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Giro del Trentino 2016: Astana, questo rodaggio infonde coraggio - Vince Kangert da finisseur, bene Fuglsang, solo Nibali ancora imballato. Landa gamba super | Cicloweb

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Giro del Trentino 2016: Astana, questo rodaggio infonde coraggio - Vince Kangert da finisseur, bene Fuglsang, solo Nibali ancora imballato. Landa gamba super

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Tanel Kangert vince a Mezzolombardo la terza tappa del Giro del Trentino © Bettiniphoto

Era da quattro anni, tralasciando i titoli nazionali, che non aveva l'opportunità di gioire in prima persona. A Tanel Kangert il successo in una prova di alto livello mancava dall'ultima tappa del Giro di Svizzera 2012 quando ebbe la meglio su Jérémy Roy al termine di una lunga fuga; oggi a Mezzolombardo il ventinovenne ha aggiunto un bel tassello in una carriera dedicata quasi esclusivamente al servizio dei capitani. Uno dei quali, almeno alla vigilia della corsa trentina, era Vincenzo Nibali: il campione d'Italia ha però preferito anche oggi sottrarsi alla sfida diretta con Mikel Landa, scegliendo di andare di conserva senza mostrare quale sia il suo vero stato di forma. Chi invece non ha speculato è stato proprio Landa, protagonista di una prova senza sbavature e parso già in grandissima forma.

 

Dieci in fuga, ci sono gli idoli di casa Benedetti e Filosi
La Sillian-Mezzolombardo di 204 km ripropone per la prima metà di gara il medesimo percorso affrontato ieri, ma dal senso apposto, nel finale. A caratterizzare la terza frazione della corsa trentina sono due salite, entrambe di prima categoria: l'ascesa che porta verso Nova Ponente, la cui sommità dista 80 km al traguardo, è lunga oltre 20 km e si indurisce soprattutto nell'ultimo terzo. La seconda ed ultima difficoltà è la salita verso Fai della Paganella, 12 km non eccessivamente impervi ma con pendenze parziali che sopravanzano anche il 9%. Dalla vetta mancano 14 km, tutti da percorrere in discesa.

Dal km 0 posto in corrispondenza con la frazione di Versciaco, primo avamposto italiano dopo il confine, non transita Benjamin Brkic: il ventenne austriaco del Tirol Cycling Team è l'unico non partente di una giornata che non vedrà alcun ritirato durante la tappa. L'elevata andatura del gruppo, del cui merito bisogna investire gli uomini della SkyDive Dubai e della Southeast-Venezuela prima e della Bardiani CSF poi, non permette il formarsi della fuga per ben 45 km, nonostante vari tentativi di alcuni coraggiosi.

È solo attorno al km 50 che riesce finalmente a formarsi la fuga di giornata: a comporla sono il tunisino Maher Hasnaoui (SkyDive Dubai), lo spagnolo Antonio Molina (Caja Rural-Seguros RGA), l'austriaco Dennis Paulus (Tirol Cycling Team), i russi Evgeny Shanulov (Gazprom-RusVelo) e Evgeny Zverkov (Norda-MG.Kvis) e gli azzurri Samuele Conti (Southeast-Venezuela), Marco Tizza (D'Amico Bottecchia), Marco Zamparella (Amore & Vita-Selle SMP), Cesare Benedetti (Bora-Argon 18) e Iuri Filosi (Nippo-Vini Fantini). Questi ultimi sono due beniamini del pubblico di casa, essendo entrambi provenienti proprio dalla Provincia di Trento.

 

Show del brasiliano Prado Nazaret: da solo si porta in testa
Sin da subito riescono a guadagnare un buon margine, passando a Rio Pusteria (km 57) con 3'15"; al traguardo volante di Bressanone (km 70) Molina passa davanti a Benedetti e Paulus, mentre il gruppo viaggia a 3'40". Il margine rimane pressoché inalterato nel corso dell'ora seguente, con 3'30" di gap a metà corsa, proprio quando manca poco all'approccio alla lunga salita verso Nova Ponente. Ed è proprio sulle prime rampe che dal gruppo attacca il brasiliano Magno Prado Nazaret: il corridore della Selezione brasiliana fa un bel ritmo e riesce nel corso della lunga scalata a rientrare sui battistrada.

Verso metà salita prova ad imitare il sudamericano anche Lachlan Norris (Drapac): l'australiano non ha però il medesimo passo e verrà raggiunto qualche km più tardi. In questa fase perde contatto dalla testa della corsa, venendo riassorbito dal gruppo, il tunisino Hasnaoui. Prado Nazaret è scatenato, visto che, non contento di essere rientrato, contrattacca poco prima del passaggio al gpm, dove l'ordine di transito vede Molina davanti proprio a Prado Nazaret, Zamparella, Benedetti e Tizza.

Questi cinque, a cui si riaccodano in discesa Filosi e Shalunov, perdono sul gruppo tirato dagli uomini dell'Astana Pro Team e del Tram Sky, che si avvicinano a meno di 1' ai meno 50 km, quando la lunghissima discesa si è conclusa. Vista la distanza ancora importante prima della seconda salita il plotone alza il ritmo, transitando una prima volta a Mezzolombardo (ai meno 25 km) con 1'10" di distacco; da registrare nei km precedenti una caduta che ha coinvolto l'interessante britannico Hugh Carthy (Caja Rural-Seguros RGA), ieri undicesimo e uno tra i favoriti per oggi.

 

L'Astana lavora, ma non per Nibali. Pirazzi tenta più volte
Con l'approssimarsi della salita si pone in testa al gruppo l'Astana Pro Team, che sacrifica per questo compito Eros Capecchi. Nelle primissime battute ci prova Nibali, ma non si tratta dell'atteso Vincenzo: è infatti il fratello minore della Nippo-Vini Fantini il primo a dar fuoco alle polveri, ma la sua azione dura lo spazio di un battito di ciglia. Davanti intanto è Benedetti a fare l'andatura: ne fanno le spese prima Shalunov, poi Tizza e quindi Filosi, che perdono contatto.

Si capisce subito il motivo delle trenate dei gregari del team kazako: parte infatti Michele Scarponi, subito però marcato dal leader Mikel Landa e da Jakub Fuglsang, il vero capitano della formazione di Alexander Vinokourov in questa quattro giorni. Anche oggi infatti Vincenzo Nibali decide di affrontare la salita con il proprio ritmo, perdendo inizialmente contatto per poi rientrare, solo momentaneamente, nella fase centrale dell'ascesa; il messinese concluderà trentaduesimo a 2'27". Chi invece non si nasconde è Landa: il basco contrattacca seppur non a tutto gas, tanto che riescono a rimanere con lui, oltre ai già citati Fuglsang e Scarponi, anche Stefano Pirazzi e Domenico Pozzovivo.

Il capitano della Bardiani CSF come d'abitudine non perde neppure questa occasione per cercare l'allungo: il laziale vi tenterà per tre volte, tutte controllate da Landa. Il basco corre da vero e proprio dominatore, rispondendo sempre agli scatti di ogni elemento: reagisce agli spunti di Fuglsang (due volte), del campione tedesco Emanuel Buchmann (Bora-Argon 18), del giovane colombiano Egan Bernal (Androni Giocattoli-Sidermec) e dei francesi dell'AG2R La Mondiale Romain Bardet e Jean-Christophe Péraud, ambedue mossisi due volte ciascuno.

 

Landa controlla facilmente, ancora bene Bernal
Il forte scalatore, come detto, risponde sempre in prima persona: questo perché si ritrova immediatamente isolato dai compagni di squadra. È solo grazie alla sua forza (oseremo dire, dominio) se i ripetuti attacchi dei rivali non lo hanno piegato perché di supporto dai gregari, oggi, non ne ha avuto alcuno nella parte finale. Quel che restava della fuga è stato agevolmente riassorbito ben prima di metà salita, proprio in corrispondenza del secondo attacco di Pirazzi.

Alla fine il tira e molla regala una situazione definita quando alla vetta mancano un paio di km: si ritrovano in testa Mikel Landa, Jakob Fuglsang, Tanel Kangert, Romain Bardet, Jean-Christophe Péraud, Domenico Pozzovivo, Emanuel Buchmann, Patrick Konrad, Egan Bernal e Sergey Firsanov. Allo scollinamento, dove Fuglsang passa per primo mentre prova un allungo, chi insegue è segnalato ad oltre 1': tra di loro - Matteo Busato, Sergio Pardilla, Stefano Pirazzi, Michele Scarponi, Rodolfo Torres e pochi altri - mancano due protagonisti di ieri, ossia Damiano Cunego e Giulio Ciccone. Per il primo una giornata no, mentre il secondo si è svegliato febbricitante: ma se il giovane abruzzese pagherà 2'27", ben più cospicuo sarà il ritardo del veronese, arrivato a 15'59".

La lunga e veloce discesa non permette di selezionare il plotone principale, nonostante un paio di tentativi di Buchmann (che rischia anche di entrare a contatto con Landa) e Péraud; da dietro cercano di avvantaggiarsi a turno Michele Scarponi, Rodolfo Torres, Sergio Pardilla ed Edgar Pinto, ma non fanno strada a differenza di Matteo Busato (Southeast-Venezuela) e Hubert Dupont (AG2R La Mondiale), capaci di avvantaggiarsi arrivando sul traguardo a soli 10" dal gruppo Landa.

 

A Kangert riesce il numero, sul podio Konrad e Bardet
Gli scatti e controscatti aumentano nella fase pianeggiante; chi azzecca il momento giusto è Kangert che parte poco prima del cartello dei meno 2 km al termine. L'estone, da buon passista, riesce subito a scavare margine con la sua potente pedalata; dietro il solo Firsanov prova ad impedire l'inevitabile, ma il russo non riceve alcun aiuto. Il baltico dell'Astana Pro Team può così tagliare il traguardo a braccia alzate, arrivando a quota sette successi in carriera.

La volata per il secondo posto vede Konrad prevalere su Bardet e poi via a seguire Fuglsang, Firsanov, Landa, Buchmann, Péraud, Bernal e Pozzovivo. In classifica si assottiglia il margine di Landa sul più immediato inseguitore: Kangert è ora distante solo 8" mentre rimangono immutati i distacchi di Fuglsang, Firsanov e Bardet, rispettivamente a 10", 15" e 20". Completano la top 10 Konrad a paritempo con Bardet, Pozzovivo a 24", Buchmann a 26", Péraud a 38" e Dupont a 52".

Domani quarta ed ultima frazione della gara, fra la Val di Sole e la Val di Non: la Malè-Cles di 161 km sono caratterizzati da un saliscendi continuo e con tre gpm da scalare. L'ultimo dei quali, la temibile Forcella di Brez, termina a 35 km dall'arrivo: 6 km di salita con pendenza media superiore a 9% per permettere a qualche coraggioso di provare a ribaltare la classifica da lontano prima di lanciarsi nel circuito di Cles, già visto in passato al Trofeo Melinda.

Alberto Vigonesi

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