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Trofeo Pollença 2016: Broom broom Brambilla, partenza in quarta - Gianluca s'impone con una spettacolare azione solitaria negli ultimi 20 km. Podio Kwiatkoski-Stybar

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L'arrivo solitario di Gianluca Brambilla al Trofeo Pollença-Andratx © Etixx-Quick Step

Da diversi anni Gianluca Brambilla è in rampa di lancio come uno dei più promettenti corridori italiani del decennio in corso. Dopo un triennio iniziale in maglia Colnago, dal 2013 veste i colori della Etixx-Quick Step (già Omega Pharma), e nella formazione belga è cresciuto tanto, ha dato anche diversi saggi della sua bravura (si veda in proposito il 13esimo posto all'ultima Vuelta a España, tanto per dire di un risultato di un certo rilievo), ma una cosa gli è mancata: la vittoria.

Rimasto fermo all'unico successo da professionista ottenuto nel 2010, ad appena 22 anni, al GP Nobili-Coppa Papà Carlo, da allora Brambilla non è più riuscito ad alzare le braccia sotto uno striscione d'arrivo. Al punto da farne quasi una malattia, se è vero che al raduno dicembrino della sua squadra si poneva come obiettivo per il 2016 proprio il ritorno alla vittoria: «Sono più forte che in passato, ma mi manca quella sensazione speciale», diceva.

Tanto gli mancava, che non ha voluto perdere neanche un giorno, in questa sua nuova stagione, per rompere il lungo digiuno, ed è andato a prendersi di forza il Trofeo Pollença-Andratx, seconda prova della Challenge Mallorca. Ora concluderà nei prossimi giorni il suo impegno alle Baleari, dopodiché potrà tornare a casa, stampersi la top ten della gara di oggi e farne una gigantografia da appendere in casa: e certo, perché in quella top ten c'è talmente tanta nobiltà ciclistica, che potrà vantarsi a lungo di aver battuto tutti insieme Kwiatkowski e Stybar, Cancellara e Valverde (per non dire di quelli che sono rimasti fuori dalle prime 10 posizioni). Abbia però cura, il buon Gianluca, di non lasciare che questa giornata di gloria resti isolata, nel corso di questo 2016 che per lui è nato sotto una splendida stella.

 

34 in fuga, ci sono pure Visconti, Felline e Tomio
Corsa anarchica quant'altre mai, il Trofeo Pollença ha visto oggi grossi movimenti tra attacchi e contrattacchi, una fuga, poi un'altra, poi un'altra ancora, e sempre composizioni numerosissime. Paradossale (ma divertente) che poi alla fine a imporsi sia stato l'uomo solo.

Il primo attacco del giorno si è formato tra il km 21 e il 33 (su 152 totali), ed è risultato composto da 34 uomini, tra i quali citiamo Ramunas Navardauskas (Cannondale), Martin Elmiger (IAM), Ángel Madrazo (Caja Rural), Leopold König (Sky), gli italiani Giovanni Visconti (Movistar), Fabio Felline (Trek) e Giacomo Tomio (Roth), e l'attivissimo spagnolo Imanol Estevez (Euskadi), risultato alla fine vincitore dei traguardi volanti e dei Gpm (premiato dalla somma dei piazzamenti ai singoli passaggi).

Questa azione ha avuto un vantaggio massimo di 2'20" (al km 92), ma ha perso vigore e diversi componenti sulla seconda salita di giornata, il Coll des Grau, a 40 km dalla conclusione. Tra salita e discesa c'è stato un gran rimescolamento: il gruppo (tirato fin lì da Lotto e Dimension Data) era molto vicino ai battistrada, e in tanti son rientrati sui primi, andando a formare un nuovo drappello di oltre 40 unità.

 

Sul Coll de Galilea nasce l'azione decisiva
Immediatamente successivo al Grau, c'era un altro colle, il Galilea, e qui s'è fatta definitivamente la corsa: la precedente fuga è stata riassorbita, e in cima (ai -31 km) Tiesj Benoot (Lotto) ha preceduto Gorka Izagirre (Movistar) e un pimpante Gianluca Brambilla, che era rientrato nel drappello buono tra la precedente discesa e le rampe del Galilea. Intorno a loro c'erano tutti gli uomini più in palla del giorno (tra cui anche l'altro Etixx Matteo Trentin), e sulla successiva picchiata hanno allungato in 20 circa.

Tra di essi non c'era però un grosso accordo; al tempo stesso, non si paventava neanche il rischio che ci fosse un ritorno del gruppo, il quale si era praticamente dissolto in mille plotoncini. Dipendeva insomma solo da quelli che erano lì davanti: cercare il colpo risolutore dalla distanza, o adagiarsi ad aspettare la volata ristretta? Brambilla, come ormai sappiamo, ha optato per la prima soluzione.

 

Brambilla, stoccata memorabile ai 20 km

Il 28enne proveniente dal Lago di Como ha dato la sua stoccata a 20 km dalla conclusione. Chissà se ci credeva davvero, nell'azione che stava imbastendo: in fondo nel drappello aveva dei compagni che avrebbero senz'altro detto la loro nell'eventuale sprint decisivo (soprattutto Zdenek Stybar); sia come sia, Gianluca ha messo insieme 20" di margine, poi 30", poi quasi 40". Quando, a 10 km dalla fine, il suo vantaggio ammontava ancora a mezzo minuto tondo, il ragazzo ha capito che non era più il caso di porsi tante domande: «Tutto o niente», ha pensato Brambilla, e da lì in avanti ha trovato energie insospettate per tenere a bada gli inseguitori, difendendo il suo margine ottimamente fino ai -4, poi cedendo fisiologicamente qualcosa, ma presentandosi infine al triangolo rosso dell'ultimo chilometro con una decina di secondi da amministrare. E, inutile dirlo, li ha amministrati perfettamente.

Alle sue spalle, Michal Kwiatkowski ha battuto nella volata per il secondo posto Stybar, Benoot, Dylan Van Baarle, Fabian Cancellara, Scott Thwaites, Alejandro Valverde, Leopold König e Visconti, che ha chiuso al decimo posto.

Brambilla ha dedicato la vittoria al padre della sua compagna, morto purtroppo qualche mese fa; il prossimo successo potrà invece dedicarlo al figlio che nascerà a maggio. Magari riproverà a vincere già domani, nella terza prova della Challenge Mallorca, il Trofeo Serra da Tramuntana, la gara altimetricamente più impegnativa di questa quattro giorni alle Baleari. Certo non potrà puntare più sul fattore sorpresa, visto che dopo l'impresa di oggi lo marcheranno con un occhio di riguardo in più: ma va bene così, sono anche questi segnali di crescita.

Marco Grassi

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