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Strade Bianche WE 2016: L'iride benedetto di Lizzie Armitstead - La campionessa del mondo schianta Niewiadoma e Johansson sul muro di Santa Caterina

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Alla 2a edizione femminile la Strade Bianche è battezzata da una campionessa del mondo @RCS Sport

La famigerata "maledizione della maglia iridata" non sembra avere effetto su Elizabeth Armitstead che, anzi, è addirittura imbattuta nelle prime due gare disputate dopo il successo di Richmond: la 27enne inglese della Boels-Dolmans sabato scorso aveva debuttato con i colori dell'arcobaleno vincendo l'Omloop Het Nieuwsblad, oggi si è ripetuta da favorita nell'affascinante seconda edizione della Strade Bianche, prima storica corsa del neonato UCI Women's World Tour. L'anno scorso in Piazza del Campo a Siena per Armitstead era arrivato un secondo posto dopo aver coperto l'azione vincente della compagna di squadra Megan Guarnier, stavolta è stata lei stessa a prendere l'iniziativa a circa 20 chilometri dall'arrivo ed a tagliare il traguardo a braccia alzate.

 

Harris attacca dopo la selezione iniziale
Per questa seconda edizione della Strade Bianche femminile, gli organizzatori di RCS Sport ha allestito un percorso un po' diverso da quello dell'anno scorso: il via è stato dato da Siena e non più da San Gimignano ed il primo vero passaggio cruciale per le atlete non è stato un settore di sterrato bensì la salita del Passo del Rospatoio, un'ascesa di quasi sei chilometri con una pendenza media al 5.2%: è proprio qui che c'è stata la prima grande selezione con l'iridata Armitstead che in alcuni tratti si è messa lei stessa a scandire il ritmo per appesantire il più possibile le gambe delle rivali.

Nonostante qualche attacco nessuna è riuscita a fare una grande differenza in salita e nella successiva discesa che comprendeva anche il secondo dei sette tratti di sterrato previsti oggi.  Il gruppo si è quindi presentato compatto a metà gara nel tratto più lungo di Strada Bianca, 9500 metri con tanta salita dalle pendenze ostiche: qui la Boels-Dolmans ha iniziato le grandi manovre tattiche lanciando all'attacco la britannica Nikki Harris, 29enne specialista del ciclocross che in questa prova così particolare non poteva che dare il meglio di sé. Harris ha scavato un margine di vantaggio di circa 25" sul primo gruppo inseguitore che comprendeva a quel punto solo più una quarantina di atlete.

 

Sfida a 3 dopo gli ultimi sterrati
Prima del quarto settore sterrato, posto a 36 chilometri dall'arrivo, la Harris è stata raggiunta in testa alla corsa dall'olandese Lucida Brand (RaboLiv): queste due atlete assieme hanno guadagnato fino a 50", ma a questo punto la situazione di corsa non poteva più stare bene ad una corazzata come la Wiggle High5 che si è prontamente attivata per andare a ricucire. Il gruppo, o ciò che ne ormai ne restava, è tornato compatto nei pressi di Monteaperti, poco prima degli ultimi tre settori sterrati nessuno dei quali particolarmente lungo ma tutti molto tecnici e caratterizzati da pendenze particolarmente impegnative.

È in questa fase che è nata l'azione che ha deciso la corsa e stavolta nessuno degli squadroni principali si è fatto sorprendere. A scattare sono state Elizabeth Armitstead della Boels-Dolmans, Emma Johansson della Wiggle High5 e Katarzyna Niewiadoma della RaboLiv: alle spalle di questo terzetto era rimasto un drappello di sole 14 cicliste e nessuna squadra aveva più l'interesse o le forze di organizzare un inseguimento; e così il distacco da 15" è cresciuto rapidamente fino a superare addirittura il minuto e mezzo.

 

Longo Borghini ai piedi del podio
Armitstead, Johansson e Niewiadoma si sono permesse un piccola fase di studio prima del muro di Via Santa Caterina proprio nell'ultimo chilometro. Tra le battistrada la prima è cedere è statala svedese Johansson, mentre Armitstead ha aspettato gli ultimi metri di questa terribile rampa in lastriscato per scatenare sui pedali tutte le energie rimaste: Niewiadoma ha perso una decina di metri e quel piccolo buco ha messo le ali ad Armitstead che nelle ultime centinaia di metri ha continuato a spingere a tutta tagliando il traguardo con 3" di vantaggio sulla giovane polacca.

Tra il gruppo inseguitori alla fine la migliore è stata l'ossolana Elisa Longo Borghini che si tolta di ruota Anna Van der Breggen e la vincitrice dell'anno passato Megan Guarnier per andarsi a prendere la quarta posizione: qualche rimpianto quindi per la Wiggle High5 che forse oggi ha puntato sul cavallo sbagliato anche se certezze in tal senso non se ne possono avere. La top10 è stata completata nell'ordine da Van Vleuten, Lichtenberg, Kitchen e Kirchmann, subito a ridosso invece si sono piazzate l'ex iridata Pauline Ferrand-Prévot e la svizzera Jolanda Neff, portacolori della Servetto-Footon.

Il Women's World Tour adesso si sposta in Olanda dove sabato prossimo è il programma la Ronde van Drenthe: a vestire la rinnovata maglia di leader è ovviamente Lizzie Armitstead, mentre tra le giovani il primato è di Kasia Niewiadoma.

Sebastiano Cipriani

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