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Vuelta a Andalucía 2016: Il barbiere di Siviglia fa pelo e contropelo a tutti - Bennati vince con una magia di sapienza e interpretazione della traiettoria. E il gruppo gli fa chapeau

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Daniele Bennati batte Bert Van Lerberghe e Juanjo Lobato a Siviglia © Bettiniphoto

Quando si tratta di fare l'elenco dei corridori che andranno a disputarsi le volate di questa o quella corsa, da tempo Daniele Bennati non viene più incluso nel novero: troppo radicata la sua evoluzione in "pesce pilota" (ovvero uomo destinato a guidare altri al successo negli sprint) e in gregario a tutto tondo, capace di numeri esaltanti quando ad esempio c'è da pedalare nel vento per condurre attacchi di squadra. In questo è diventato nel tempo un maestro.

È notorio che con l'età (il nostro ha 35 anni) gli sprinter perdano qualcosa in termini di velocità di punta e soprattutto di voglia di rischiare il collo nei finali più convulsi, ma guadagnano in sapienza, e oggi a Siviglia l'aretino della Tinkoff ha dato di ciò un saggio esemplare: ha vinto la volata non tanto e non solo grazie alla sua potenza, ma principalmente per la capacità di interpretare alla perfezione un finale tecnicamente complicato: cosa che gli ha permesso di mettersi nel taschino avversari molto più imberbi di lui e di guadagnare - se mai ce ne fosse bisogno - un'altra vagonata di quel rispetto che il gruppo tributa a "chi ne sa di più" in bici.

 

Bennati a Siviglia, descrizione di una magata
Vince poco ormai, il Daniele, e appena pochi mesi fa, in settembre, aveva interrotto un digiuno di tre anni, conquistando (in un finale di gruppetto) il GP Industria e Commercio di Prato; in precedenza, aveva timbrato nel 2012 alla Vuelta a España, quella che era stata la sua ultima affermazione in un grande giro (ovvero nel suo terreno d'elezione: vincitore in carriera della classifica a punti al Giro e alla Vuelta e di 11 tappe, tra cui quelle finali al Tour e alla Vuelta nel 2007). Poi, in particolare dal suo trasferimento alla Saxo Bank (poi Tinkoff) avvenuto nel 2013, questa sua nuova carriera da uomo squadra.

La vittoria nella volata di Siviglia, prima tappa della Vuelta a Andalucía 2016, è maturata sull'ultima chicane che introduceva in una curva a destra a 250 metri dal traguardo: Bennati è stato il più bravo a interpretare quel passaggio, svicolando con una magia dalla traiettoria interna a quella esterna, facendo sì più strada rispetto a chi gli era alla destra, ma potendo così prendere una velocità maggiore (dovuta alla progressione scoccata in anticipo e non più interrotta), cosa che gli ha permesso di entrare lanciatissimo sul rettilineo conclusivo sfruttando la forza centripeta della corsia esterna per ingabbiare la coppia della Topsport che stava lanciando lo sprint all'interno.

Insomma, una magata bella e buona, e il buon Bert Van Lerberghe, 23enne belga, nome nuovo per lo sprint (tra quelli che la Topsport lancia da anni a ciclo continuo), non ha potuto opporre alcunché alla palese superiorità dell'italiano. Né ha potuto farlo Juanjo Lobato (Movistar), che aveva provato a prendere la ruota di Bennati quando era ormai troppo tardi, e si è dovuto accontentare del terzo posto; né, infine, si è potuto inserire nella partita Oscar Gatto, rimasto intrappolato all'interno quando il suo compagno partiva sulla curva: ci saranno altre giornate in cui Daniele lavorerà per il veneto, ma oggi l'occasione si è presentata così, e sarebbe stato un gran peccato non coglierla a fondo.

 

La fuga a quattro annullata a soli 2 km dal traguardo
La tappa, partita da Almonaster La Real e lunga 165 km, era vissuta quasi interamente su una fuga a quattro che ha venduto cara la pelle, dato che è stata annullata a soli 2 km dal traguardo. Gli avventurosi di giornata, partiti intorno al km 20 (e arrivati ad avere un vantaggio di 7'45" al km 42) erano Evgeniy Shalunov (Gazprom), Jérôme Baugnies (Wanty), Imanol Estévez (Euskadi) e Marcin Mrozek (CCC), e tra tutti ci piace segnalare principalmente lo spagnolo della compagnia, il quale quest'anno non perde occasione per mettersi in mostra: l'abbiamo già visto spesso all'attacco alla Challenge Mallorca e alla Volta Valenciana, oggi ha avuto cura di transitare davanti ai due traguardi Gpm affrontati mentre era in fuga, fatto che gli lascia in eredità la maglia di migliore scalatore. Il ragazzo ha 23 anni e - chi lo sa - forse il ciclismo basco ha trovato un nuovo puledrino a cui appassionarsi.

L'azione del quartetto è stata, come detto, annullata ai 2 km; e ciò è avvenuto grazie al lavoro dei team dei velocisti, su tutti la Cofidis di Nacer Bouhanni e la Southeast di Manuel Belletti. Purtroppo per loro, i due uomini destinati a sprintare non hanno trovato la giornata di grazia, e si sono piazzati al sesto posto (il francese) e al 18esimo (l'italiano, del quale ha fatto meglio il compagno Enrique Sanz, 15esimo).

Altri piazzamenti al traguardo (e quindi nella classifica generale, identica all'ODA vista l'assenza di abbuoni): Gijs Van Hoecke (Topsport) ha chiuso al quinto posto dopo aver tirato la volata al compagno Van Lerberghe; nei 10 son finiti anche Reto Hollenstein (IAM), Raymond Kreder (Roompot), Tosh Van der Sande (Lotto Soudal) e David Tanner (IAM); subito fuori dalla top ten Ben Swift (Sky) e Philippe Gilbert (BMC), e nei 20 citiamo anche Kristian Sbaragli (Dimension Data), 16esimo, e Enrico Battaglin (LottoNL), 19esimo.

Domani la seconda tappa si svilupperà tra Palomares del Río e Córdoba, lungo 186 km il cui momento più significativo sarà nell'Alto de la Trassierras, salita non difficile ma piazzata strategicamente a poco meno di 30 km dal traguardo (lunga 6.5 km, il Gpm è ai -23) e seguita da una fase mista che renderà il finale altamente interessante.

Marco Grassi

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