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Mondiali su Pista 2016: Mark&Bradley, un gran bel medley - A Cavendish e Wiggins l'oro della Madison, Francesco Ceci conquista il pass olimpico nel Keirin | Cicloweb

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Mondiali su Pista 2016: Mark&Bradley, un gran bel medley - A Cavendish e Wiggins l'oro della Madison, Francesco Ceci conquista il pass olimpico nel Keirin

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Mark Cavendish e Bradley Wiggins in azione nella Madison © British Cycling

Otto anni fa, sempre in Inghilterra ma al velodromo di Manchester, Mark Cavendish e Bradley Wiggins vincevano il titolo mondiale della Madison e si candidavano al ruolo di primi favoriti per i Giochi Olimpici dell'estate successiva in una disciplina che allora era ancora parte del programma: a Pechino però le cose non andarono come loro sperarono, anzi il deludente piazzamento lontano dal podio aprì una profonda frattura tra i due che impiegarono mesi solo per tornarsi e da lì non corsero più in pista assieme. Almeno fino ad agosto 2015 quando Cavendish e Wiggins disputano assieme la Madison di un round delle Revolution Series e da lì prende il via il progetto mondiale in vista di Londra.

Nell'avvicinamento alla rassegna iridata, Bradley Wiggins si è concentrato soprattutto sull'Inseguimento a Squadre, Mark Cavendish invece si è focalizzato nell'Omnium e non hanno avuto molto tempodi testarsi assieme: una volta scesi in pista, però, il feeling tra i due è stato assolutamente naturale come se questi otto anni non fossero mai esistiti e la vittoria finale è stata una vera e propria apoteosi per il pubblico di casa che probabilmente ha sentito più questa medaglia rispetto a tutte le altre perché, è innegabile, Cavendish e Wiggins non sono come tutti gli altri.

Avvio francese, finale britannico 
La gara, l'ultima di tutto il programma iridato, è stata caratterizzata da una partenza sprint della coppia francese che allo sparo del via ufficiale si è subito lanciata in caccia: tempo otto giri e Morgan Kneiski e Benjamin Thomas si sono già trovato in testa da soli alla classifica. Poco dopo sono stati raggiunti da Colombia e Svizzera ma a questo punto la corsa anziché accendersi, si è come bloccata e gli unici sussulti si sono avuti ogni venti giri in occasioni dei vari traguardi a punti: i britannici ne hanno vinto tre di fila ponendosi come leader per punti sebbene la classifica del conto dei giri li vedeva solamente al quarto posto.

Per metà gara anche gli azzurri Elia Viviani e Liam Bertazzo hanno dato grande battaglia, aggiudicandosi anche due sprint, ma nella seconda parte si sono fatte sentire tutte d'un colpo le fatiche di un rassegna molto intensa che per entrambi era iniziata già con l'Inseguimento a Squadre: quando, finalmente, davanti è scoppiata la vera bagarre i nostri sono stati costretti ad alzare bandiera bianca perdendo addirittura tre giri e chiudendo in 15esima posizione, un risultato che comunque non cancella tutto quando di buono hanno realizzato in queste cinque giornate londinesi.

Alle nazioni a pieni giri è riuscita ad unirsi anche l'Australia con Callum Scotson ben spalleggiato da un Cameron Meyer che sembrava tornato il fenomeno capace di conquistare due titoli iridati nella Madison nel 2010 e nel 2011 con un incredibile totale di quattro podi consecutivi. Quando la lotta sembrava ormai ristretta a Francia e Svizzera, ecco che è arrivata finalmente la tanto attesa mossa britannica: per 170 giri Cavendish e Wiggins sono rimasti abbastanza coperti limitandosi a raccogliere punti negli sprint, a 30 tornate dalla conclusione invece hanno sparato quella che forse era l'unica cartuccia a loro disposizione, hanno trovato la preziosa collaborazione degli spagnoli Sebastian Mora e Albert Torres ed ai meno 16 hanno concluso con successo la loro caccia, guadagnando quel giro che li ha portati in testa alla classifica e virtualmente sul gradino più alto del podio.

L'ultimo brivido per i padroni di casa c'è stato a 11 giri dal termine quando una caduta ha coinvolto Mark Cavendish: Bradley Wiggins si è prontamente rimesso nel gruppone e ha dato al compagno di squadra il tempo per valutare i traumi e rimettersi in sella. Da lì in poi non è praticamente più successo altro: la Francia è riuscita a difendere la propria medaglia d'argento mentre un ultimo sforzo supplementare ha permesso alla Spagna di agguantare il bronzo grazie al secondo posto sul traguardo. Svizzera, Australia e Colombia sono le altre nazioni che hanno concluso, nell'ordine, a pieni giri mentre il Belgio ha marcato 15 punti, uno in più dei francesi e sei in meno dei britannici, ma non è riuscito a guadagnare quel giro che gli sarebbe valso l'argento.

Keirin, Francesco Ceci vola a Rio de Janeiro
L'altra finale maschile in programma nell'ultima giornata è stata quella del Keirin. Il torneo, almeno nei suoi turni iniziali, ha interessato da vicino l'Italia perché il marchigiano Francesco Ceci si giocava la qualificazione a Rio 2016: il 26enne di Ascoli si è piazzato quinto nella sua batteria ed è andato a giocarsi il ripescaggio dove però ha trovato sulla propria strada il campione uscente François Pervis. Il 13° posto finale ha consentito a Ceci di marcare punti importanti in ottica olimpica, ma la certezza della qualificazione è arrivata solo dopo lo svolgimento delle semifinale: all'azero Sergii Omelchenko sarebbe servito almeno un sesto posto per staccare il pass per il Brasile, un buco proprio di Pervis l'ha tenuto invece fuori dalla finalissima ed il settimo posto finale ha fatto esultare lo staff azzurro.

Ad imporsi è stato il tedesco Joachim Eilers, al suo secondo titolo di questa rassegna dopo quello del Chilometro e la terza medaglia complessiva se si conta anche il bronzo della Velocità a Squadre: il 25enne di Colonia sia in semifinale che in finale ha impostato delle volate lunghissime in cui gli avversari sono riusciti solo ad uscire dalla sua scia senza però riuscire a sopravanzarlo. Argento per il neozelandese Edward Dawkins, mentre terzo ha chiuso il "missile tascabile", il malese Azizulhasni Awang che come struttura fisica paga diversi centimentri ai suoi rivali guadagnando qualcosa grazie alla sua grande agilità. Un po' di amarezza per Jason Kenny che in finale si è rialzato chiudendo sesto: in questo Mondiale però abbiamo iniziato a rivedere il grande velocista che nelle ultime stagioni si era un po' smarrito.

La regina dell'Omnium è Laura Trott
L'impresa compiuta da Francesco Ceci invece non è riuscita a Simona Frapporti che in questi Mondiali aveva ancora una piccola possibilità di qualificarsi per i Giochi Olimpici nell'Omnium. L'atleta bresciana aveva iniziato bene nel primo dei due giorni di gara con un secondo nello Scratchma alla fine è arrivato un dodicesimo posto in linea con quelle che sono le sue potenzialità: chiedere di più alla Frapporti era oggettivamente impossibile anche perché il livello delle sue rivali era oggettivamente stellare ed è difficile assistere ad un miracolo quando si sommano i risultati di sei gare diverse.

Ad imporsi è stata la fortissima britannica Laura Trott che dopo il titolo nell'Omnium conquistato a Melbourne nel 2012 aveva ottenuto ben tre medaglie d'argento consecutive nella specialità: per spiegare la caratura di questa campionessa basta pensare che in carriera vanta già la bellezza di sette titoli mondiali pur non avendo ancora compiuto 24 anni, un dato che nella storia è secondo solo ai dieci conquistati dal fenomeno francese Arnaud Tournant, imbattuto per cinque anni di fila nella Velocità a Squadre e per quattro anni nel Chilometro.

La Trott non ha vinto alcuna delle prime cinque prove in programma ma con due secondi posti (Inseguimento ed Eliminazione) e tre terzi posti (Scratch, 500 metri e Giro Lanciato) si è presentata al via della Corsa a Punti finale con il rassicurante vantaggio di 12 punti sulla francese Laurie Berthon e 18 punti sulla statunitense Sarah Hammer. Fin dal primo sprint la giovane britannica ha voluto mettere bene in chiaro i rapporti di forza, è andata a prendersi altri cinque punti e ha mandato un messaggio pesantissimo alle rivali.

Berthon e Hammer quindi hanno iniziato a marcarsi nella lotta per il secondo e terzo posto, lo stesso hanno fatto Edmondson e D'Hoore che però per il quarto posto sono state beffate dalla canadese Allison Beveridge che le ha sopravanzate rispettivamente di uno e due punti. Proprio all'ultimo sprint la medaglia d'argento è andata alla francese Berthon: 5 punti conquistati contro i 3 della Hammer, e controsorpasso in classifica per una sola lunghezza. Un grande applauso però va fatto anche alla neozelandese Lauren Ellis che nella Corsa a Punti ha dato spettacolo risalendo dal 14° all'8° posto: correndo sempre all'attacco è riuscita a guadagnare tre giri sul resto del plotone, in mezzo ha vinto anche uno sprint per un totale di 65 punti che si sono aggiunti ai 78 messi assieme nelle prime cinque prove.

Doppietta cinese nella Velocità: esulta Zhong, argento Junhong
L'ultima gara di cui dobbiamo darvi conto è la Velocità femminile in cui la Cina è riuscita a rifarsi dopo la delusione dell'oro sfumato nella prova a squadre per un declassamento a gara già vinta. Partite rispettivamente con il secondo ed il nono tempo in qualifica, Tianshi Zhong e Lin Junhong non hanno sbagliato un colpo arrivando a giocarsi tra di loro la finale: nel suo cammino la Zhong ha avuto un percorso più agevole e solo in semifinale ha trovato nella Vogel una rivale alla sua altezza, la Junhong invece turno dopo turno ha eliminato Miriam Welte, Anastasia Voinova, Wai Sze Lee ed infine Anna Meares.

Nella sfida interna tra le due cinesi il pronostico è stato pienamente rispettato e ad imporsi è stata abbastanza nettamente Tianshi Zhong che ha conquistato il suo secondo titolo iridato in carriera dopo quello a squadre nel 2015. Il bronzo invece è andato a Kristina Vogel che ha battuto Anna Meares per 2-0 conquistando così, come Trott ed Eilers, la sua terza medaglia di questi Campionati del Mondo.

Sebastiano Cipriani

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