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Sorprese Continental 2015: Squilli da Petilli, Viganò si ripropone - Bevin e Doull da tenere d'occhio, Zanotti troppo sottovalutato

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Simone Petilli premiato come miglior giovane alla Settimana Coppi&Bartali © Bettiniphoto

Seconda e ultima puntata dedicata alla scoperta dei corridori di formazioni Continental che maggiormente hanno impressionato con il loro rendimento al di sopra delle aspettative: si va da una coppia di fratelli danesi all'erede designato di Bradley Wiggins, passando per un ex runner e molto altro. Senza, ovviamente, dimenticare gli italiani, fra uno scalatore talentuoso, un emigrato poco considerato e un rinato uomo squadra.

 

Sprint a tutta per Asbjørn e Søren Kragh Andersen. Doull extralusso
Una coppia di fratelli, entrambi giovani e talentuosi velocisti dallo spunto bruciante, protagonisti di un'annata luminosa con cui hanno trainato la piccola formazione alla stagione più prolifica. Loro sono i danesi Asbjørn e Søren Kragh Andersen: Asbjørn, ventitreenne, si è imposto nel 2015 in quattro occasioni mostrandosi competitivo anche nelle poche gare Hors Catégorie e .1 a cui ha preso parte. Il ventunenne Søren è un corridore più completo come dimostra la tipologia dei sei successi che ha racimolato: ne sono ottimi esempi il cronoprologo del Tour de l'Avenir e la quarta tappa del Tour des Fjords dove, in un arrivo su uno strappetto, ha distanziato scalatori come Amets Txurruka e Chris Anker Sørensen. Ambedue i fratelli lasceranno il Team Trefor-Blue Water: se Asbjørn emigrerà in Francia con la rinnovata Delko Marseille 13 KTM, Søren balzerà nel World Tour con il Team Giant-Alpecin, pronto subito a stupire anche nel massimo circuito.

Velocista ma non solo è Owain Doull, ventiduenne del Team Wiggins: il gallese, già abilissimo protagonista della pista fra inseguimento, madison e scratch, ha subito dimostrato come l'interessamento a fine 2014 dell'Europcar (non concretizzato per problemi di budget del team francese) fosse quanto mai azzeccato. Per il ragazzo di Cardiff il 2015 su strada si è chiuso con un bilancio di due vittorie, entrambe alla Flèche du Sud, ma con una serie di prestazioni di primissima qualità. Si va, ad esempio, dalla piazza d'onore alla Côte Picarde dietro a Simone Consonni al quinto posto nella cronometro iridata under 23 di Richmond, passando per l'eccellente Tour of Britain concluso al terzo posto con un undicesimo risultato come peggior piazzamento nella otto giorni di gara. Nel 2016 il grande obiettivo sarà l'Olimpiade di Rio de Janeiro dove punterà con il quartetto a vincere l'oro nell'inseguimento a squadre al fianco di Bradley Wiggins, suo "datore di lavoro" nella stagione su strada: il debutto nel World Tour, con il Team Sky in pole position, avverrà quindi solamente nel 2017.

 

Che succede Oltreoceano? Skujins e Woods negli USA, Bevin ad Oriente
In Nordamerica sono stati un lettone e un canadese i corridori che più hanno sorpreso con il loro rendimento in relazione alle aspettative. Il primo è Toms Skujins, ventiquattrenne dell'Hincapie Racing Team: lo scalatore baltico ha conquistato una fantastica tappa al Tour of California, andando via in solitaria e tagliando il traguardo con un ampio margine sul gruppo dei migliori. La seconda ed ultima gioia è arrivata alla Winston Salem Classic dove, ancora una volta, è stato capace di seminare tutti i rivali prima del traguardo. Meritano una menzione anche le prestazioni al Tour de Beauce (secondo), al The Reading 120 (secondo), alla Philly Classic (terzo) alla Course Cycliste de Solidarnosc et des Champions Olympiques (quarto) e alle più competitive Tour of Alberta (settimo) e USA Pro Challenge (ottavo). A ventinove anni ha vissuto la sua grande stagione anche Michael Woods: il canadese, già promettente mezzofondista (oro juniores nei 1500 metri al campionato panamericano 2005), ha dovuto abbandonare la corsa a piedi a causa di un problema al piede sinistro. Nella sua stagione alla Optum p/b Kelly Benefit Strategies ha vinto la Clássica Loulé, una tappa al Tour of the Gila e soprattutto la quinta frazione del Tour of Utah dove è poi giunto secondo. Skujins e Woods si troveranno assieme nel 2016: infatti, entrambi sono stati ingaggiati dalla rinnovata Cannondale.

La formazione statunitense sarà l'approdo anche di Patrick Bevin: ventiquattrenne neozelandese, Bevin ha saputo essere il corridore oceanico maggiormente competitivo anche al di fuori delle (poche) gare continentali che si disputano in zona australe. Il portacolori dell'Avanti Racing Team ha conquistato l'ultima tappa all'Herald Sun Tour, piazzandosi secondo dietro a Cameron Meyer nella classifica generale. Si impone sul suolo di casa alla The REV Classic di fine febbraio per poi volare, un mese dopo, al Tour of Taiwan: qui Bevin vince la seconda tappa in salita davanti ai soliti iraniani protagonisti a queste latitudini, riuscendo poi a chiudere quarto in classifica (dietro agli iraniani di prima, ovviamente). Il Tour of Korea di giugno è la sua ultima corsa UCI dell'anno: il ruolino di marcia è impressionante dato che, escludendo la prima frazione nella quale è coinvolto in una caduta nel finale, si piazza secondo, secondo, primo, secondo, terzo, secondo e secondo nelle restanti sette tappe, a cui si aggiunge un altro secondo posto nella generale. Sarà un corridore da tenere d'occhio nel 2016, e il ciclismo neozelandese potrebbe finalmente avere un grande talento tra le mani.

 

L'Italia non sta a guardare: Petilli si impone, Zanotti continua, Viganò rinasce
E i nostri come si sono comportati? Prendiamo Simone Petilli: lo scalatore ventiduenne ha disputato la stagione con la Unieuro Wilier Trevigiani dopo il debutto nel 2014 effettuato con l'Area Zero. Il lecchese è stato molto presente nelle nazionali guidate da Davide Cassani e Marino Amadori nel corso della stagione, partendo da gennaio al Tour de San Luis: in maglia azzurra ha brillato particolarmente al Giro del Trentino e al Tour de l'Avenir, concluso al quinto posto. Con i colori del team trevigiano si è invece distinto al Giro dell'Appennino, alla Ronde de l'Isard, conquistando la prima tappa e la classifica generale, e al Giro della Valle d'Aosta dove è stato terzo. Per i prossimi due anni sarà un prezioso alfiere della Lampre-Merida, con la possibilità di crescere senza pressioni e puntando a diventare uno degli italiani del futuro per le grandi corse a tappe.

Sul fronte velocisti è stata sorprendente l'annata di Davide Viganò: il brianzolo dopo un 2014 in Spagna alla Caja Rural-Seguros RGA sembrava destinato ad un mesto ritiro a soli trent'anni. Invece si è aperta un'ultima porta, chiamata Team Idea: con la squadra di Pier Gaffuri, Viganò ha iniziato subito col botto, terminando secondo al GP Costa degli Etruschi. Tre le vittorie in stagione, chiusa anzitempo per una rovinosa caduta alla Coppa Agostoni. Nel 2016 ci sarà l'opportunità di tornare a correre in una squadra Professional, ovvero sia l'Androni-Sidermec, nella quale può togliersi delle soddisfazioni. Rimarrà invece con gli olandesi della Parkhotel Valkenburg Marco Zanotti, ventisettenne sprinter che meriterebbe una chance nel ciclismo che conta: il bresciano vanta due vittorie e una lunghissima serie di piazzamenti tra i primi 10 (ventinove, per la precisione), quantità raggiunta solo da pochi altri nella stagione. Sgomitare nelle piccole corse olandesi gli va ormai troppo stretto: quantità abbinata a qualità potrebbero fare al caso di molti nel prossimo futuro.

Alberto Vigonesi

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