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Nuove Continental 2016: Dalle Alpi alle Piramidi, dalla Manzana al Reno - Quattro nuove squadre colombiane, in Europa poco movimento. Negli Emirati c'è Al Nasr | Cicloweb

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Nuove Continental 2016: Dalle Alpi alle Piramidi, dalla Manzana al Reno - Quattro nuove squadre colombiane, in Europa poco movimento. Negli Emirati c'è Al Nasr

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Il rosa della Manzana Postobón, formazione che ritorna nella categoria Continental © Facebook

Come di consueto, ogni nuova stagione porta in dote cambi di sponsorizzazioni per i team più meno grandi. Se più o meno tutti sono a conoscenza che la Dimension Data sia la vecchia MTN Qhubeka piuttosto che Direct Énergie è la nuova denominazione dell'Europcar, nel panorama delle formazioni Continental la situazione è più nebulosa: alzi la mano, ad esempio, chi sia a conoscenza che la ceca AWT-GreenWay (da cui sono usciti negli ultimi anni Julien Alaphilippe, Rayane Bouhanni e Petr Vakoc) sia ora Klein Constantia o che gli argentini dei Los Matanceros (i macellai, in italiano) siano gli stessi della Buenos Aires Provincia. Quali sono dunque le nuove formazioni entrate a far parte del terzo scalino del ciclismo élite in questa stagione?

 

Colombia regina, da tre a sette squadre
Chiusa (solo temporaneamente?) l'avventura della Colombia, la nazione leader del ciclismo latinoamericano conosce un vero e proprio boom fra le formazione Continental: alle tre squadre già presenti nel 2015, ossia la Epm-Une-Área Metropolitana di Oscar Sevilla, la Movistar America di Marvin Angarita e la Orgullo Antioqueño di Robibson Chalapud si aggiungeranno ben quattro sodalizi. Si tratta della Boyacá Raza de Campeones, della GW-Shimano, della Manzana Postobón Team e della Strongman Campagnolo Wilier.

Nel 2009 era un diciannovenne di ottime speranze per la Boyacá Raza de Campeones, nel 2016 è il finanziatore del team assieme al governo locale: il soggetto in questione è Nairo Quintana che ha deciso di spendersi in prima persona per far tornare la squadra che lo ha lanciato nella lista delle formazioni UCI. Sedici i corridori per ora in rosa, tutti giovani e con gli ex Colombia Michael Rodríguez e Jeffry Romero e l'ex Caja Rural Heiner Parra a guidare le fila: occhio anche all'ex campione nazionale under 23 Diego Ochoa, vincitore del prologo al Giro della Valle d'Aosta 2014, e al classe '96 Miguel Eduardo Florez che qualche numero ha già mostrato di possederlo nella scorsa stagione.

Quattordici sono gli elementi della GW-Shimano, presente nelle ultime otto stagioni nel circuito nazionale di cui era tra le principali squadre: in essa si trovano gli ex Colombia Jorge Camilo Castiblanco, Eduard Díaz, Frank Osorio e Walter Pedraza così come il ventiduenne cronoman Jhonatan Ospina, il ventottenne Oscar Mauricio Pachón, terzo nel 2015 alla Vuelta México e l'altro ventottenne Didier Sastoque, autore di sei vittorie nell'ultimo anno. Vita breve per la Strongman Campagnolo Wilier, creata solo nel 2015 come team locale e già squadra Continental nel 2016: quindici corridori, tutti colombiani tranne il venezuelano Carlos Becerra gli ecuadoregni Jonathan Caicedo e Richard Carapaz, primo straniero della storia a vincere nel 2015 la Vuelta a Colombia under 23. Meritano una citazione lo scalatore Jonathan Millán che torna dopo due anni di squalifica e Oscar Eduardo Sánchez, già vincitore della Vuelta a Costa Rica e della Vuelta a Guatemala.

La squadra più prestigiosa, non ce ne vogliano le altre tre, è indubbiamente la Manzana Postobón: già Professional nel 2011 come Café de Colombia, la formazione diretta da Luisa Fernanda Rios e Luis Fernando Saldarriaga è considerata il vivaio per eccellenza del ciclismo escarabajo. Dopo un anno tra i dilettanti causa riduzione di budget il team torna a livello internazionale con il supporto dello storico sponsor. Diciassette il corridori, tutti locali tranne il ventitreenne spagnolo Peio Goikoetxea: tra di loro il pistard ex Colombia Juan Sebastián Molano, le promesse Hernando Bohorquez, Tomas Restrepo, Aldemar Reyes e Bernardo Suaza e il navigato Juan Pablo Villegas. Il talento più fulgido pare essere Hernán Aguirre, ventenne scalatore rivelazione dell'ultima Vuelta a Colombia quando seppe chiudere al nono posto contro rivali ben più scafati. A differenza delle altre connazionali la squadra disputerà un consistente numero di gare in Europa, come da tradizione della squadra che ha lanciato Atapuma, Chaves, Duarte, Henao, Pantano e Quintana; insomma, Urán a parte, i colombiani buoni sono passati tutti di qui.

 

Fermento nelle Americhe, torna il Messico
Non si vive di sola Colombia, al di là dell'Atlantico. Ci sono infatti quattro nuovi progetti in altrettante nazioni che vedono la luce con il nuovo anno. Negli Stati Uniti la texana Elevate Pro Cycling p/b Bicycle World sarà una comparsa di basso livello presente, se tutto andrà bene, solo a qualche gara in patria: degli undici atleti sotto contratto il solo Julian Kyer e Joseph Schmalz sono reduci nell'ultimo anno da esperienze con team UCI con SmartStop e Hincapie Racing (peraltro mai entrando in top 10). In Messico sbarca tra i grandi la Canel's-Specialized, formazione faro nelle corse casalinghe: ad ora sono solo tre gli atleti annunciati in squadra, ovvero sia il trentaquattrenne spagnolo Victor Manuel García (già in rosa da anni), il ventiquattrenne messicano Efren Santos e soprattutto il venticinquenne costarricense Román Villalobos, vincitore nel 2015 della Vuelta a Guatemala e secondo nella Vuelta a Costa Rica.

Qualche km più a sud fa il suo debutto la Coopenae Extralum, la formazione regina del Costa Rica. Dieci i corridori in rosa, il più noto a livello internazionale è Gregory Brenes, in passato anche stagista della Champion System e capace in carriera di cogliere buoni risultati che gli avrebbero potuto permettere una chance in un team Professional come l'undicesimo posto finale nel Tour de l'Avenir 2010 vinto da Quintana o il sesto posto allo USA Pro Challenge 2013 conquistato da van Garderen. Ma non di solo Brenes vive la squadra: accanto a lui i collaudati Paul Betancurt, Jonathan Carballo, Josué González, Bryan Villalobos e Rodolfo Villalobos. In Paraguay era tradizione vedere come rappresentante la Start-Massi ma questa squadra ha deciso di chiedere l'affiliazione in Serbia; il vuoto è stato colmato da un nuovo progetto, chiamato Team Vivo, che ha saputo ottenere un prezioso invito al Tour de San Luis. Dei dodici corridori in rosa la metà è di casa; a loro si aggiungono tre argentini fra cui il campione nazionale Daniel Juarez, due spagnoli e un colombiano. Non un team che resterà negli annali, per usare un eufemismo.

 

Poche mosse nel Vecchio Continente
E la cara Europa, come se la passa? Quest'anno c'è molta calma nelle nazioni tradizionali: nessuna novità in Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi e Spagna così come in Austria, Portogallo (paese in cui tornano in auge le affiliazioni alle grandi polisportive) e Svizzera. Una novità invece per Germania e Gran Bretagna: nel paese di Degenkolb, Greipel e Kittel fa il suo debutto il Team Sauerland NRW p/b Henley & Partners, composto da tredici tedeschi e il diciottenne turco Tunahan Aytekin: ad avere un po' di esperienza sono di gare di alto livello sono il ventunenne Fabian Fritz, il ventenne Felix Intra e il ventinovenne sprinter Christoph Schweizer, autentico giramondo del pedale. In terra d'Albione la nuova venuta è la Pedal Heaven, squadra del calendario dilettantistico dal 2014: tra i sedici corridori il più esperto è Ian Wilkinson, trentaseienne capace di togliersi diverse soddisfazioni come un sesto posto al Gp Impanis 2012 subito davanti a Kittel, mentre è interessante il ventunenne Harry Tanfield, terzo nel 2015 ala Rutland-Melton Classic e nono nella seconda tappa del Tour of Yorkshire.

Qualche movimento in più lo si registra in Scandinavia, con la Danimarca che contribuisce con due new entry. In ordine alfabetico si trova per prima il Team Giant Scatto, squadra di nuova creazione con tredici giovani danesi (il più conosciuto è il ventunenne Emil Vinjebo) e un taiwanese, il diciottenne Sergio Tu. Livello complessivo simile per il Team Soigneur-Copenhagen Pro Cycling, con quindici corridori locali e con il ventisettenne Morten Hoberg come leader. Competitività più alta per la svedese Bliz-Merida Pro Cycling, squadra già attiva come formazione dilettante: undici per ora gli atleti in rosa con quattro svedesi, tre finlandesi (tra i quali il ventitreenne Matti Manninen, vincitore del 2015 della prima tappa del Baltic Chain Tour e quinto nel 2014 al campionato europeo under 23 davanti a Benoot), due norvegesi, il ventitreenne francese Pierre Moncorgé e il venticinquenne olandese Yannick Janssen. Per la prima volta nella storia ci sarà infine una formazione Continental lituana (le precedenti esperienze di squadre riferibili al paese baltico avevano affiliazioni all'estero): lo Staki-Baltik Vairas Cycling Team presenta nove corridori lituani, con i soli Darijus Dzervus e Paulius Siskevicius con qualche esperienza all'estero.

 

Asia, occhio ad Al Nasr. E anche l'Africa cresce
Il progetto più interessante nel grande continente asiatico è senza dubbio quello dell'Al Nasr Pro Cycling Team-Dubai, la cui denominazione ufficiale è ancora ignota (dovrebbe essere questa, in alternativa c'è l'ipotesi Sharjah Team): diretto dal portoghese Victor Carvalho punta a seguire le orme dei rivali della SkyDive Dubai e, per farlo, ha puntato su tre atleti europei come lo spagnolo José Rubio, l'esperto lituano Tomas Vaitkus e l'azzurro Luca Wackermann, che tenta il rilancio dopo qualche malanno di troppo in Southeast. Con loro otto corridori locali, fra cui l'interessante Yousef Mirza protagonista fra Medio Oriente e Nordafrica, l'algerino Abdelbaset Hannachi e il marocchino Essaid Abelouache, due tra i corridori maghrebini di maggior competitività internazionale. Il calendario a cui prenderà parte questa compagine sarà di buon livello, con l'intenzione di essere presente a tutte le corse del Golfo, alle principali corse a tappe dell'Estremo Oriente e ad alcune gare fra Portogallo e Spagna.

Una nuova-vecchia conoscenza è l'Astana City dato che si tratta dell'Astana Continental sacrificata nella scorsa stagione sull'altare di Aigle, dove Vinokourov ha dovuto fare qualche concessione per salvare il team World Tour. Uscito dalla porta e rientrato dalla finestra, dunque, con dodici corridori (tredici, se Matvey Nikitin non verrà promosso nel massimo circuito) agli ordini di Andrey Teteryuk. Nuove entità anche in Cina, con la Hysport Look di cui non si conosce la composizione della rosa, e in Corea del Sud, con la LX-IIBS Cycling Team che vede per ora otto corridori con Park Keon Woo e Park Sang-Hoon come nomi meno sconosciuti. Promozione dalle National Series per l'australiana St. George NRS Cycling Team, formazione per ora composta da dieci corridori con Josh Berry, quarto all'ultima New Zealand Cycle Classic, come capofila; dopo il debutto ai campionati nazionali li rivedremo al via a fine mese in occasione della Cadel Evans Great Ocean Road Race.

L'anima, così come la direzione del team, è australiana ma l'affiliazione e soprattutto quasi la metà dei corridori (sei su tredici) è keniana: si tratta del Kenyan Riders DownUnder, squadra proveniente dal calendario nazionale aussie che ha deciso di entrare nel mondo UCI dando un'importante possibilità anche a corridori di un paese minore nel panorama ciclistico africano. Sin da subito sono arrivate le gioie grazie al neozelandese Jason Christie, divenuto domenica campione nazionale in linea e per ora leader del nuovo ranking mondiale UCI. Molto attesa è la filiale Continental della Dimension Data: al momento della squadra, che nelle ultime stagioni militava fuori dal circuito UCI, si conosce la presenza del ventunenne sudafricano Ryan Gibbons. Entro la prossima settimana dovrebbero essere svelati i nomi degli atleti eritrei, sudafricani e degli altri che faranno parte del vivaio del team World Tour.

Alberto Vigonesi

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