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Pagelle Cross 2015-2016: Allora, il testimone lo passi a me o all'olandesino? - Gli ultimi saggi di Nys, la stagione perfetta di Van Aert, lo spettacolo di Van der Poel... | Cicloweb

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Pagelle Cross 2015-2016: Allora, il testimone lo passi a me o all'olandesino? - Gli ultimi saggi di Nys, la stagione perfetta di Van Aert, lo spettacolo di Van der Poel...

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Il simbolico podio di Koksijde con Sven Nys tra Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel © VeloNews.Competitor.com

Wout Van Aert - 10 e lode
Palmarès 2015-2016 del rollingstone del ciclocross: 6 tappe su 8 nel Bpost Bank Trofee più classifica finale; 4 tappe su 8 nel Superprestige più classifica finale; 1 tappa su 7 in Coppa del Mondo più classifica finale; Campione Nazionale belga; Campione del Mondo. L'unico titolo che gli è sfuggito, insomma, è stato l'Europeo (ha vinto l'argento). A tratti ingiocabile, si è certo giovato della prolungata assenza del rivale MVDP nella prima parte di stagione, ma dopo ha tenuto botta, vincendo certo di meno ma correndo con sapienza, piazzandosi, portando a casa tutte le challenge; e tenendo in serbo il colpaccio per il Mondiale. Tutto ciò, a soli 21 anni. Stagione perfetta, o poco ci manca.

 

Mathieu Van der Poel - 9
Il suo dualismo con WVA è una delle cose migliori del ciclismo attuale (non del solo ciclocross: dell'intero ciclismo!). Ha saltato per un infortunio al ginocchio i primi due mesi di gare, e il rivale ne ha approfittato per involarsi in tutte le classifiche; ma quando è rientrato, signori, che spettacolo! Si è imposto nelle ultime quattro tappe di Coppa del Mondo e nelle ultime tre del Superprestige, collezionando anche il titolo nazionale olandese e dando ovunque saggi della sua mostruosa bravura (il suo senso dell'equilibrio è qualcosa di inenarrabile, lo vedi già per terra e lui con un numero da trapezista riesce a restare su). Si è gestito male giusto al Mondiale di Zolder, ma a 20 anni una giornata storta può essere perdonata, nel contesto di tanta e tale grazia.

 

Sven Nys - 8
Le ultime gare sono state una processione misericordiosa e a tratti straziante, visto che ogni volta era inevitabile pensare "è l'ultima volta che lo vediamo qui, è l'ultima volta che lo vediamo lì". Il Cannibale di Baal si ritira, saluta e lo fa con l'enorme classe che lo contraddistingue. Non ha avuto la costanza per portare a casa bersagli grossi anche se, insomma, secondo nel Superprestige, terzo nel Bpost Bank Trofee, quarto in CDM, sono risultati per i quali altri firmerebbero; tanti secondi posti e un quarto che brucia più degli altri, quello al Mondiale; resta la perla della fantastica vittoria in Coppa a Koksijde, dopo un duello esaltante con Van Aert; al terzo posto si inserì pure Van der Poel: e quel giorno, coi due rampolli accanto al grande vecchio sul podio, si è consumato ufficialmente il passaggio di consegne tra il dominatore di tre lustri e i nuovi protagonisti assoluti del cross internazionale.

 

Lars Van der Haar - 7
Non è colpa sua se è co-generazionale di due autentici fenomeni come i due giovanotti citati sopra. In un'altra finestra storica sarebbe stato un gran vincente, ora come ora deve invece accontentarsi di raccogliere quello che viene. Il suo picco stagionale, a livello di risultati, è stato il Campionato Europeo; ha dato tanta battaglia in un bel Mondiale, chiuso al secondo posto, e ha vinto una tappa di Coppa del Mondo in casa, al Cauberg (in CDM è stato peraltro secondo alla fine). In ogni caso deve lavorare per migliorare la tenuta, non è raro vederlo calare nettamente sul finire delle gare più battagliate.

 

Kevin Pauwels - 6
È una sufficienza stiracchiata stiracchiata quella che gli diamo. Perché ha vinto una prova del Superprestige (a Ruddervoorde), perché ha centrato un podio al Mondiale (terzo posto quasi insperato) e uno all'Europeo (sempre terzo), perché alla fin fine è sempre lì (secondo nella classifica del Bpost Bank Trofee, terzo in quella della Coppa del Mondo, quarto nel SP). Un personaggio di contorno, aiutato a cogliere buoni piazzamenti dal suo motore diesel grazie al quale emerge solitamente nei finali (in ciò è complementare a Van der Haar), certo tignoso, ma mai realmente sbocciato rispetto a quelle che erano le promesse di qualche anno fa.

 

Tom Meeusen - 6
Come Pauwels, rende meno rispetto a quanto i suoi tifosi spererebbero. Ma a differenza del collega, dà ancora l'impressione di poter centrare prima o poi una stagione coi controfiocchi. Fantasmatico nella prima parte dell'anno, è poi pian piano venuto fuori, riuscendo pure a vincere l'Azencross di Loenhout (la gara più tattica e brutta dell'anno, non ce ne vorrà). La sufficienza è quasi d'incoraggiamento a crederci ancora.

 

Laurens Sweeck - 6.5
Tra i volti nuovi del cross belga, è quello che ha esibito la maggiore costanza ad alti livelli quest'anno (sempre considerando che WVA fa classifica a sé). Molti piazzamenti tra cui spicca il secondo posto al campionato nazionale, e una vittoria in BPBT nel Waaslandcross, all'ultima occasione valida. Teoricamente crescerà, e saprà ritagliarsi i suoi spazi in futuro: non gli mancano la tenacia e la voglia di attaccare, e ciò ce lo fa piacere sin da ora.

 

Klaas Vantornout - 4
Uno spettro s'aggirava quest'anno per i campi di gara del cross belga: quello del bel corridore che fu Klaas Vantornout. Vero che è stato afflitto da problemi fisici in serie, ma mai un guizzo, mai un momento di riscatto nella sua stagione più brutta. Peggio di lui, tra i protagonisti del recente passato, solo il tedesco Philipp Walsleben (a cui affibbiamo un 3 senza scusanti), completamente assente, troppo brutto per essere vero.

 

Tim Merlier - 6
Per qualità di piazzamenti (è stato secondo nell'Azencross) e anche per il fatto di essere - purtroppo per lui - messo costantemente in ombra dal suo irraggiungibile capitano Van Aert, lo preferiamo ai pari grado (e pari età e pari nazionalità) Michael Vanthourenhout (che pure lascia intravedere forse maggiori margini) e Toon Aerts (venuto fuori nell'ultima fase della stagione). Comunque per tutti sufficienza piena e arrivederci a quando saranno più maturi.

 

Sanne Cant - 9
Il Van Aert al femminile, capace di vincere a ripetizione, di conquistare tutte le challenge in cui si è cimentata, confermandosi l'atleta più continua ed efficace della stagione; unico neo, il Mondiale che si è chiuso con un bronzo, consolazione minima per lei che partiva con tutti i favori del pronostico.

 

Eva Lechner - 7
Un nuovo titolo di Campionessa d'Italia, una memorabile vittoria in Coppa del Mondo a Valkenburg, la capacità di contendere alla Cant la challenge UCI nonostante la sua stagione sia stata divisa a metà dalle fisiologiche vacanze d'autunno (veniva da un anno di MTB a tutta e doveva per forza staccare per qualche settimana). Il ritorno in grande stile a gennaio è stato però un po' al di sotto delle attese, il secondo posto nella classifica di CDM non basta a controbilanciare un Mondiale in cui non è riuscita a lottare per il podio.

 

Thalita De Jong - 7.5
Si è vista solo a fine stagione, giusto in tempo per vestire la maglia iridata a Zolder, al termine di una gara in cui è stata protagonista di una rimonta di stordente bellezza. Dovrebbe misurarsi di più nel cross (anche se le basta così poco per salire sul tetto del mondo...).

 

Nikki Harris - 6.5
Una delle più valenti avversarie della Cant, ha messo insieme una miriade di piazzamenti ma anche lei ha steccato la prova più attesa, il Mondiale.

 

Chiara Teocchi - 7
Una stagione di grande crescita che l'ha portata a vincere il GiroCross e a riuscire ad essere competitiva nelle sue prime uscite in Coppa del Mondo Élite. Tanto promettente da aver messo un po' in ombra Alice Arzuffi (6.5 per lei) che si fregia del titolo Under 23 ma nel complesso è risultata un pochino meno convincente della collega.

 

Gioele Bertolini - 7
Un casinista, se mai ce n'è stato uno: la foga agonistica lo porta a gettare il cuore oltre l'ostacolo, con generosità e senza risparmio, ma gli fa commettere troppi errori proprio quando non dovrebbe: prova ne sia la caduta che l'ha spinto fuori dal podio al Mondiale U23, nel momento in cui si stava giocando addirittura l'oro! Gli resta il titolo di Campione Italiano, una bella vittoria in CDM a Valkenburg, tante affermazioni raccolte in Italia e un po' d'esperienza in più a livello internazionale (ha gareggiato con profitto anche nell'EKZ svizzero). Quando limiterà gli errori non forzati farà un ulteriore salto di qualità.

 

Enrico Franzoi - 6.5
Ha corso part-time, dividendosi col suo nuovo lavoro, e già questo basta per rendergli tutti gli onori, dato che nonostante ciò è riuscito a far suo l'SMP Master Cross. Una sciagurata scelta federale l'ha privato di una presenza al Mondiale che avrebbe onestamente meritato.

 

Nadir Colledani - 6.5
Ha vinto il GiroCross senza aver mai primeggiato in una tappa; a livello Under 23, complice il dirottamento di Bertolini sui palcoscenici maggiori, ha fatto cose egregie, compreso il titolo di Campione Nazionale di categoria al Monte Prat.

 

Cristian Cominelli - 6.5
Due tappe vinte al GiroCross, una al Trofeo SMP, è l'altro uomo che - con Franzoi - può con buone ragioni lamentare la decisione federale di non schierare la nazionale maggiore a Zolder: anche lui avrebbe meritato la convocazione per la prova più importante dell'anno.

 

Nicolas Samparisi - 6
Con suo fratello Lorenzo ha investito su se stesso, gareggiando tanto a livello internazionale (specialmente in Coppa del Mondo), puntando a fare esperienza che tornerà buona in futuro. Oltre a ciò, ha collezionato qualche buon piazzamento tra GiroCross e Trofeo SMP.

Marco Grassi

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