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Coppa del Mondo Koksijde 2015: Nys aggiunge una perla alla sua leggenda - 50esima vittoria in CDM, piegato un grande Van Aert, terzo il rientrante Van der Poel. Lechner, buona difesa tra le donne

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Tutta la felicità di Sven Nys all'arrivo di Koksijde © Uci.ch

Quali elementi hanno partorito la gara di cross più bella dell'anno? Il freddo e la pioggia, certo; il durissimo percorso sabbioso di Koksijde, ovviamente; il ritorno sulla scena di Mathieu Van der Poel, Campione del Mondo che fin qui si era fatto attendere a causa di un infortunio al ginocchio che gli ha fatto saltare per intero la prima parte di stagione; e poi il raggiungimento, da parte di Sven Nys, di una condizione che gli permette ancora, a 39 anni, di fare mirabilie, di tenere testa al giovane fenomeno Wout Van Aert, di uccellarlo sull'ultimissimo tratto di fango del circuito, di alzare ancora una volta le braccia sotto un traguardo di prestigio.

Se fino ad ora la stagione era vissuta sugli assoli di Van Aert, possiamo dire che con l'arrivo del grande freddo si riaprono alcuni giochi, e possiamo aspettarci ancora giornate spettacolari come quella di oggi, e gare che riempiono gli occhi e il cuore. Tutto il bello del cross, prove combattutissime, ribaltamenti di fronte, corridori che arrivano alla fine esausti e infangati, sarà ancora qui a nostra disposizione fino a febbraio: quanta manna per gli appassionati!

 

Van der Poel ritorna e fa subito sensazione
Lo aspettavamo da due mesi, e Mathieu Van der Poel ha dimostrato sin da subito, a Koksijde, che tali attese erano giustamente riposte: sin dal primo giro della terza tappa di Coppa del Mondo, l'iridato di specialità ha fatto capire che non ci teneva a fare la comparsa, a correre col freno a mano tirato, a interpretare in senso difensivo il suo ritorno sui massimi palcoscenici del cross. Proprio lui è stato l'autore del primo break della corsa, a metà circuito, un'azione che ha subito stanato Van Aert, chiamandolo a essere presente in prima linea, insieme a Mathieu, e a Lars Van der Haar, e a un Laurens Sweeck che settimana dopo settimana si conferma come un'altra solida promessa del movimento belga.

Al secondo giro abbiamo rivisto Van der Poel all'attacco, stavolta insieme a Van der Haar, a menare fendenti che rendevano la prova molto selettiva. Dopo un primo giro disastroso, Kevin Pauwels cominciava una rimonta che l'avrebbe portato a lottare per il podio, mentre prendeva confidenza col terreno anche Sven Nys. Ma il proscenio era ancora dei ragazzini: a fine giro, infatti, Van Aert ha raggiunto Van der Poel (mentre Van der Haar, frenato da una scodata dello stesso Wout, si faceva staccare).

Al terzo giro Van Aert ha impresso un cambio di marcia dei suoi, facendo male a Van der Poel, che è stato raggiunto da Nys, Van der Haar e Tom Meeusen. Da questo drappello inseguitore è emerso prepotentemente Nys, che ha subito capito che non era il caso di lasciar correre via Van Aert, e con mezzo giro a tutta è riuscito a riportarsi sul battistrada: cominciava così un duello esaltante che ci avrebbe tenuti col fiato sospeso fino alla fine.

 

Van Aert contro Nys, senza esclusione di colpi
Una rasoiata dopo l'altra, il giovane Wout ha tentato per tutta la quarta tornata di disfarsi della compagnia dell'ingombrante Sven, ma non è riuscito a staccare cotanto rivale. Intanto dietro Van der Poel (a cui faceva naturalmente un po' difetto il ritmo gara) perdeva qualche colpo, mentre Julien Taramarcaz viveva un momento di gloria isolandosi al terzo posto: dopo poco però lo svizzero è stato risucchiato dal grande crescendo di Pauwels, che trainava Van der Haar e Meeusen.

Al giro di boa della gara, al termine del quarto degli 8 giri, era chiaro che i due di testa non sarebbero più stati raggiunti: quasi mezzo minuto il loro margine, un vantaggio che era destinato ad aumentare ancora. Pure al quinto giro Van Aert ce ne ha messo del bello e del buono, con almeno tre attacchi frontali sulla sabbia, per staccare Nys, ma ogni volta quello riusciva a ricucire, coniugando splendidamente potenza (Sven pedalava costantemente più duro di Wout) e padronanza del mezzo (alcuni tremendi tratti in discesa li guidava come fosse sul liscio di un biliardo).

La fase centrale della gara vedeva Pauwels restare da solo all'inseguimento della coppia di testa, ma probabilmente Kevin si è gestito male, visto che poi negli ultimi due giri è rimasto a boccheggiare, subendo il ritorno di chi era dietro.

 

Nys ribalta l'inerzia della gara
All'inizio della sesta tornata le cose sono profondamente cambiate, a Koksijde. Van Aert ha avuto la sfortunaccia di forare, ma al contempo la fortunaccia di incappare in tale incidente poco prima del box, sicché ha potuto cambiare bici senza troppi danni; ma il piccolo impasse è bastato per mettere le ali ai piedi a Nys, che è partito spietato in contropiede e, con un intero giro in apnea, ha respinto il tentativo di Van Aert di chiudere subito. Solo a fine tornata Sven ha un po' mollato, venendo raggiunto dall'avversario.

Ma giusto il tempo di respirare un attimo, che nella prima parte del settimo giro (sul tratto più duro del circuito) Nys ha nuovamente aperto il gas, mettendo in difficoltà il leader di challenge; Van Aert ha avuto il merito di non lasciarsi prendere dall'ansia, e ha lavorato bene nella seconda parte di circuito (a lui più favorevole), rientrando bene su Sven.

In tema di rientri, da segnalare anche quello di Van der Poel, bravissimo a riportarsi su Sweeck e Meeusen (i quali avevano nel frattempo già ripreso e staccato Pauwels), e pronto a giocarsi il podio di giornata.

 

Un giro finale a dir poco palpitante
L'ipotesi di portarsi Nys in volata non piaceva minimamente a Van Aert, che ha raccolto tutte le energie residue per provare a staccare il compagno d'azione nell'ottava e ultima tornata. A metà giro pareva che Wout fosse riuscito a operare il break decisivo, ma Nys, guidando come una divinità del pedale, è riuscito ancora una volta a rientrare sullo scalpitante 21enne; le ultime centinaia di metri sono state spettacolari al cubo: Nys ha preso la testa sulla sabbia, ma su una rampa Van Aert gli è passato all'interno riprendendo la prima posizione.

Sull'ultimo tratto di fango, il capolavoro di Sven: ha affiancato l'avversario, si è allargato sulla destra mentre l'altro teneva la traiettoria sul lato sinistro del sentiero, e a 20 metri dalla fine del settore, poco prima dell'approdo alla curva che portava sul rettilineo d'arrivo, ha rimesso la ruota davanti.

Una curva eccezionale e Sven si è presentato sull'asfalto conclusivo con quei 5 metri di margine che gli hanno permesso di volare indisturbato in quelle poche decine di metri che lo separavano dalla sua cinquantesima (avete letto bene: 50!!!) vittoria in Coppa del Mondo, un risultato che peraltro gli mancava da tre anni (ultima affermazione a Zolder a fine 2012); per la cronaca, si tratta della sua settima vittoria a Koksijde, gara in cui si era imposto per la prima volta un secolo fa: nel 1999...

 

Ordine d'arrivo e classifica
Con un gran finale Van der Poel è riuscito a sbarazzarsi degli altri inseguitori ed è andato a meritarsi un posto su questo storico podio, con Nys circondato dai due dominatori del futuro; quarto ha chiuso Van der Haar, quinto Sweeck, e poi a seguire troviamo Meeusen, Toon Aerts, Pauwels, Corné Van Kessel e Taramarcaz. L'unico italiano in gara, Lorenzo Samparisi, si è piazzato 49esimo su 52 corridori classificati.

In classifica Nys ora tampina Van Aert: 220 punti per il ragazzino, 215 per il vecchietto; li insegue a 200 Van der Haar, staccatissimo il quarto (Pauwels a 161).

 

Eva Lechner si difende con grinta e orgoglio, Gioele Bertolini delude un po'
Prima della splendida gara élite c'erano state le prove delle altre categorie, e ci interessava da vicino soprattutto quella femminile, con Eva Lechner chiamata a difendere il primo posto in classifica. Sebbene la bolzanina abbia gareggiato lontana dalla miglior condizione (in pratica ha interrotto le meritate vacanze proprio per onorare la maglia di leader di Coppa), è riuscita a strappare un nono posto che la tiene in gioco per il successo nella challenge.

Eva è ora seconda in classifica con 134 punti; la prima (a 145) è la vincitrice di oggi, la belga Sanne Cant, che si è imposta dopo un bel duello con la britannica Nikki Harris (frenata nel finale da una foratura); terza si è piazzata l'americana Katie Compton, quarta la ceca Pavla Havlikova, che è pure la terza della generale, però molto lontana dalle prime due (ha 85 punti, 49 in meno rispetto alla Lechner). Al prossimo appuntamento di Coppa (tra un mese a Namûr) Eva potrà contare sicuramente su uno stato di forma migliore rispetto a oggi e potrà lottare in maniera più efficace contro la Cant e le altre.

Per finire, un po' deludente la prova di Gioele Bertolini negli under 23: il corridore della Guerciotti aveva vinto a Valkenburg un mese fa, ma oggi non è andato oltre un opaco 19esimo posto (possiamo dire che per ora con la sabbia non va proprio d'accordo); la gara l'ha vinta il belga Eli Iserbyt, che vola al comando della challenge con 110 punti; Bertolini scivola in quarta posizione con 72 punti.

Marco Grassi

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