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Mirko Rossato, nel 2012 allenatore alla Colnago: «Con la Trevigiani tutto come prima»

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Mirko Rossato ha corso fra i professionisti alla fine degli anni '90 con la Scrigno di Bruno Reverberi. Oggi è il tecnico più vincente del dilettantismo italiano e torna alla corte dei Reverberi con il ruolo di preparatore e direttore sportivo della Colnago Csf. Ecco come è andata.

«Da quattro anni a questa parte Roberto Reverberi mi chiede di affiancarlo, adesso credo che ci siano tutti i presupposti per farlo - afferma Rossato -. Ho valutato questa scelta assieme a Remo Mosole e Angelo Bottoli, i due pilastri della Trevigiani Dynamon Bottoli, e abbiamo concluso che i tempi sono maturi per provare questa nuova avventura. Conosco bene Roberto Reverberi e lo stimo molto per la sua professionalità, mi sento molto lusingato di poter contribuire a rendere ancora più competitivo il suo team».

Di preciso quale sarà il suo ruolo?
«Nella Colnago-Csf avrò la possibilità di lavorare con i giovani, la cosa che più mi piace fare. Il mio ruolo principale sarà quello di allenatore, seguirò la preparazione degli atleti, darò le indicazioni sui lavori da fare nei vari periodi dell'anno. Come direttore sportivo affiancherò Roberto Reverberi, che ha molta più esperienza di me. Quando sarà necessario lo sostituirò alla direzione della squadra».

Qualcuno si chiede se la Trevigiani Dynamon Bottoli rimarrà orfana di Rossato…
«Neanche per sogno. Il mio ruolo nella gestione della squadra rimarrà esattamente quello di prima. La Trevigiani Dynamon Bottoli è una struttura molto collaudata, composta da persone che sanno fare bene il loro lavoro. Milesi è un ottimo tecnico e dal 2012 sarà supportato da un nostro ex corridore, Andrea Giacomin, che senz'altro saprà rivelarsi anche un valido direttore sportivo. Quando non sarò impegnato con i professionisti io ci sarò. Tengo a sottolineare che il mio non è un addio alla Trevigiani Dynamon Bottoli, anzi, continuerò a seguire attentamente gli allenamenti durante la settimana e a dare le direttive tecniche. Il ritiro della squadra è a Pozzonovo, a un chilometro da casa mia, quindi ragazzi sappiatelo: non sarà così facile liberarsi di me...».

L'organico della Colnago-Csf comprende molti ex atleti della Zalf, la rivale di sempre della Trevigiani: qualche imbarazzo?
«Nessuno. Sono alcuni fra i migliori atleti che hanno corso contro i miei, pertanto conosco bene il loro valore. Ma il capitolo dilettanti per tutti loro adesso è chiuso, si riparte con una stessa maglia e con obiettivi nuovi e condivisi. Io sono l'allenatore della Colnago-Csf punto e basta. È nell'interesse di tutti, me compreso, essere una squadra unita. Le sane rivalità del passato non potranno creare alcun problema».

Preparare i velocisti è sempre stato il suo forte, ora avrà pane per i suoi denti...
«Sacha Modolo è l'uomo di riferimento, si riparte da lui con l'obiettivo di mettergli a disposizione un treno più strutturato. Ma si può lavorare bene anche su Pasqualon, Piechele, Colbrelli e Delle Stelle, che possono crescere bene facendo dei risultati e prendendo sempre più convinzione nei propri mezzi».

E poi c'è Enrico Battaglin...
«In certi arrivi è difficile da battere, come ha già dimostrato. È un ragazzo molto giovane ma avrà tutto lo spazio necessario per mettersi in luce».

Torniamo al 2011. La Trevigiani ha vinto più di tutti: qual è il suo valore aggiunto?
«Il gruppo. L'affiatamento fra i ragazzi quest'anno più che mai ha fatto la differenza».

Rimpianti?
«La medaglia persa al mondiale, naturalmente. Filippo Fortin ha fatto una grande stagione e le sue 14 vittorie lo dimostrano. Credevamo molto in una medaglia che per un errore suo non è arrivata. In tutta sincerità devo dire anche che ho delle riserve su come l'Italia ha gestito la corsa. Non ho capito perché Leonardi è stato mandato a consumarsi in una fuga all'inizio e perché Amadori non abbia dato direttive per mettere un treno a disposizione di Fortin. Comunque ormai è acqua passata».

E la Trevigiani Dynamon Bottoli del 2012 che cilindrata ha?
«È una squadra giovanissima ma ci sono degli ottimi elementi, competitivi su tutti i terreni. Sono sicuro che continueremo a toglierci delle belle soddisfazioni».

Fortin, Delle Stelle, Graziato, Marco Coledan: quattro neo-professionisti, con Cattaneo che li seguirà a ruota: le sue "lezioni di ciclismo" hanno funzionato...
«Meritavano di fare il salto e sono molto contento che ci siano riusciti. Se trovano l'ambiente giusto hanno ampi margini di crescita».

Secondo lei come si troverà Filippo Fortin negli Stati Uniti con la Type1?
«È una società seria, che ha chiari obiettivi di crescita e credo che non farà fatica ad ambientarsi. Credo tuttavia che si debba riflettere sul fatto che il più forte velocista italiano non abbia ricevuto una sola offerta da squadre italiane».

Qualcuno dice che le squadre di dilettanti con più mezzi tolgono ossigeno a quelle più piccole: lei che ne pensa?
«Non è solo una questione di budget, chi lavora meglio ottiene più risultati e prospera. Va detto che ci sono squadre che si presentano alle corse tanto per partire, poi non c'è da stupirsi se vincono gli altri. Se a metà ottobre i miei corridori buttano via una corsa, fosse anche un circuito, io m'arrabbio. E non mi interessa se abbiamo già 60 vittorie all'attivo. Non si può puntare il dito contro i cosiddetti "squadroni" perché ci sono società che chiudono, magari a causa della crisi degli sponsor. Purtroppo il nostro sistema non permette alle migliori squadre di Under 23 ed Élite di gareggiare con i professionisti, se questo accadesse le cose andrebbero diversamente. In Italia si lascia a casa dai mondiali un atleta come Guardini perché milita nella serie maggiore e poi ci si lamenta perché non si vincono medaglie».

Da dove riparte la nuova Trevigiani Dynamon Bottoli?
«Dal consueto ritiro senza bici al centro sportivo Le Bandie di Spresiano, dal 4 all'8 dicembre».

Ci sarà anche Rossato?
«Certo che ci sarò. Sarò il primo ad arrivare, come tutti gli anni».

(Eros Maccioni, Comunicato stampa)

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