Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Il caso: E sul più bello l'Italia abbandonò la festa - Fa discutere la scelta federale di non portare atleti Élite ai Mondiali di ciclocross di Zolder

Versione stampabile

Ai Mondiali Élite di Zolder non ci saranno rappresentanti italiani © Velonews.competitor.com

Si avvicina sempre più il fine settimana per gli appassionati di ciclocross, in attesa di uno degli appuntamenti clou di tutta la stagione: il Mondiale. Ci si domanda già se a Heusden-Zolder sarà questa volta Wout Van Aert a spuntarla o se invece a confermarsi sarà l'altrettanto fenomenale Mathieu Van Der Poel. O se invece sarà la volta di Lars Van Der Haar, se toccherà a Pauwels, all'intramontabile Nys o a qualche altro interessante outsider. Non aspettatevi di vedere maglie azzurre lottare per una top ten, però.

Non aspettatevi maglie azzurre finire nelle prime venti o trenta posizioni. Non aspettatevi nulla per un motivo presto detto: le maglie azzurre della nazionale italiana non ci saranno proprio nella gara più importante, ovvero quella degli Élite in programma nel pomeriggio di domenica prossima. In compenso saranno presenti, oltre alle nazionali più blasonate, anche nazioni come Giappone o Australia, che in ossequio ad una crescita esponenziale su strada, favorita dal ciclismo odierno sempre più globalizzato, saranno presenti nel massimo appuntamento iridato, pur non avendo alcuna possibilità di risultato ma certi di poter raccogliere comunque una buona razione d'incitamenti e applausi da parte di un pubblico come quello belga che vive letteralmente per una disciplina come il ciclocross. Eppure proprio nelle vicinanze del tracciato iridato, spostandosi sul celebre circuito automobilistico, torna ancora oggi alla mente il capolavoro confezionato dall'Italia nel 2002, con una squadra perfetta che su strada portò al trionfo Mario Cipollini. Facile fare un paragone simile, si potrebbe dire, in un contesto completamente diverso e con l'Italia grande favorita per il successo, ma ciò non toglie che l'assenza di maglie azzurre domenica prossima creerà non poco rammarico.

 

I giovani, la Mountain Bike e un'assenza ingiustificata
Tutto parte dal comunicato federale dello scorso lunedì 25 gennaio, in cui vengono annunciate le convocazioni nelle varie categorie di riferimento per l'appuntamento iridato. Tralasciando la pompa magna dell'annuncio, che parla di "scelta storica" da parte del Commissario Tecnico Fausto Scotti a proposito della rinuncia allo schieramento di atleti Élite, il tutto pone l'accento sull'importanza di avere al via una nazionale giovane e competitiva in quasi tutte le altre categorie: mai come quest'anno infatti tra le donne vi saranno buone chance di lottare per il titolo per Eva Lechner e l'istituzione del titolo Under 23 femminile offre all'Italia buone possibilità di podio anche in questa categoria con Alice Arzuffi e Chiara Teocchi. Parimenti tra gli uomini Under 23 Gioele Bertolini parte senz'altro con ambizioni di podio, spalleggiato da un Nadir Colledani apparso in ottima forma nelle ultime settimane mentre tra gli Juniores ci si affida al talento di Jakub Dorigoni, Antonio Folcarelli e Michele Bassani.

Detto questo il primo punto di discussione è chiaro: chi ha mai messo in dubbio questo? Ossia che l'Italia avrebbe potuto offrire il meglio di sé ed essere realmente competitiva nelle categorie femminili e in quelle giovanili maschili? Chiunque ha seguito l'andamento della stagione dava certamente per scontato tutto questo e sa benissimo che i campioni del domani vanno formati dalle fondamenta attraverso importanti esperienze internazionali e la partecipazione ai Campionati del Mondo, in cui è presente tutto il gotha del ciclocross. Perché quindi rinunciare agli Élite? La spiegazione fornita da Fausto Scotti parte innanzitutto dall'impossibilità di poter schierare alcuni dei migliori rappresentanti del movimento nostrano, che hanno avviato già la preparazione specifica per la lunga stagione di Mountain Bike che avrà il suo appuntamento clou nel prossimo mese di agosto con le Olimpiadi di Rio de Janeiro. La defezione di Marco Aurelio Fontana, il vero e proprio personaggio del movimento azzurro, che aveva annunciato già da mesi la sua decisione di rinunciare non solo al Mondiale ma all'intera stagione crossistica era nota e ad essa si è aggiunta quella dei forti gemelli friulani Luca e Daniele Braidot, anch'essi pedine di punta della nazionale guidata da Hubert Pallhuber.

Scelta che, se vogliamo, non può essere troppo biasimabile, considerando i marchi importanti ed il ritorno economico e di visibilità che offre la Mountain Bike, oltre appunto alla possibilità di poter gareggiare alle Olimpiadi che costituisce un traino irresistibilmente appetibile, tanto che per cercare in qualche modo d'invogliare determinati specialisti e per dare una meritata vetrina ai maggiori ciclocrossisti nelle ultime stagioni si era fatta largo anche l'ipotesi d'introduzione del ciclocross come nuova disciplina alle Olimpiadi invernali. Quel che però si fa fatica a comprendere è il come la scelta di rinunciare completamente agli Élite possa andare a cozzare con un progetto che deve guardare al futuro: la partecipazione di un Franzoi, di un Cominelli, dei fratelli Samparisi sarebbe stata così d'intralcio a Bertolini, Lechner e compagnia? Oppure occorre pensare che in Federazione si sia voluto risparmiare qualche soldo e a farne le spese sono stati proprio dei ragazzi che per tutto l'anno hanno potuto contare solamente sulle proprie forze e su quelle delle società d'appartenenza per avere la possibilità di gareggiare in Coppa del Mondo? Fatta esclusione per la prova inaugurale di Las Vegas, i fratelli Nicolas e Lorenzo Samparisi sono riusciti a schierarsi al via di tutte le altre prove e ciò li pone decisamente in una posizione d'encomio, al di là dei risultati conseguiti, visto che era impossibile pretendere di più.

Ecco quindi che il messaggio che passa suona molto come un'arrampicata sugli specchi (quante volte è capitato di commentare scelte federali discutibili, compreso l'utilizzo di denaro che poteva essere investito in maniera senza dubbio più intelligente) e come un'assenza ingiustificata, tanto più che l'Italia avrebbe diritto a ben cinque posti (cinque, avete capito bene, non uno solo!) che resteranno mestamente inutilizzati. Verrebbe poi da chiedersi se anche il coordinatore di tutte le rappresentative nazionali, vale a dire Davide Cassani, che in più occasioni non ha mai mancato di ribadire l'importanza ed il valore, innanzitutto educativo, del vestire la maglia della nazionale italiana, sia concorde su una scelta simile che, lo ribadiamo, non inficia in alcun modo eventuali progetti a lungo termine. Allo stesso tempo poi nasce un nuovo interrogativo, ovvero: quali prospettive può avere un giovane azzurro che voglia continuare a praticare il ciclocross ai massimi livelli se, non appena giunto alla massima categoria, arriva a scontrarsi con una realtà enormemente più competitiva e finisce quindi per accumulare batoste su batoste che rischiano di allontanarlo col passare del tempo dal giro azzurro?

 

Lo sfogo di Cominelli, il disappunto costruttivo dei Samparisi. E Franzoi...
Prendiamo il caso di Cristian Cominelli: il bresciano poco più di un lustro fa era considerato un'autentica promessa del ciclocross, con titoli italiani a raffica e soprattutto la luminosa medaglia di bronzo conquistata a Le Bandie, nei pressi di Treviso, ai mondiali del 2008 tra gli Under 23. Nelle stagioni successive Cristian si è diviso tra varie esperienze, compresa quella non troppo fortunata vissuta su strada col Team Idea, sacrificando qualcosa nel ciclocross, ma in questo autunno-inverno ha saputo ripresentarsi sufficientemente competitivo in ambito nazionale, vincendo ben due tappe del GiroCross a Portoferraio e Pescia Romana (in proposito: a cosa è servito rendere internazionale il Giro d'Italia di ciclocross, con la possibilità di accumulare punti utili per le prove di Coppa del Mondo e i Mondiali, se poi nell'appuntamento iridato non viene schierato nessuno?). Cominelli ha quindi preso il via delle ultime due prove di Coppa del Mondo a Ligniéres e Hoogerheide ed era possibile attendersi una convocazione per l'appuntamento iridato. Così non è stato ed il biker di Sellero non ha nascosto, mantenendo toni assolutamente garbati, il suo rammarico sulla sua pagina ufficiale di Facebook, nell'intervento che vi riportiamo integralmente:

"Piccola riflessione personale sull'argomento, apro una veloce parentesi per chiuderla immediatamente e non tornarci mai più...io rispetto le opinioni e le decisioni di tutti, ma credo di poter aver la stessa libertà nel non poterle assolutamente condividere...anzi, condivido la scelta di una nazionale giovane, condivido il progetto di lavorare sui giovani talenti e soprattutto condivido ed elogio la scelta di far fare esperienza ad alti livelli ai giovani...ma da sportivo, da tifoso della nazionale azzurra, di qualsiasi sport, da amante del ciclismo prima ancora che da professionista e da "parte in causa", non posso che essere in totale disaccordo con la scelta di non presentare al via di una manifestazione mondiale una rappresentativa azzurra nella massima categoria èlite!...

...credo non si sia mai vista, nel panorama sportivo mondiale, che una nazionale abbia preso la decisione di non presentare una sua rappresentativa...eppure solitamente si fa di tutto, ma per ottenere proprio il risultato contrario, si cercano punti, spiragli, per poter presentare più atleti possibili......quindi non mi spiego proprio la decisione...forse perchè 1, 2 o 3 atleti in più potevano chiudere l'opportunità di lavorare ai progetti per i giovani?...perchè portare anche atleti èlite metteva con le spalle al muro i costi?...Con Gioele ed Eva ci giocheremo certametne medaglie e maglie, con gli altri ragazzi podi e tante soddisfazioni, ma gli èlite, certo, tra loro nessuno ha opportunità di ambire a quel titolo, ad una medaglia e forse nemmeno ad entrare nella top ten....forse tanto basta affinchè si decida di non schierare qualche atleta!?...

...parliamoci chiaro, salvo colpi di scena, il titolo sembra già assegnato, e le medaglie se le giocheranno Olanda e Belgio...secondo il ragionamento quindi tutti gli altri potrebbero restare a casa, che ci vanno a fare!?....è vero, gli atleti èlite che in questi ultimi anni hanno maggiormenterappresentato l'Italia nel mondo ora sono impegnati con la preparazione dei giochi olimpici di Rio2016 con la mtb...ma tanto basta per sbattere la porta in faccia ad atleti, a professionisti, a persone che hanno fatto sacrifici lavorando con un solo ed unico obiettivo?...io ho creduto molto a quella convocazione, ho lavorato duramente per essere presente a questo mondiale per difendere i colori del nostro paese, ed anche se non fossi arrivato nelle posizioni più prestigiose, so certamente che avrei dato tutto me stesso per onorare al meglio quella maglia azzurra che racchiude e rappresenta l'amore e la passione di migliaia di tifosi, di una nazione intera!...

...ma queste sono le decisioni, così, in un solo secondo, si spengono sogni, si buttano al vento sacrifici, giorni e mesi di duro lavoro...a questi mondiali io tiferò sempre e comunque i colori azzurri, con il desiderio che almeno un titolo o più medaglie possano tornare con i nostri atleti in Italia..tiferò la nazionale azzurra ma apprezzerò e gioirò per chiunque salga su quei gradini del podio, per chiunque taglierà il traguardo, per chiunque prenderà il via alle competizioni iridate...qualunque sia la sua maglia...perchè questi sono i veri valori dello sport , valori che vanno al di sopra di una semplice risultato, valori che io conosco ed in cui credo...sempre e comunque, e nessuno riuscirà mai, con decisioni sbagliate e torti inspiegabili, a togliermi!

..anche quest'anno il campionato del mondo di ciclocross lo guarderò in tv, ma questa volta...sarà l'ultima volta!"

Delusi per la mancata convocazione anche i fratelli Nicolas e Lorenzo Samparisi che, come ricordato nel precedente paragrafo, hanno preso parte a quasi tutte le prove di Coppa del Mondo, oltre ad essere competitivi in ambito internazionale. Soprattutto Lorenzo, il più giovane dei due, è stato protagonista di un interessante dibattito sulla nostra pagina di Facebook, ponendo l'accento soprattutto sulla necessità di avere pazienza e di continuare a gareggiare regolarmente ad alti livelli (uno degli esempi portati con cognizione di causa fa riferimento allo svizzero Julien Taramarcaz, buon protagonista di questa stagione) senza gettare tutto al vento una volta giunti alla massima categoria. Negli ultimi giorni poi è tornato in auge anche il nome di Enrico Franzoi: il corridore veneto, iridato tra gli Under 23 e ultimo italiano a salire sul podio di un mondiale Élite (fu terzo a Hooglede-Gits nel 2007), ha vissuto una stagione crossistica part-time, dividendosi anche con i nuovi impegni lavorativi, ma è riuscito ugualmente a togliersi qualche bella soddisfazione, conquistando il Trofeo SMP Mastercross e partecipando anche all'ultima prova di Coppa del Mondo. Se per ovvi motivi era quindi pressoché impossibile attendersi una top-20, anche il corridore trevigiano poteva offrire una valida soluzione in grado comunque di onorare al meglio la maglia azzurra, proprio per il fatto che allo stato attuale nessuno aveva la pretesa di chiedergli qualsiasi risultato.

 

Un autogol che in futuro andrebbe evitato
Giunti alle conclusioni insomma resta l'idea di una scelta non bella, che fa il paio con quella adottata da Paolo Bettini nel 2010, quando in occasione dei Mondiali di Geelong l'allora ct della strada optò per la rinuncia dell'Italia allo schierarsi al via della prova a cronometro, ritenendo di non avere corridori sufficientemente competitivi (ma poi osservammo anche nell'occasione che i fondi federali risparmiati per la trasferta di uno o due atleti vennero utilizzati in maniera discutibile). Vogliamo pensare che anche Scotti paghi principalmente una politica federale a cui piace sbandierare a suon di belle parole progetti e aspirazioni future, salvo poi abbandonare a sé stessi determinati atleti una volta che non dimostrano di essere sufficientemente competitivi nei più importanti appuntamenti. Forse però ci si dimentica del punto fondamentale: una nazione come l'Italia, tantopiù lì dove ha saputo costruirsi credibilità e tradizione, non può permettersi di snobbare o di disertare determinati appuntamenti e quello realizzato in occasione di questi Mondiali può essere considerato un vero e proprio pasticcio, a cui in futuro ci si augura di non assistere. Per il resto non si può che sostenere con il massimo della partecipazione quanti, a partire da sabato, cercheranno di onorare al meglio la maglia del nostro Paese e di riuscire, magari, a strappare anche un risultato prestigioso.

Vivian Ghianni

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano