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Presentato a Roma il 66° GP Liberazione

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All'aranciera di San Sisto questa mattina è stata presentata la manifestazione sportiva più longeva della città di Roma, quella che si volge ininterrottamente da più anni: il Gran Premio Liberazione di Ciclismo, che il prossimo 25 aprile festeggia la sua 66esima edizione. Una classica del panorama internazionale riservata da circa dieci anni ai migliori Under 23 tanto da essere diventato una sorta di campionato del mondo per gli atleti allo soglia del professionismo. A presentare la corsa, organizzata dal Velo Club Primavera Ciclistica, il presidente del Club, Eugenio Bomboni, che festeggia i 50 anni di partecipazione al "Liberazione", il Delegato del Sindaco di Roma alle politiche dello Sport, Alessandro Cochi, il presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato di Rocco, l'Assessore allo Sport della Provincia di Roma, Patrizia Prestipino, Andrea Morbelli, in rappresentanza dell'Assessorato allo Sport della Regione Lazio, Franco Costantino, Coordinatore Tecnico del Gran Premio e Lorenzo Baldesi, Presidente della AS Roma Ciclismo.

Ecco le dichiarazioni dei protagonisti della conferenza stampa.

Eugenio Bomboni: «In questi 66 anni di vita il Gran Premio Liberazione ha avuto tra gli altri, un grande pregio sociale ed internazionale vorrei dire ed è quello di aver riunito intorno ad un circuiti ciclistico e sotto la bandiera del nostro sport quasi tutte le nazioni».

Renato Di Rocco: «Il Liberazione è un patrimonio della città, ma non solo, e continua a ricercare la formula per migliorare lo "spettacolo". Un vincitore del Gran Premio, l'australiano Goss, quest'anno ha vinto la Milano-Sanremo, e questo dice tutto sulla qualità di questa corsa».

Enrico Castrucci, Presidente della Maratona di Roma sulla partnership tra le due manifestazioni: «È un impegno frutto di un'amicizia che vuole portare ad un miglioramento sempre crescente. Portare un "bollino di certificazione di qualità" soprattutto quando un evento si affaccia sul panorama internazionale».

Franco Costantino: «Dopo vari esperimenti questo che presentiamo è l'unico percorso possibile, qualsiasi altra alternativa avrebbe impoverito la manifestazione. Per il percorso è stato molto importante l'appoggio del Comune a cui va il nostro grazie. Voglio anche segnalare a questo proposito la collaborazione di Riccardo Di Gianmarco».

Lorenzo Baldesi: «La volontà è quella  di allestire un circuito dedicato al ciclismo giovanile dai  ai 16 anni. Molte volte la parte più bella del viaggio non è la destinazione, ma il tragitto che viene fatto insieme. La nostra proposta è stata accolta con molto affetto dal Comitato organizzatore, molto entusiasta e le istituzioni sono state subito ben disposte».

Alessandro Cochi: «Oggi festeggiamo un grande traguardo: la sinergia tra grandi eventi, la Maratona di Roma ed il Gran Premio Liberazione di  ciclismo. Ringrazio la  polizia municipale per il suo impegno e lo sforzo. Correre sulle due  ruote deve essere un diritto ed un dovere di tutti. Ecco perché mi piace unire il discorso degli amatori con i professionisti. Auspichiamo fra non poche difficoltà di restituire dignità e sinergie come queste. Voglio anche ricordare che  il ciclismo prima del calcio è stata la disciplina più seguita. In virtù di Roma 2010 deve diventare una manifestazione essenziale».

Andrea Morbelli: «Il sostegno della Regione per questo appuntamento è pieno ed entusiasta. Siamo vicini ai giovani talenti che possono essere lanciati verso il protagonismo. Ci piace molto il significato di promozione valorizzazione del territorio. Auguriamo il successo alla manifestazione affinché continui ad essere la migliore primavera ciclistica del mondo».

Patrizia Prestipino: «Due grandi eventi che si consumano su strada e per la strada, la Maratona ed il Liberazione. Come scenografia i luoghi più belli di Roma. Mio nonno, tra l'altro tifoso juventino, mi faceva vedere tutti gli eventi che allora la Rai trasmetteva, ed il Gran Premio Liberazione era visto come un momento di condivisione e di festa. Questo sport che purtroppo oggi sta vivendo un momento difficile, deve portare un grande messaggio culturale. Suggestiva e importante in questo 150° anniversario unità d'Italia l'iconografia del Maestro Benaglia, che rappresenta non solo l'Italia che vogliamo ma anche quella che viene dallo sport che unisce la nostra nazione».

 

(Comunicato stampa)

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