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Coppa del Mondo Namûr 2015: Lechner si riprende la vetta e adesso ci crede - Bertolini secondo tra gli Under. Élite, Van der Poel vince uno spettacolare testa a testa con Van Aert | Cicloweb

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Coppa del Mondo Namûr 2015: Lechner si riprende la vetta e adesso ci crede - Bertolini secondo tra gli Under. Élite, Van der Poel vince uno spettacolare testa a testa con Van Aert

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Il podio della prova femminile di Namûr con Caroline Mani, Nikki Harris ed Eva Lechner © Sport.be

Ragazzi, e soprattutto ragazze: siamo in testa alla Coppa del Mondo! E non è più un evento occasionale come può essere la testa della classifica conquistata vincendo una gara una tantum, perché se dopo 4 tappe della challenge UCI Eva Lechner ha avuto la forza e la bravura di riprendersi la maglia bianca di leader che aveva temporaneamente lasciato sulle spalle della belga Sanne Cant, significa che l'altoatesina non si trova lì per caso. Significa che ha raggiunto un livello d'eccellenza e che sa mantenerlo nel corso di un'intera stagione, addirittura facendo pure un po' di vacanza tra una gara e l'altra (quanto avvenuto prima della terza tappa, a Koksijde: in precedenza Eva aveva staccato la spina per qualche settimana, visto che lei era reduce anche dall'intero calendario della MTB).

Ora, a tre prove dalla fine, non è il caso di festeggiare prima del tempo, visto che tutto può ancora succedere. Ma di sicuro una cosa va detta: Lechner non è assolutamente al top della condizione, in questo preciso momento. Può solo crescere, e ciò ci conforta considerando che il rush finale (con due prove e poi il culmine col Mondiale, che non c'entra con la Coppa ma che è un altro obiettivo di Eva) andrà in scena nella seconda metà di gennaio: e in quella fase, l'azzurra potrà fare davvero scintille.

 

Dal podio di Bertolini a quello di Lechner
A Namûr, sede della quarta tappa di CDM, per i colori azzurri la giornata si è messa subito bene, grazie al podio conquistato da Gioele Bertolini nella prova Under 23 (in precedenza, tra gli juniores l'Italia aveva conquistato un decimo posto con Edoardo Xillo). Il campioncino di casa Eli Iserbyt ha fatto corsa a sé, ma alle sue spalle è emerso ottimamente l'italiano, andato a prendersi un gran secondo posto in solitaria, precedendo l'altro belga Quinten Hermans e il francese Clément Russo. Da segnalare il 20esimo posto dell'altro azzurro, Nadir Colledani.

Gli stessi primi quattro dell'ordine d'arrivo sono anche i primi della classifica generale: Iserbyt guida con 170 punti e ha un vantaggio difficilmente colmabile su Russo (125); Bertolini è terzo a 122, segue Hermans a 113.

Dopo i ragazzi, sono scese in gara le donne. Lechner è partita subito forte ma ha dovuto subire il ritorno della britannica Nikki Harris, che già sul finire del primo giro l'ha scavalcata; dopodiché la battistrada ha allungato inesorabilmente, mentre l'italiana ha vissuto un secondo e soprattutto un terzo giro molto difficile: a tre quinti di gara Eva era scivolata in sesta posizione, ma - forse galvanizzata anche dal vedere la diretta rivale per la classifica, Sanne Cant, naufragare nelle retrovie - ha saputo raccogliere le idee e risalire la china.

Quando l'altoatesina ha ritrovato un buon feeling col percorso, era ormai tardi per riprendere la Harris, e pure per riportarsi sulla francese Caroline Mani, che nel frattempo si era isolata al secondo posto (dopo un avvio molto negativo); ma un ultimo giro strepitoso ha permesso a Eva di assicurarsi il terzo posto, a 32" dalla vincitrice, a 22" dalla seconda, e con 7" sulla quarta, l'americana Katie Compton. Sanne Cant, che pure ieri aveva vinto la prova femminile dello Scheldecross, ha pagato una giornata difficile dal punto di vista fisico, chiudendo solo al 14esimo posto.

E così Lechner riprende la testa della classifica, raggiungendo quota 179 punti; Cant è seconda a 162, Harris terza a 140, Compton quarta a 123. Nella stessa gara di Namûr, presenti anche Chiara Teocchi (24esima alla fine) e Alice Arzuffi (27esima).

 

Il piatto forte della giornata
L'attesa del pubblico internazionale (e di quello di casa, ovviamente), era però tutta incentrata sulla prova élite maschile, e bisogna dire che le attese sono state ripagate da un ottimo spettacolo. La notizia è che Wout Van Aert non ha vinto (ma del resto gli erano già sfuggite le prove di Coppa di Valkenburg e di Koksijde). Stavolta, dopo Lars Van der Haar e Sven Nys nelle due precedenti occasioni, a batterlo è stato Mathieu Van der Poel. E questa è la vera notizia del giorno, perché è dall'inizio dell'anno crossistico che aspettiamo di vedere il Campione del Mondo ai suoi livelli, cosa che - se confermata anche nelle prossime gare - ci regalerebbe una sfida spaziale tra i due giovanissimi rivali.

Il circuito di Namûr ci ha messo un po' a farsi interpretare al meglio dai big più attesi. Nei primi giri abbiamo assistito a una gara imballata, "lunghe fasi di studio", avrebbero detto i cronisti di una volta. Nys ha punzecchiato un po' Van Aert nel primo giro, poi c'è stato un interessante break di Toon Aerts, che faceva le parti del capitano Telenet, in assenza di Tom Meeusen (ancora sotto tono) e di Corné Van Kessel (ritiratosi alla fine del secondo giro).

Ma soprattutto faceva sensazione la prestazione di Clément Venturini, francese della Cofidis che non troppo spesso si presenta su questi palcoscenici, e - a quanto abbiamo visto oggi - fa male, visto che non ha nulla da invidiare a molti degli specialisti più acclamati.

Il quarto e il quinto dei 9 giri hanno visto Van der Haar tentare a più riprese di sganciarsi: prima con un bellissimo numero sul costone che caratterizza questo circuito, una magata di guida che gli ha permesso di mettersi al comando del drappello di testa; poi con uno scatto che gli ha consentito di prendere metri di margine, fino a una sciagurata scivolata in curva che ha vanificato tutto lo sforzo.

 

Van Aert sale in cattedra, ma trova un osso duro
Dopo l'azione di Van der Haar, Van Aert ha rotto gli indugi, sempre nel quinto giro, e - pure lui sul costone - ha allungato con decisione. Van der Poel ha subito fiutato il pericolo, e ha capito che non era il caso di lasciare spazio. L'iridato si è impegnato a fondo per tener dietro al coetaneo belga, e prima della fine del giro è riuscito a chiudere su di lui. Tra gli altri, Kevin Pauwels era quello uscito meglio da questo batti e ribatti, e infatti nel sesto giro è riuscito a rientrare sui due rampolli. Venturini è rimasto per altri tre giri a bagnomaria tra i tre di testa e tutti gli altri, i quali non avevano avuto le gambe per rimanere nella contesa per il podio, e non le avrebbero avute neanche da lì alla fine.

Il sesto e il settimo giro hanno visto una situazione più o meno cristallizzata là davanti. All'ottavo e penultimo, le cose sono cambiate nettamente: Van der Poel non ci stava ad aspettare di essere infilzato ancora una volta da Van Aert, e ha giocato la carta dell'anticipo, in avvio di tornata. Mathieu ha preso qualche metro, ma WVA non ha mollato troppo, e a metà giro si è rifatto sotto insieme a Pauwels (sempre passivo); ad ogni modo, MVDP non dava l'impressione di aver esaurito tutte le cartucce. E infatti sul costone ci ha riprovato, causando qualche problema a Pauwels, ma - di nuovo - non riuscendo a far la differenza. Nel frattempo Van der Haar e Klaas Vantornout riuscivano a raggiungere Venturini e a staccarlo sul finire del giro.

L'arrivo di Mathieu Van der Poel davanti a Wout Van Aert © Sport.be

L'ultimo spettacolare giro
Per la tornata finale era così tutto apparecchiato per una battaglia scoppiettante. Pauwels per la prima volta ha preso il comando delle operazioni, ha accelerato e Van der Poel si è un po' sfilato: problemi di tenuta per lui? No, semplicemente stava preparando la stoccata. E in effetti, in vista di una rampa, e dopo un breve forcing di Van Aert, Mathieu è passato davanti, ritrovandosi così a guidare sul famoso costone; lì ha guadagnato qualcosina, poi ha attaccato con più decisione sulla seconda rampa del circuito, e pareva essersi involato; ma sulla successiva discesa ipertecnica (e veloce), l'iridato ha sbagliato qualcosina in termini di traiettorie, mentre Van Aert è andato giù come un missile, e ha ripreso il rivale; Pauwels era ormai staccato.

Entrambi i galletti volevano evitare la volata, sicché pure Van Aert ha tentato di accelerare, ma MVDP l'ha tenuto bene; e infine, su una chicane prima del rettilineo dei box (pare una cronaca di Formula 1...) è sgusciato avanti, ha forzato il ritmo e finalmente (dal suo punto di vista) ha messo metri tra sé e WVA. In un finale in cui l'acido lattico nelle gambe dei due si percepiva a occhio nudo, Van der Poel è riuscito a mantenere quei 5-6 metri di margine, mentre l'altro sputava l'anima per cercare di chiudere, e sul rettilineo conclusivo l'olandese ha saputo tenere la rotta, andando a tagliare il traguardo con un solo secondo sull'avversario. Nel grido di Mathieu, e nelle lacrime successive (nel boxino posto dopo la linea d'arrivo), tutto lo sfogo liberatorio dopo un periodo difficile.

 

Ordine d'arrivo e classifica
Al terzo posto Pauwels ha pagato 7" al vincitore; Vantornout, che nell'ultimo giro aveva staccato Van der Haar, ha chiuso quarto a 42"; Lars quinto a 58"; Toon Aerts ha fatto sesto a 1', Venturini alla fine è stato settimo a 1'01"; solo ottavo un Nys particolarmente in ombra, quindi Julien Taramarcaz e Thijs Van Amerongen hanno chiuso la top ten; per l'Italia, presenti i fratelli Samparisi, finiti entrambi oltre il 50esimo posto.

Malgrado la sconfitta odierna, Van Aert allunga in classifica portandosi a 290 punti; Nys è secondo a 261, Van der Haar terzo a 255, Pauwels quarto a 226; gli altri sono lontanissimi. La prossima tappa di Coppa del Mondo si disputerà il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, a Heusden-Zolder.

Marco Grassi

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