Parigi-Roubaix 2016: Un movimento che non sta in piedi - Italiani: tanti giù per terra. Ok solo Moscon e Puccio
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Un'altra Roubaix ai margini per i (pochi) italiani presenti in terra francese oggi. A giudicare dall'ordine d'arrivo, si direbbe una debacle: il primo è 32°, Marco Marcato, e dei 14 iscritti, solo 6 hanno raggiunto il velodromo (di cui uno, Marco Coledan, anche fuori tempo massimo). Tuttavia, a giudicare da quanto visto in gara, agli italiani è mancato più equilibrio in bici che gambe: tanti quelli finiti a terra, di cui 4 costretti al ritiro per questa ragione, altri hanno perso un'ottima occasione per mettersi in mostra. Ma partiamo con l'excursus.
Zurlo e Gatto vittime dei primi strike
In gara in realtà ne vedremo 13, perché Jacopo Guarnieri non partirà (febbre). In uno dei primi tratti di pavé, quello da Vertain a Saint-Martin-sur-Écaillon, si è verificata una caduta che ha di fatto messo fuori gioco già due dei nostri: Federico Zurlo è quello coinvolto più rovinosamente, ma sarà Oscar Gatto a ritirarsi quasi subito, facendo mancare un contributo per Sagan che poteva rivelarsi utile, se non decisivo, per ricucire la gara. Per quanto riguarda Zurlo, tanta sfortuna ma forse anche poca prudenza, per un ragazzo che finisce a terra in gara molto spesso (anche alla Sanremo è andata così).
BMC svanti dopo Arenberg, Viviani arrotato
A seguito della caduta di Porsev che ha cambiato tutte le carte in tavola, davanti troviamo solo due azzurri: Salvatore Puccio (nella fuga del mattino) e Gianni Moscon (nel primo troncone del gruppo): saranno gli unici azzurri che riusciranno a restare nel vivo della gara, almeno per un po'. Ad Arenberg si vedono però abbastanza pimpanti i due BMC, con Daniel Oss addirittura a ruota di un indiavolato Fabian Cancellara, e Manuel Quinziato nelle prime posizioni. Ma per entrambi la prova si rivelerà abbastanza deludente: Quinziato è segnalato caduto e ritirato a meno di 80 km dall'arrivo, anche Oss non vedrà il traguardo: gli si è totalmente spenta la luce. Peggio ancora va ad Elia Viviani, al suo esordio alla Roubaix: una moto ha frenato per una caduta nel tratto di Arenberg ed è scivolata, colpendolo ad un fianco. È stato trasportato in ospedale per accertamenti, si teme qualche danno alle costole.
Moscon e Puccio, fatali scivoloni
Come dicevamo, le uniche due note positive di giornata erano Gianni Moscon e Salvatore Puccio, autori fino a Les Orchies di una ottima gara: il primo, all'esordio tra le pietre, aveva ben tenuto ai vari strappi avvenuti nei chilometri precedenti, il secondo si era rivelato il più pimpante tra gli uomini in fuga, uscendo per primo dalla Foresta. Entrambi avevano ancora molto da dare in questa corsa, ma si sono autoeliminati allo stesso modo nel giro di pochi minuti: una curva a sinistra molto umida, uno scivolone, i compagni di squadra Rowe e Stannard che devono evitarli: il primo, tra l'altro, non riesce ad evitare Moscon e rovina abbastanza la sua gara. A estrometterli totalmente dai giochi di corsa ci pensa poi la rovinosa caduta di Cancellara a Mons-en-Pévèle. Chiuderanno Puccio 33° a 7'12" e Moscon a 38°, 7'24", ma cadute a parte la loro prova non può che dirsi positiva, e fa ben sperare soprattutto per il futuro di Moscon, che emerge sempre più come un atleta completo.
E Matteo Trentin dov'era?
Non si è visto neanche un po' Matteo Trentin. Il vasluganotto, come buona parte della Etixx (vedere la brutta prestazione di Stybar), ha probabilmente pagato il fatto di essere stato spremuto fino al midollo dalla prima all'ultima classica sul pavé (senza ottenere successi, tra l'altro). 36esimo alla fine con lo stesso tempo di Moscon, forse paga, ancora una volta, la sua presenza in una squadra che non lo valorizza al meglio.