore e non avevo alcuna cattiva intenzione, ma mi prendo la piena responsabilità delle mie azioni». Ora la squadra di Kreuziger, la Saxo-Tinkoff di Bjarne Riis, supporterà il corridore («Roman desidera davvero aiutare il ciclismo ad andare avanti, promuovendo uno sport pulito, e questo atteggiamento è fondamentale per avere un posto nella nostra squadra», fanno sapere dalla formazione danese), senza prendere provvedimenti nei confronti dell'atleta e lasciando che sia la Federazione della Repubblica Ceca a decidere se emettere una squalifica retroattiva oppure qualcosa di più pesante.