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E3 Harelbeke 2016: L'uomo iridato finisce Kwiatkowskiantato - Vittoria del polacco, Sagan si affloscia allo sprint. Cancellara iellato e gagliardo, Oss bravo ma timido

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Michal Kwiatkowski si gira, Peter Sagan è lontano: la E3 Harelbeke è sua © Bettiniphoto

L'unica cosa maledetta, in questo soleggiato venerdì di Harelbeke, è la maglia iridata, che conferma i suoi influssi negativi su chi la indossa, spingendo all'ennesimo secondo posto un generoso Peter Sagan. Ma per il resto, che grande ciclismo, che grande spettacolo tra i muri fiamminghi nell'E3 Prijs illuminato da una bellissima vittoria di Michal Kwiatkowski, da un'accesa battaglia tra i big delle classiche, dall'aplomb e dalle gambe di Fabian Cancellara, e contrappuntato dalla disfatta della Etixx-Quick Step, presente in forze nel gruppetto dei migliori (4 su 13!) e capace di mancare non solo la vittoria, non solo il podio, ma addirittura la top ten. Roba da fantascienza.

E nella storia della corsa qualche riga la spenderemo anche per gli italiani, con due uomini nel drappello buono (Daniel Oss e Matteo Trentin) e con la clamorosa controprestazione di Filippo Pozzato, mai nel vivo della contesa, non certo il miglior viatico in vista del sempre più vicino Giro delle Fiandre, obiettivo centrale della stagione del vicentino.

 

Van Avermaet non parte, la fuga e Pozzato non lasciano tracce
Alla partenza da Harelbeke la notizia di un forfait importante ha tolto il sorriso a molti tifosi di casa: Greg Van Avermaet, ammalato, non sarebbe stato della partita. Si aprivano così spiragli interessantissimi per Daniel Oss, per una volta nella condizione di potersi giocare le proprie carte in casa BMC.

La fuga ci ha messo un bel po' a formarsi, e solo al km 45 sono iniziate le manovre che hanno poi portato all'avanguardia un gruppetto di 8 uomini: Nico Denz (AG2R), Reto Hollenstein (IAM), Jay Robert Thomson (Dimension Data), Wouter Wippert (Cannondale), Bert De Backer (Giant), Antoine Demoitie (Wanty), Sjoerd Van Ginneken (Roompot) e Tony Hurel (Direct Énergie). Gli attaccanti hanno avuto un massimo di 5'32" di vantaggio al km 74 (a 132 dalla fine), poi il lavoro dei vari squadroni presenti (Etixx e Lotto Soudal in particolare) ha messo subito in chiaro che i coraggiosi non sarebbero andati da nessuna parte. In effetti la fuga sarebbe stata fagocitata senza lasciare grosse tracce nel momento in cui sarebbe esplosa la lotta dei big, a 65 km dalla fine.

Della parte centrale di gara vanno segnalati alcuni problemi meccanici per Pippo Pozzato, gli unici dati di cronaca che hanno visto oggi protagonista il capitano della Southeast, destinato a uscire subito dai radar già sul Taaienberg. Per la cronaca, avrebbe poi chiuso al 40esimo posto, unico del team di Citracca a portare a termine la gara.

 

Sul Taaienberg la Lotto Soudal rompe gli indugi
Taaienberg si traduce dal fiammingo più o meno come "salita dura"; dall'idioma ciclistico è invece alla lettera "muro di Boonen". Posto a 75 km dal traguardo di Harelbeke, questo celebre strappo è stato oggi il primo campo di battaglia tra i favoriti per il successo. A dare la stura al florilegio di attacchi, la Lotto Soudal con Jurgen Roelandts, a cui ha risposto proprio Tom Boonen marcato stretto dall'altro Lotto Soudal Tiesj Benoot. L'azione di Roelandts ha portato via un gruppetto di 10 uomini, nel quale c'erano - oltre ai tre citati - Daniel Oss, Lars Boom (Astana), Fabian Cancellara (Trek), Sep Vanmarcke (LottoNL) e ben tre uomini Etixx con Boonen: Matteo Trentin, Zdenek Stybar e Niki Terpstra.

Per qualche chilometro quest'azione è sembrata quasi quella buona, nonostante mancassero alcuni pezzi grossi: in particolare il Campione del Mondo Peter Sagan, la cui Tinkoff però non dava l'impressione di poter operare per ricucire; è toccato allora alla Sky di Ian Stannard e Michal Kwiatkowski accollarsi il lavoro di inseguimento. Un lavoro che è stato coronato ai -65 (quando c'è stato il ricompattamento anche coi fuggitivi del mattino), ma che forse non sarebbe stato così rapido e indolore se nel frattempo non ci fosse stato un piccolo evento dirimente: un problema meccanico per Cancellara.

Ai -67 Fabian ha infatti rotto il cambio elettronico, è stato costretto a fermarsi e ad aspettare oltre 2' l'arrivo della sua ammiraglia. Notevolissimo il self control dell'elvetico, che subito dopo aver preso atto che la bici era inservibile (e averla buttata via), ha recuperato lo stile consono a un campione del suo lignaggio, e ha atteso serenamente, a braccia conserte, qualcuno che lo soccorresse, incurante (almeno all'apparenza) dei tanti gruppi e gruppuscoli di avversari che gli passavano davanti mentre lui era a bordo strada.

 

Cancellara, bellissimo inseguimento dopo la rottura del cambio
La rimonta di Cancellara è stata furente ed è stata ovviamente uno dei motivi di maggiore spettacolo della giornata: risalito con l'aiuto dei suoi compagni Yaroslav Popovych e Grégory Rast nel grosso del gruppo (non quello che era stato tirato dalla Sky, ma un plotone ancor più attardato), si è giovato per un attimo della collaborazione della Katusha che cercava di ravvivare le speranze di uno spentissimo Alexander Kristoff, quindi del contributo di un altro compagno, Stijn Devolder, e nel giro di una ventina di chilometri ha ridotto il gap da 2'30" a 30". Da lì in poi (diciamo dal Kapelberg, -45, in avanti) Fabian ha dovuto far da sé; ma lasciamolo per un attimo al suo impegno, e spostiamoci nuovamente sul gruppo dei migliori.

Tale drappello era composto da circa 30 unità dopo l'Eikenberg (-62), aveva perso proprio su questo muro Stybar (foratura), e veniva tirato indefessamente da Tony Martin, pure lui al servizio di Boonen. Sullo Stationsberg (-58) ulteriore selezione promossa da Benoot, e composizione ridotta a poco più di 20 unità. Gli Etixx, oltre a Tommeke e al panzerwagen, erano Trentin, Terpstra e Stijn Vandenbergh; Benoot e Roelandts c'erano sempre; Vanmarcke era supportato da Timo Roosen; Kwiatkowski e Stannard erano presenti; l'Astana schierava Lars Boom e Laurens De Vreese; la BMC Oss e Jempy Drucker; a titolo personale, c'erano poi Dries Devenyns (IAM), Bryan Coquard (Direct Énergie), Demoitie e De Backer (ultimi due sopravvissuti della fuga del mattino), Sagan e pure due uomini Trek, ovvero Boy Van Poppel e Jasper Stuyven. Perché l'ammiraglia di Guercilena non li ha fermati e messi a trenare per Cancellara? Per il semplice motivo che sarebbero tornati più utili qualche chilometro dopo, tra Paterberg e Oude Kwaremont (come in effetti è stato).

 

Tra Paterberg e Kwaremont fanno capolino Kwiatkowski e Sagan
La prima botta al drappello dei 20 l'ha data Kwiatkowski sul Paterberg (-42), segno che il polacco stava più che bene, al punto da osare esporsi in prima persona; mossa anche necessaria per sfoltire un po' i ranghi della minacciosa Etixx. La squadra di Lefévère ha allora reagito con Terpstra sull'Oude Kwaremont (-37), e qui c'è stata la reazione di Sagan, per la prima volta in prima fila: "vuoi vedere", pensavamo, "che Peto oggi si è gestito bene e ora ci spara un finale da urlo?". Fosse come fosse, dopo il Vecchio Quare erano rimasti solo in 10 davanti: Boonen con Terpstra e Trentin; Kwiatko con Stannard; Sagan, Benoot, Boom, Vanmarcke e Oss.

Ma da dietro si sentiva il fischio di un treno in arrivo, e quel treno era proprio la Locomotiva di Berna: partito con Stybar dal gruppo sul Paterberg, Cancellara aveva prima incrociato Van Poppel che gli aveva offerto una tiratina, poi era piombato su Stuyven (e Devenyns, e Drucker, tutti e tre staccatisi dal drappello di testa sull'Oude Kwaremont), e con l'aiuto del compagno stava definitivamente chiudendo il gap rispetto ai migliori: la missione è stata completata a 32 km dalla fine. E qui si cominciava a dubitare della reale forza della Etixx, che non era riuscita, con tutti i suoi effettivi (alcuni dei quali, da Martin a Terpstra, passisti di riconosciuto valore), a tenere a distanza un cliente pericoloso come Fabian. I fatti del finale di corsa avrebbero confermato tale assunto.

 

L'attacco decisivo di Michal e Peter
Nessuno a sud di Harelbeke riuscirà mai a ricordare come si chiama, ma il Karnemelkbeekstraat oggi si è guadagnato uno strapuntino di prima pagina, visto che proprio sulle sue rampe è partita l'azione decisiva dell'E3 Prijs. Mancavano poco meno di 31 km alla conclusione, e Kwiatkowski, ancora lui, ha dato luogo non a un forcing come sul Paterberg, ma a un vero e proprio attacco a cui ha risposto solo Sagan; ci hanno provato Stybar e Trentin, ma sono rimbalzati. Nessun altro è riuscito ad accodarsi, e il Patto di Varsavia ha cominciato a prendere il largo.

I due hanno collaborato in maniera molto proficua, hanno aumentato il loro margine a 15" ai -25, poi l'hanno raddoppiato sul tratto in non difficilissimo (ma pur sempre esigente) pavé di Varent, e sono usciti dall'ultimo muro di giornata, il Tiegemberg (ai -20) con 35" di vantaggio. Da lì e per una quindicina di chilometri ancora il loro bottino non è mai sceso sotto il mezzo minuto. E solo a 4 km dalla fine, quando Kwiatkowski ha cominciato a risparmiarsi in maniera evidente, quelli dietro hanno recuperato terreno: ma ormai era tardi.

Ora, ci sarebbe da discutere (e lo facciamo) su ciò che ha mosso i 13 inseguitori su quegli infiniti e infidi rettilinei che li separavano dall'arrivo. La Etixx era in superiorità numerica e aveva in Boonen l'uomo che si presumeva fosse il più veloce del drappello; ovvio quindi che gli altri lasciassero ai padroni di casa l'incombenza di tirare. Un'incombenza che, per quanto espletata in maniera inappuntabile da Terpstra, da Stybar - che infatti s'è finito e si è staccato nel finale - e da Trentin, non ha prodotto frutti. E allora, ci chiediamo: perché gli altri non hanno collaborato? Uno dei due BMC (Drucker e Oss), uno dei due Trek (Fabian e Stuyven), ma anche gli altri cani sciolti (ad eccezione di Stannard che aveva il capitano in fuga), non avrebbero potuto contribuire a chiudere sui battistrada, dando un'impronta diversa alla gara e aumentando al contempo le proprie chance di successo?

Forse temevano troppo la velocità di Boonen; forse paventavano un contropiede letale di Stannard; o più semplicemente le gambe, a quel punto, erano quello che erano, e non era lecito aspettarsi chissà cosa. Anche se - confessiamo - una sparata di Oss ci sarebbe piaciuto vederla (tantopiù che Daniel ha dichiarato alla fine di aver avuto buone sensazioni oggi). E invece il trentino ha preferito starsene accucciato ad aspettare, per portare poi a casa un risultato che non arricchisce certo il suo palmarès.

 

Kwiatkowski vince, la Etixx confeziona un disastro memorabile
E insomma, malgrado il fatto che i secondi fossero scesi da 30-35" a 10-15" negli ultimi 2 km, i battistrada non si sarebbero più fatti riprendere: avrebbero dovuto essere veramente dei pollacchioni per non saper gestire il finale. Questione a due tra gli ultimi due Campioni del Mondo, quando si dice una corsa blasonata... Sagan, smentendo la fama di marpioncello che si era costruita in gioventù, ha affrontato l'ultimo chilometro come peggio non poteva: tutto in testa, a indicare il cammino a Kwiatkowski (al quale lo legava anche il ricordo di una Strade Bianche condotta più o meno come questo E3 Prijs: al comando insieme, poi alla fine vinse il polacco).

Michal, che come Carlo Verdone è bravissimo soprattutto nel dirigere i finali, ha interpretato il gioco alla perfezione. È partito lungo, ai 270 metri, e Peter non ha potuto opporre alcuna resistenza. Come se le energie fossero scivolate via dalle sue gambe proprio mentre l'avversario andava a vincere la corsa, l'iridato è rimasto fermo dov'era, senza neanche accennare una vera reazione. Brutta sconfitta, proprio brutta, dopo la generosa prestazione. D'altro canto, epilogo bellissimo per Kwiatkowski, che rilancia le sue ambizioni in vista di classiche ancor più prestigiose di quella di oggi. Il neoacquisto Sky è davvero un fattore in questo tipo di gare.

Alle spalle dei due Stannard ha fatto un volatone per prendersi il terzo posto, completando la festa del team britannico; quarto e quinto, Cancellara e Stuyven, e anzi possiamo dire che è pure troppo quanto raccolto dalla Trek in rapporto a come si erano messe le cose a un certo punto. Boom si è preso il sesto posto, Benoot il settimo, Vanmarcke l'ottavo; i BMC, Drucker e Oss nell'ordine, hanno chiuso la top ten, da cui è rimasto fuori di un soffio Devenyns. Ma, un momento: abbiamo citato nell'ordine d'arrivo 11 dei 15 protagonisti di giornata, ma non ci pare di averne nominato alcuno della Etixx, possibile?

Possibile, visto che Trentin, Terpstra e Boonen si sono piazzati in fondo al gruppetto, nell'ordine, dal 12esimo al 14esimo posto; Stybar, staccato di due minuti e mezzo, è arrivato quindicesimo, a completare un filotto che avrà provocato un travaso di bile a patron Lefévère. Is this modern cycling, Patrick?...

Marco Grassi

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