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Giro delle Fiandre 2016: Boonen è finito, chi non l'ha ancora capito? - Etixx disastrosa, ancora una volta. Italiani, bene solo se gregari

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Boonen mesto al traguardo del Fiandre. Sullo sfondo, Daniel Oss © Bettiniphoto

C'era una scena che giornalisti e tifosi oggi sognavano forse più di altre, una scena che in cuor loro sapevano che difficilmente si sarebbe realizzata, ma alla quale volevano credere, per quel romanticismo che del ciclismo è ingrediente fondamentale, e quella scena era la lotta per la vittoria del loro quarto Giro delle Fiandre tra Fabian Cancellara e Tom Boonen, meravigliosi campioni sulle pietre (e non solo). Se lo svizzero è stato in corsa per la vittoria, mancandola per un momento di disattenzione sull'attacco di Peter Sagan e comunque è stato in grado di ottenere un secondo posto, il belga non ha lasciato traccia alcuna nella disputa, presente fino alle fasi calde ma scioltosi proprio sul più bello, quando davanti Sagan, Sep Vanmarcke e Michal Kwiatkowski guadagnavano e dietro il gruppetto dei favoriti era tirato praticamente dal solo Stijn Devolder. Il Boonen dei bei tempi avrebbe messo alla frusta la squadra, spronato Zdenek Stybar, Matteo Trentin e Niki Terpstra a dare tutto, ma si tratta di tempi andati, tre corridori che una volta sarebbero stati “solo” suoi fidi gregari ora sono punte quanto lo è lui. E probabilmente il buon Tommeke l'ha capito e ne è cosciente, chi non lo è pare esserlo la sua squadra.

 

Campagna del nord disastrosa per la Etixx
Magari vincerà la Parigi-Roubaix piazzando tre uomini sul podio, come la Mapei, ma finora il bilancio della campagna del nord della Etixx-Quickstep è disastroso, e la batosta rimediata oggi al Giro della Fiandre probabilmente richiede una riflessione e un deciso cambio delle dinamiche interne al team. Il team belga si trova nella maggior parte dei casi in clamorosa superiorità numerica quando la selezione screma il gruppo, ma a cosa serve essere in superiorità numerica senza un uomo riferimento in base al quale basare le proprie tattiche? Richiamando il caso di oggi, non sarebbe stato il caso di decidere lì su due piedi che Stybar o Terpstra sarebbe stato il capitano, visto che Boonen non sembrava averne e Trentin era rimbalzato nel tentativo di rientrare su Sagan e Kwiatkowski con Vanmarcke? Quattro punte offrono certamente un'estrema varietà d'attacco, ma cosa succede quando le loro gambe non sono delle migliori? Esattamente quello che è successo oggi, si subisce la corsa senza essere in grado di raddrizzarla, a niente servono l'ottavo posto di Stybar e il decimo di Terpstra a una squadra che al nord ha un imperativo categorico: vincere. Probabilmente c'è una certa confusione nelle gerarchie interne al team, e se la Roubaix di domenica prossima non dovesse essere troppo selettiva, come successo negli ultimi anni, e la corsa non dovesse selezionare i più forti una situazione come quella di oggi potrebbe ripetersi.

 

Trentin è salito di grado
Da italiani è comunque apprezzabile notare l'importanza che Trentin ha assunto all'interno del team belga, e forse oggi il trentino ha mancato, praticamente per un soffio, l'occasione per fare il salto di qualità definitivo, per ottenere un piazzamento di rilievo che gli avrebbe fatto assumere ancora più sicurezza nei propri mezzi. L'azione richiamata poco sopra, quella con protagonista Vanmarcke, Matteo l'ha mancata per qualche pedalata, che se fosse riuscito a dare chissà dove l'avrebbe potuto portare. Anche lì però qualcosa è imputabile alla squadra: era già Trentin l'uomo che doveva accodarsi a Vanmarcke anche prima, sul Taaienberg? Non vogliamo pensare al fatto che a Matteo fosse stato richiesto un doppio sforzo, in almeno una delle due azioni avrebbe dovuto essere un altro l'uomo da spendere, ma così non è stato: energie in meno in un momento nel chiave della corsa.

 

Occasione irripetibile per Oss
Ha sprecato un'ottima occasione oggi Daniel Oss, libero da obblighi di squadra per via della caduta che ha tirato giù mezza BMC, Greg Van Avermaet compreso, costretto al ritiro, con una clavicola rotta. Anche Oss è finito a terra, senza conseguenze in apparenza, e lo abbiamo visto pedalare benissimo al secondo passaggio sull'Oude Kwaremont, lasciando immaginare che avrebbe potuto migliorare il piazzamento dell'anno scorso, undicesimo, entrando in top ten. Il trentino invece nel finale non si è mai visto, ha perso anche le ruote del gruppetto dei migliori. Ha tutte le attenuanti del caso, e già domenica potrà puntare a rifarsi, dato che presumibilmente sarà lui il capitano in casa BMC, ma è un appuntamento che non può fallire se vuole trovare più spazio.

 

Pozzato mediocre, Gatto contribuisce per Sagan
Tra un Trentin apprezzabile ed un Oss da rivedere ma comunque primo degli italiani spunta un Pozzato colpevole nel farsi trovare troppo indietro all'attacco del Koppenberg: il vicentino è riuscito a non mettere piede a terra, con un numero di equilibrismo, ma la corsa era ormai andata. In casa Italia vanno segnalate le prestazioni di Marco Marcato, autore di una bella azione sullo Steenbeekdries, e soprattutto di un ottimo Oscar Gatto: oggi Sagan ha avuto un uomo costantemente all'erta nel finale di corsa, come raramente gli capita, e guardacaso ha vinto. Non è ovviamente solo merito suo, ma una zampa il Gatto trevigiano ce l'ha messa.

Fabio Canonico

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