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Festival Elsy Jacobs WE 2016: Settimana intensa, brilla Niewiadoma - Kasia vince in Lussemburgo, Wild in Yorkshire. Tappa a Tagliaferro in Repubblica Ceca

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Katarzyna Niewiadoma vince l'ultima tappa e la classifica generale del Festival Elsy Jacobs @ Cor Vos

Con il Women's World Tour momentaneamente in vacanza, ma ancora solo per pochi giorni, il ciclismo femminile ha comunque vissuto una settimana molto intensa con gare internazionali su tre fronti diversi. A livello di categorie UCI la più prestigiosa è stata in Lussemburgo dove da venerdì a domenica si è disputato il Festival Elsy Jacobs, gara dedicata alla prima campionessa del mondo su strada: ad imporsi è stata la talentuosa polacca Katarzyna Niewiadoma che con le sue tre vittorie è la pluvittoriosa di una RaboLiv ancora sottotono e che in questo avvio di 2016 ha perso nettamente il confronto diretto con le connazionali della Boels-Dolmans.

Van Vleuten e Lepistö prima dello show di Niewiadoma
Il Festival Elsy Jacobs si era aperto con breve prologo a cronometro di 2800 metri e caratterizzato da un tracciato abbastanza tecnico che infatti ha tenuto la media delle atlete al di sotto dei 43 km/h: l'olandese Annemiek Van Vleuten, passata quest'anno alla Orica-GreenEDGE, si è confermata una volta di più imbattibile su queste mini distanze e si è portata a casa la vittoria di tappa (la prima del 2016) e la maglia di leader della classifica. Al secondo posto, con 4" di ritardo, si è piazzata Marianne Vos che, senza voler strafare o forzare i tempi, sta continuando i suoi progressi e si sta riavvicinando ai livelli dei giorni migliori: le manca ancora un po', soprattuto in termini di continuità, ma di segnali incoraggianti se ne vedono.

La prima delle due tappe in linea invece si è conclusa con la vittoria della finlandese Lotta Lepistö che in un finale in leggera salita si è letteralmente tolta di ruota tutte le avversarie: l'atleta della Cervélo-Bigla, in sensibile miglioramento ormai da un paio d'anno, è riuscita a resistere sul non facile circuito finale e poi in volata è stata talmente superiore a tutte che la giuria le ha assegnato anche 1" di vantaggio. Brava la giovanissima danese Amalie Dideriksen, seconda, ma notevole è stata anche la prestazione di Giorgia Bronzini che, con un arrivo in volata tutt'altro che scontato, ha preferito andare all'attacco da lontano: la piacentina della Wiggle High5 è partita assieme alla statunitense Carmen Small e alle due sono mancati solo tre chilometri per riuscire a fare l'impresa.

Il crescendo di difficoltà di questo Festival Elsy Jacobs ha portato le atlete quindi ad affrontare la seconda ed ultima tappa che nel finale presentava cinque giri di un circuito attorno a Garnich senza praticamente un metro di pianura. Oxana Kozonchuk, Chantal Hoffman, Anna Ramírez e Sara Penton si sono prese un po' di gloria con un fuga che ha toccato anche i 4'15" di vantaggio ma il gruppo non ha lasciato loro scampo una volta arrivate sul circuito: prima sono rimaste davanti tutte le più forti, poi a circa 35 chilometri dall'arrivo è scatta Katarzyna Niewiadoma che ha tirato dritto fino all'arrivo mentre il gruppetto dietro di lei ha fatto un po' l'elastico avvicinandosi e allontandosi, ma senza mai dare l'impressione di poter chiudere il gap. Alla fine sul podio finale della corsa assieme a Niewiadoma sono salita Katrin Garfoot e Anna Van der Breggen mentre la miglior italiana è stata ancora una volta Elisa Longo Borghini che ha chiuso quarta nell'ultima tappa e quinta in classifica generale.

Kirsten Wild in volata al Tour de Yorkshire
Moltissima attesa c'era invece per assistere alla prima edizione del Women's Tour de Yorkshire, disputato in una singola giornata anziché le tre della contemporanea prova maschile: in Gran Bretagna c'è un interesse in crescita grazie ai risultati delle atlete di casa e sabato la corsa è partita da Otley, città natale della campionessa del mondo in carica Lizzie Armitstead che ovviamente non poteva mancare all'appuntamento; in gruppo c'era anche Emma Pooley che da metà 2014 si era concentrata su duathlon e triathlon e che ora ha deciso di tornare brevemente alla strada per puntare ai Giochi Olimpici di Rio dove i percorsi saranno molto adatti alle sue caratteristiche di scalatrice.

La grande protagonista di giornata è stata però la svizzera Doris Schweizer (Cylance) che è partita in fuga da sola dopo appena 15 chilometri superando anche i due minuti e mezzo di vantaggio: ad una trentina di chilometri dall'arrivo su di lei si sono riportate proprio l'iridata Lizzie Armistead e la canadese Leah Kirchmann, ed il terzetto ha dato filo da torcere al gruppo fino all'ultimo chilometro quando il lavoro di Hitec Products e Alé Cipollini ha finalmente ricompattato il plotone; alla fine per la Schweizer i chilometri in fuga sono stati 120.

In volata la prima a partire è stata proprio Marta Bastianelli che è scattata lunghissima ma non è riuscita a sorprendere le avversarie che le si sono subito messe a ruota e che poi l'hanno saltata quando è crollata negli ultimi 100 metri: la vittoria è andata a Kirsten Wild, ancora solidissima nonostante i 33 anni di età, davanti a Lucy Garner e Floortje Mackaij; Marta Bastianelli e Anna Trevisi hanno chiuso rispettivamente quinta e sesta. Curioso invece il caso della quarta classificata Alice Barnes, 20enne britannica nel giro della nazionale di Mountain Bike e sorella della velocista Hannah Barnes della Canyon: secondo i regolamenti internazionali infatti non avrebbe potuto correre visto che era iscritta nella fila della squadra nazionale quando al via c'era anche la squadra UCI di appartenenza, la Drops Cycling; il risultato è stato omologato ma per la federazione britannica è stata un'altra piccola caduta di stile in una settimana da incubo con le accuse da più parti di sessismo e discrimazioni.

Gracia Orlová, sorpresa Pavlukhina
La scorsa settimana si è corso anche in Repubblica Ceca dove era in programma la Gracia Orlová, gara a tappe che presenta sempre un profilo altimetrico molto impegnativo e che quest'anno contava un totale di cinque frazioni in quattro giorni. La vittoria per distacco di Alena Amialiusik nella prima tappa lasciava presagire un dominio in lungo ed in largo delle atlete della Canyon-SRAM che avevano piazzato anche Elena Cecchini al secondo posto e che l'anno scorso qui avevano vinto quattro tappe su cinque con primo e secondo posto in classifica generale. Le ragazze di Ronny Lauke invece non sono riuscite più a brillare nei giorni successivi anche se la bielorussa Amialiusik è riuscita a salvare almeno in terzo gradino del podio della generale.

La vittoria finale è andata all'ucraina Olena Pavlukhina che da due anni ha preso nazionalità dell'Azerbaijan: la 27enne della BTC City Ljubljana è stata protagonista di una vera e propria impresa nel tappone di montagna di Lichnov andando in fuga solitaria dopo la prima salita e riuscendo a guadagnare fino a più di quattro minuti su un gruppo ristretto di inseguitrici. Probabilmente le avversarie hanno sottovalutato l'azione di Pavlukhina che in carriera aveva fatto vedere qualcosa di discreto sul passo, ma non certo a questi livelli: nel finale il gruppo s'è un po' svegliato ed ha ridotto le distanze, ma comunque sulla linea d'arrivo ha pagato ben 2'11", un divario incolmabile con la tappa più dura ormai alle spalle.

Le due semitappe di sabato han visto i successi di Ann-Sophie Duyck nella cronometro del mattino per pochi centesimi di secondo su Shara Gillow, al pomeriggio invece una fuga ha premiato la giovanissima danese Pernille Mathiesen, classe 1997 e che nella categoria juniores era stata vicecampionessa del mondo a Ponferrada: in luce si è messa anche la 22enne Marie Vilman (sesta assoluta) e non è una novità che la Danimarca sforni ciclisti fortissimi nei primi anni, il problema è che molto spesso questi finiscono col perdersi, in campo femminile la collaborazione con la francese Catherine Marsal, iridata nel 1990, potrebbe però portare ad una gestione migliore dei talenti locali.

Marta Tagliaferro trova la fuga vincente
Dopo un quarto posto nella semitappa pomeridiana di sabato, domenica Marta Tagliaferro è riuscita a prendere di nuovo la fuga giusta e con un finale più adatto alle sue caratteristiche stavolta non ha fallito e ha portato alla Alé Cipollini la decima vittoria stagionale tra gare internazionali e gare open italiane. In questa fuga c'era anche un'altra promettente atleta al primo anno nella categoria élite, la portacolori della Servetto-Footon Katia Ragusa che è riuscita a piazzarsi in terza posizione riuscendo a portare a casa i primi punti UCI della carriera.

Alla fine assieme ad Olena Pavlukhina sono salite sul podio anche Shara Gillow e Alena Amialiusik, distanziate rispettivamente di 1'45" e 1'50". Fuori dal podio le esperte russe Olga Zabelinskaya (BePink) e Tatiana Antoshina (Astana) che in questo mese dovranno cercare di fare punti internazionali da un lato per provare a riprendersi il terzo posto per la prova su strada dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro (difficile) e dall'altro per difendere invece la possibilità di schierare due atlete al via della cronometro a cinque cerchi. In classifica generale la miglior italiana è stata Elena Cecchini, decima, mentre una nota la dedichiamo all'elvetica Nicole Brändli che dopo sei anni di assenza è tornata quest'anno in gruppo e che proprio qui in Repubblica Ceca ha conquistato le sue prime top10 stagionale, due settimi ed un decimo posto e una classifica generale condizionata da una brutta prestazione nella cronometro.

Soraya Paladin vince a Egna in ricordo di Chiara
Chiudiamo questo resoconto della settimana con il calendario italiano perché ieri ad Egna si è disputato il Trofeo Mendelspeck, gara Open con élite e junior in gara assieme: la vittoria è andata a Soraya Paladin della Top Girls-Fassa Bortolo che con questo successo ha voluto ricordare la compagna di squadra Chiara Pierobon, decedura lo scorso mese di agosto mentre si stava recando in Germania con la squadra per una gara di Coppa del Mondo. La maggiore delle due sorelle Paladin si è accodata ad un attacco di Sofia Bertizzolo in cima all'ultima salita a circa sei chilometri dall'arrivo e la coppia di testa è riuscita ad anticipare la prima parte del gruppo formato da una dozzina di atlete: la 18enne veneta dell'Astana si è dovuta inchinare in volata, mentre lo sprint per la terza posizione ha visto un bel testa a testa tra Elisa Balsamo e Letizia Paternoster, due talenti molto interessanti della categoria juniores che ha chiuso rispettivamente terza e quarta nell'ordine d'arrivo assoluto.

Sebastiano Cipriani

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