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Tour Down Under 2016: Gerrans ribadisce e rafforza il concetto - Simon batte Swift e Nizzolo, e tra abbuoni e buchi nel finale allunga pure in classifica

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Simon Gerrans batte Ben Swift e vince anche a Victoria Harbor © Tour Down Under

Aggiorniamo le statistiche, ragazzi. Ieri parlavamo di quattro vittorie di tappa di Simon Gerrans in carriera al Tour Down Under: oggi sono diventate già cinque. Il 35enne della Orica è abbastanza incontenibile in questi giorni, e ha messo in fila due successi come non gli era mai riuscito finora in una singola edizione del TDU. Dettagli. Quel che rileva, oltre al dato in sé delle vittorie parziali, è che il ragazzotto ha allungato in classifica, secondi che valgono tanto oro quanto pesano, visto che domani a Willunga può essere che Simon debba starsene rintanato in difesa di questo malloppetto (anche se a questo punto non è da escludere che faccia il protagonista pure sull'unico arrivo in salita della corsa). E quindi quanto più spazio c'è tra sé e i più temibili rivali, tanto più alte sono le probabilità che la sua settimana termini in gloria, domenica ad Adelaide.

La gara, davvero tanto più interessante di quanto sia stata in altre edizioni, oggi ha vissuto una giornata apparentemente interlocutoria, ma che ha assestato ulteriormente la classifica dopo le scossette di ieri a Campbelltown. Un po' di Italia in top ten s'è vista pure oggi, al traguardo di Victor Harbor, con Giacomo Nizzolo terzo ed Enrico Battaglin decimo. Andiamo al dettaglio, dunque.

 

Una fuga difficile da mettere in piedi
Con un traguardo volante posto dopo 27 km di tappa, la Orica del leader Gerrans si è fatta venire l'acquolina in bocca e ha lavorato per annullare tutti i vari tentativi di fuga andati in scena nella fase iniziale. Male per i vari Lieuwe Westra, Alessandro De Marchi, Thomas De Gendt, Alexis Giugeard, Jarlinson Pantano, Julián Arredondo e Georg Preidler, i quali - chi prima, chi dopo - hanno provato a lanciare il gruppetto d'attacco, ma si sono scontrati con la ferrea volontà aussie di tener chiusa la corsa fino a quello sprint intermedio.

Da un certo punto di vista, pure un azzardo, visto che Gerrans avrebbe potuto buscarle da qualche avversario. Ma per lui era più importante mettere subito qualche altro secondino di margine sui rivali più scalatori di lui (Henao, Porte, Woods e compagnia danzante); ad ogni buon conto, Simon ha vestito i panni del tagliatore di teste di toro e lo sprint l'ha direttamente vinto, davanti a Jay McCarthy, secondo della generale che alla partenza pagava 3" di ritardo. Dopo il traguardo volante (3" a Gerrans, 2" a lui) il distacco è salito a 4". E, sempre dopo il traguardo volante, ha finalmente avuto via libera la fuga: ad animarla, il recidivo Gougeard (AG2R) insieme agli australiani David Tanner (IAM) e a Patrick Shaw (UniSA).

 

Gruppo frazionato su uno strappetto
I tre attaccanti si sono comunque impegnati e hanno messo in cascina 5'45", vantaggio massimo toccato al km 42 dei 138 totali. Il loro destino era comunque segnato, perché la Orica tutto voleva meno che fare prigionieri; sicché il terzetto è stato raggiunto a 24 km dalla fine, poco prima di una salitella che prometteva di movimentare le cose.

L'ascesa, posta ai -20, non era niente di che, ma è bastata a spezzettare il gruppo (sull'azione dei BMC e poi dei soliti Orica), lasciando una cinquantina di uomini davanti. L'unico vero sussulto è stato lo sprint per il Gpm, vinto da Sergio Henao su Richie Porte; dopodiché la Sky ha preso in mano le redini del gioco, tirando nella successiva discesa (in un tratto in cui c'è stata una caduta di diversi corridori, tra cui Arredondo e un paio di Lampre).

Ai 16 km, su uno strappetto di un paio di metri che intercalava la discesa, è scattato Jesús Herrada, la cui azione è durata circa 3 km; ripreso lo spagnolo della Movistar (sempre con la Sky a fare l'andatura), ci ha provato ai 10 km Westra, ma pure lui non ha avuto grande spazio. La Sky teneva alta la guardia, lavorando sodo per Ben Swift, chiamato a finalizzare come non aveva fatto l'altro giorno a Lyndoch.

 

Gerrans inesorabile in volata, Nizzolo è terzo
Ci piacerebbe romanzare un po' la volata conclusiva, ma la verità è che non c'è stata storia. Il gruppo dei 50 si era a sua volta frazionato a causa di alcuni buchi provocati dalle curve dell'ultimo chilometro, fatto sta che quando, sul rettilineo finale, Daryl Impey ha deciso di cambiare marcia e di trainare in posizione di sparo il suo capitano Gerrans, la vittoria per il team di casa è stata il più naturale degli epiloghi.

Gerrans ha praticamente stravinto, Swift si è impegnato ma ha dovuto far buon viso a cattivo gioco e portarsi a casa almeno un secondo posto, difendendolo dal ritorno veemente di Giacomo Nizzolo (partito troppo dietro per vincere ma uscito bene). Per il secondo giorno consecutivo McCarthy resta ai piedi del podio e quindi degli abbuoni, e alle sue spalle nell'ordine d'arrivo odierno troviamo Leigh Howard, Reinardt Janse Van Rensburg, Sergey Lagutin, Alexey Tsatevich, Nathan Haas e, decimo, Enrico Battaglin. Nei 20 possiamo citare anche Federico Zurlo (16esimo).

Diversi uomini di classifica hanno preso un buco da 8": Porte, Woods, se vogliamo anche Diego Ulissi, e pure Rafael Valls e Rohan Dennis.

La classifica quindi diventa ancor più sorridente per Gerrans, che guida con 14" su McCarthy, 26" su Dennis, 28" su Henao, Steve Morabito, Rubén Fernández e Domenico Pozzovivo, ottimo settimo. Micky Woods scende all'ottavo posto a 32", e la top ten è chiusa da Rafael Valls e Porte a 36". La curiosità maggiore è ora: come riusciranno domani a far saltare Gerrans a Willunga Hill, salitella impegnativa posta alla fine dei 151.5 km della quinta tappa, con partenza a McLaren Vale? Non sarà facile: anche perché la Orica, se non altro per coerenza geometrica, farà quadrato intorno al suo capitano dal viso quadrato.

Marco Grassi

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