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Mondiali su Pista 2016: Ganna sinonimo di sballo ed euforia - Nell'Inseguimento Filippo vince il titolo, primo italiano dopo 19 anni. Record anche per il quartetto donne

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Filippo Ganna è il primo italiano a vincere un Mondiale su Pista 19 anni dopo Martinello © Bettiniphoto

Il 25 luglio 1996 ad Atlanta Andrea Collinelli si laureava campione olimpico dell'Inseguimento Individuale dopo che il giorno precedente aveva migliorato per due volte il record del mondo sui 4000 metri: lo stesso giorno a Verbania nasceva un bambino che qualche anno dopo scoprirà di avere delle doti straordinarie per il ciclismo tanto da diventare il primo italiano dopo quasi 19 anni a vincere un Campionato del Mondo su Pista e a migliorare proprio quel tempo di Collinelli. Stiamo parlando ovviamente di Filippo Ganna che stasera a Londra ha regalato ai tifosi italiani un'impresa fantastica nell'Inseguimento andando a conquistare quella maglia iridata che al settore pista maschile mancava proprio dal 1996 quando Silvio Martinello vinse a Perth in Australia l'oro nella Corsa a Punti.

Nell'ambiente si parlava delle qualità fuori dal comune di questo ragazzo già da diverso tempo: a Ponferrada nel 2014 aveva sfiorato il podio, quarto, nella prova a cronometro dei Mondiali juniores ma da lì a pensare di vederlo vincere un Campionato del Mondo Élite a meno di 20 anni la strada era lunga. Dopo aver debuttato nella rassegna ieri sera con il quartetto, Filippo Ganna si è presentato questa mattina al via delle qualifiche dell'Inseguimento con la possibilità di fare bene ma il lotto dei rivali prevedeva i britannici Owain Doull e Andrew Tennant, l'australiano Michael Hepburn ed il tedesco Domenic Weinstein, vicecampione europeo in carica.

Ganna è partito piano poi ha gradualmente aumentato il ritmo fino a scatenarsi nella seconda metà di gara con un ultimo chilometro coperto in 1'00"700; il tempo finale di 4'16"127 non gli è valso solamente il primo posto in graduatoria (79 millesimi davanti a Weinstein) ma anche il nuovo record italiano battendo come detto la prestazione di Collinelli ad Atlanta.

Nella sfida per la medaglia d'oro contro Domenic Weinstein, Filippo Ganna è partito subito fortissimo ma poi ha gestito le proprie energie come fosse un campione navigato: il distacco dal tedesco, più vecchio di due anni, è rimasto stabile intorno ai sette decimi di secondo per tutta la fase centrale. Nell'ultimo chilometro il piemontese di Vignone si è nuovamente scatenato infliggendo a Weinstein un distacco di ben due secondi solo negli ultimi 500 metri: il tempo finale di Ganna è stato di 4'16"141, solo 14 millesimi più lento rispetto al mattino ed anche la capacità di ripetersi a distanza di poche ore è una dote dei grandi campioni. La pista italiana adesso non può permettersi di perdere un talento simile: l'Inseguimento Individuale non è disciplina olimpica, ma Ganna può essere la stella attorno la quale costruire il quartetto per il prossimo ciclo olimpico verso Tokyo 2020.

Giusto per la cronaca, nella serata c'è stata anche la finale dell'Inseguimento per la medaglia di bronzo, un'equilibrata sfida tutta britannica tra Owain Doull e Andrew Tennant: ad imporsi è stato proprio quest'ultimo che ha ribaltato l'esito della qualifica quando era finito dietro al connazionale di più di un secondo.

Record italiano anche per le ragazze del quartetto
Ma tornando in tema di record italiani, oggi a meritarsi gli applausi è stato anche il quartetto dell'Inseguimento a Squadre femminile: già ieri Simona Frapporti, Tatiana Guderzo, Francesca Pattaro e Silvia Valsecchi si erano ben comportate qualificandosi tra le migliori otto nazioni al mondo, oggi nel primo round hanno fatto addirittura di meglio portando il primato italiano a 4'26"162, migliorando di un secondo quello stabilito circa un anno e mezzo fa in altura nel velodromo messicano di Guadalajara. Nella finale per il quinto e sesto posto la sfida con l'Australia era oggettivamente fuori portata e le nostre ragazze, con Bartelloni al posto di Frapporti, si sono arrese solo nell'ultimo chilometro venendo raggiunte dalle rivali mentre stavano comunque girando su tempi assai più che dignitosi. Certo, a Rio sappiamo che le medaglie saranno quasi certamente un affare per altre nazioni ma il solo esserci è il giusto premio alla solidità e la costanza di rendimento di questo gruppo che in due anni non ha mai avuto un passaggio a vuoto.

Dopo la debacle di ieri, le padrone di casa della Gran Bretagna sono riuscite in qualche modo a rifarsi conquistato almeno la medaglia di bronzo ai danni della Nuova Zelanda. Sempre più sorprendente è stato invece il quartetto americano: senza effettuare alcuna rotazione, nel pomeriggio Sarah Hammer, Kelly Catlin, Chloe Dygert e Jennifer Valente hanno migliorato il loro primato nazionale avvicinandosi molto anche al record del mondo (4'14"806 il tempo finale, 1"2 sopra al primato delle australiane dell'anno scorso), poi in finale hanno avuto nettamente la meglio sulle canadesi nonostante una leggera flessione nel finale. Ad agosto in Brasile il pronostico sarà incertissimo e fino a due giorni fa era difficile pensare ad una lotta aperta a cinque squadre che possono sperare di crescere ancora grazie alla presenza nel quartetto di tre giovani e sembrano migliorare gara dopo gara.

Omnium: Elia Viviani parte bene e guida davanti a Gaviria
Per i tifosi italiani, questa terza giornata dei Campionati del Mondo su Pista era anche quella delle prime tre prove dell'Omnium in cui Elia Viviani partiva senza dubbio con il ruolo di favorito per il podio: ed il veronese della Sky ha risposto presente ed a metà gara guida la classifica generale con 104 punti, due in più del campione uscente Fernando Gaviria; terzo è il francese Thomas Boudat a quota 98 mentre più lontani sono Mark Cavendish (sesto a 84 punti) e soprattutto l'olimpionico di Londra, il danese Lasse Norman Hansen che è praticamente già fuori dai giochi dopo due sedicesimi posto nello Scratch e nell'Eliminazione.

Viviani è partito molto bene nello Scratch con un terzo posto alle spalle di Boudat e Zakharov, ma ancora meglio è stato il terzo posto nell'Inseguimento in cui il colombiano Gaviria ha iniziato la propria rimonta con una prestazione migliore di quella di molti specialisti della prova singola: il talento sudamericano però ha impressionato ancora di più nell'Eliminazione quando ad un certo punto ha dato addirittura la sensazione di volersi lanciare alla conquista del giro, salvo poi contenersi e ripartire nel finale togliendosi di ruota personaggi come Roger Kluge e Mark Cavendish, non proprio gli ultimi arrivati. Il quinto posto di Viviani nell'Eliminazione, una prova a lui congeniale, va accolto con soddisfazione ma è certo che domani non potrà permettersi in minimo errore per tenere testa ad uno scatenato Gaviria ed a tutti gli altri che inseguono pronti ad approfittare di qualche marcatura troppo stretta.

Corsa a punti spettacolari, trionfa Jonathan Dibben
Altre tre invece erano le finali in programma oggi. Molto spettacolare, come sempre, la Corsa a Punti maschile. I primi a guadagnare un giro sono stati il britannico Jonathan Dibben ed il giapponese Eiya Hashimoto, in seguito il colpo da 20 punti è riuscito anche a Kenny De Ketele, Andreas Graf e Benjamin Thomas che hanno così ristretto a cinque i nomi in lizza per il podio. Decisamente emozionante il finale con tutti questi uomini molto ravvicinati nel punteggio: a 14 giri dalla conclusione, con l'austriaco Graf davanti a tutti, una caduta ha coinvolto Thomas e Hashimoto con il francese che dal secondo posto si è ritrovato al quarto mentre il sorprendente giappone, più indietro come punti conquistati negli sprint, vedeva svanire le speranze di podio.

Prime dell'ultima e decisiva la volata la situazione di classifica vedeva Graf primo con 45 punti, Dibben secondo con 43, De Ketele a 41 e Thomas a 40: proprio il francese, un po' dolorante per la caduta, ha tentato il tutto per tutto nel tentativo di anticipare i più veloci ma non ha fatto i conti con Dibben che, spinto dal tifo del pubblico, nell'ultimo giro e mezzo ha piazzato un cambio di ritmo spaventoso che ha impedito ogni tipo di reazione a Graf e De Ketele che si erano vicini. Con la vittoria nell'ultimo sprint Dibben ha preso i cinque punti che gli hanno regalato matematicamente il titolo iridato, per l'austriaco Graf invece è arrivata la beffa di un secondo posto a pari punti che nella mente aprirà le porte ad un sacco di rimpianti. Il bronzo è andato al belga De Ketele mentre per l'Italia era in gara Liam Bertazzo che dopo un buon avvio ha perso un giro e non ha concluso la prova.

A Voinova i 500 metri, iniziata anche la Velocità maschile
Anche oggi, una finale ha caratterizzato la sessione pomeridiana: se ieri era toccato ai chilometristi, oggi il titolo assegnato è stato quello dei 500 metri dove il pronostico è stato ampiamente rispettato: oro alla russa Anastasia Voinova che con il tempo di 32"959 è arrivata a meno di due decimi dal record del mondo che lei stessa aveva stabilito lo scorso ottobre agli Europei di Grenchen. In questa rassegna la Voinova era partita con il piede giusto vincendo l'oro nella Velocità a Squadre, ieri invece nel Keirin era rimasta vittima di una caduta nel primo turno in seguito ad un contatto con Wai Sze Lee: proprio la velocista di Hong Kong oggi si piazzata al secondo posto nei 500 metri ma molto staccata dalla russa (33"736) mentre sul terzo gradino del podio è salita la possente olandese Elis Ligtlee.

Per quanto riguarda il settore della velocità, la giornata di oggi ha offerto anche l'inizio del torneo della Velocità maschile. In batteria il più rapido è stato l'australiano Matthew Glaetzer davanti a Jason Kenny, Jeffrey Hoogland, Denis Dmitriev, Callum Skinner e Damian Zielinski: dei primi sei l'unico a non passare il turno negli ottavi di finale (per merito del colombiano Puerta) è stato l'olandese Hoogland che nel ripescaggio si è trovato la strada sbarrata dall'ex campione del mondo Grégory Baugé. Domani si ripartirà con il quarti di finale: gli accoppiamenti prevedono Glaetzer contro Baugé, Kenny contro Webster, Puerta contro Zielinski e Dmitriev contro Skinner.

Sebastiano Cipriani

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