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Dilettanti 2016: Testa e gambe, questo è Nicola Bagioli - Ravasi e Padun nulla possono contro il sondrino alla Piccola Sanremo

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Bagioli può alzare le braccia a Sovizzo: beffato Ravasi © Ufficio Stampa Zalf Euromobil Desirèe Fior

Nicola Bagioli si afferma come una realtà sempre più concreta per il dilettantismo italiano. Dopo aver vinto il Gp San Giuseppe ed aver sfiorato la vittoria al Giro del Belvedere, il sondrino classe '95 ottiene la terza affermazione stagionale in una classica non da poco, la Piccola Sanremo di Sovizzo, giunta ieri alla 50esima edizione: una corsa che per la Zalf stava diventando stregata, mancando ormai il successo dal 2008 (vittoria di Sacha Modolo), dove il successo è arrivato in modo apparentemente clamoroso, considerando che Bagioli ha messo nel sacco i due Colpack coi quali è arrivato a giocarsi la corsa, Ravasi e Padun. In realtà Bagioli è stato molto bravo a controllare i rivali in gara in più occasioni, senza disperdere troppo lo sforzo: un bel mix di freschezza di gamba e acume tattico.

 

Vento, freddo, e un po' di pioggia
Nonostante lo spostamento in avanti di un mese, per evitare accavallamenti con le classiche pasquali quali Recioto e Belvedere, per questa ricorrenza speciale la classica vicentina non gode di bel tempo; piove poco e solo nel finale, ma farà freddo ed il vento gelato terrà la temperatura sotto i 10°. L'andamento è rodato: 6 giri di un circuito pianeggiante attraversando Montecchio Maggiore e poi 8 giri più brevi col muro di Vigo, 2 km di salita irregolare con pendenza media al 7%: dalla cima della salita all'arrivo mancano meno di 5 km, e la discesa finisce solo ai -2; un percorso di 149 km totali che può permettere attacchi vincenti come un arrivo a ranghi ristretti, ma compatti, come avvenuto l'anno scorso col successo di Simone Consonni.

I coraggiosi: Raggio il più combattivo
Sono 8 i coraggiosi che prendono in mano la situazione andando in fuga nel corso della terza tornata pianeggiante, e sono Pawel Wegierski (Selle Italia), Luca Raggio (Viris), Andrea Muraro (Gaiaplast), Alessandro Pessot (Team Friuli), Marco Padovan (Team Idea), Kevin Molinari (Named), Gianmarco Piccioli (Futura Team) e Matteo Grassi (Palazzago). È un tentativo al quale non viene lasciato spazio, tant'è che il vantaggio massimo è di 1'30", prima che cominci il circuito con la salita di Vigo. In questa fase il ritmo aumenta e il gruppo lima sul poco margine che c'è, costringendo gli uomini davanti a tenere alta l'andatura. Il più pimpante è Raggio, mentre Wegierski, Molinari e Piccioli cedono. Nuove accelerazioni al terzo giro, quando dal gruppo si muovono Raimondas Rumsas (Palazzago) e Andrea Borso (Zalf), seguiti da Giovanni Campagnolo (Coppi Gazzera), Alessandro Pettiti (Equipe Exploit) ed Enrico Logica (General Store), andando a riportarsi sugli unici fuggitivi rimasti a galla, cioè Raggio, Grassi e Padovan. Sono dunque ancora in otto al comando, che viaggiano con poco più di un minuto di vantaggio sul gruppo per tutto il quarto giro del circuito di Vigo.

 

Romano sorpresa di giornata
Una situazione che non sta bene alla Colpack, che aveva tenuto sotto controllo l'azione iniziale. È Davide Orrico a dare l'accelerazione al quinto giro, con un buon Bagioli in efficace controllo, sfoltendo le fila del gruppo e mettendo pressione ai fuggitivi, rimasti ormai in quattro (l'inesauribile Raggio con Borso, Rumsas e Campagnolo) e destinati a spegnersi nel corso del sesto giro: tutto da rifare quando mancano due tornate, 23 km. Sul penultimo attacco di Vigo è l'alfiere del Futura Team di Chioccioli ad accendere la miccia, un Antonio Zullo che si direbbe la nuova riscoperta del ds toscano dopo aver lanciato Ficara e Celano verso il professionismo. Ad inseguirlo, il solito Bagioli ed un primo anno, la sorpresa di giornata: Francesco Romano, siciliano approdato in Palazzago dalla Sicila anche grazie alla collaborazione instaurata quest'anno con la Amarù, che fa da team satellite per la squadra lombarda nelle categorie inferiori: il campione siciliano juniores dimostrerà di essersi già ambientato bene nella categoria. Con Mattia De Marchi (Friuli) si forma un quartetto che verrà ripreso in discesa.

Ravasi si scatena all'ultimo passaggio
Si susseguono gli attacchi al debutto dell'ultimo giro, protagonista anche Davide Gabburo (Zalf), ma ai piedi dell'ultima salita si arriva compatti. Ed è qui che la Colpack gioca la sua arma più temibile, Edward Ravasi: il bergamasco in questo momento è il più forte scalatore in Italia, ed è anche reduce dal confronto coi professionisti al Giro del Trentino. Troppo breve, certo, la salita di Vigo per fare il vuoto, più adatta alle caratteristiche esplosive di un altro ragazzo che riesce a prendere tranquillamente la sua ruota: quel ragazzo è, manco a dirlo, Bagioli. Ma per lui le cose si fanno difficili, perché anche l'ucraino Mark Padun, secondo sabato alla Medaglia d'Oro Frare de Nardi, riesce ad agganciarsi a fine salita, schiacciandolo in un pericoloso sandwich.

 

Bagioli imperturbabile e vincitore
Per sua fortuna, i due Colpack scelgono l'approccio tattico che mette meno in difficoltà l'avversario. Padun, evidentemente quello più con le gambe in croce, fa da "mulo" per evitare il rientro del gruppetto inseguitore; Ravasi non può fare altro che giocarsi lo sprint, ma non è esattamente la sua specialità e perde, seppur non di molto. A 23" arrivano i battuti, ed è il sorprendente Romano a prendersi il quarto posto, davanti a due uomini piuttosto veloci, il campione nazionale élite Gianluca Milani (Zalf) ed il compagno di squadra Andrea Marchi. La General Store chiude con due uomini in to ten, Alessandro Fedeli settimo e Raffaello Bonusi nono, in mezzo c'è Leonardo Basso (Selle Italia), che sebbene non sfiguri stenta a emergere come fatto da stagista in maglia Trek. Infine il generoso Zullo si accontenta della decima posizione.

Nicola Stufano

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