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Dilettanti 2015: Tanta qualità e belle speranze per il futuro - Bilancio della stagione: stabile l'asse Zalf-Colpack, ma cresciamo a livello internazionale

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Gianni Moscon mostra i muscoli alla Coppa Varignana; sullo sfondo Giulio Ciccone © Ufficio stampa Zalf

È stata una stagione positiva a livello dilettantistico per il movimento italiano. Se entro i nostri confini non è cambiato molto, con Zalf e Colpack che continuano a spartirsi il territorio e le corse più importanti, lasciando agli altri solo briciole (un terzo delle gare è stato vinto da queste due squadre), a livello internazionale i nostri under 23 sono stati presenti e competitivi come non mai, e le loro prestazioni hanno portato al nostro primo successo nella Coppa delle Nazioni. Un'occasione di rilancio per il nostro movimento, che viene da anni difficili ma mantiene la connotazione di punto di riferimento mondiale a livello dilettantistico.

 

Qui Zalf. Gianni Moscon e non solo
Non è tanto delle 51 vittorie stagionali della Zalf Euromobil che vorremmo parlare: un quarto delle gare sul nostro territorio, e considerando che il club di Castelfranco Veneto non ha partecipato a tutto, fa una media di quasi una vittoria ogni due gare disputate, media che passa al 70% quando si corre sul territorio veneto. Il monopolio non è certo simbolo di un movimento in salute, ma come dicevamo, non è di questo che vogliamo parlare ora, visto che è una situazione che si protrae da parecchio e nulla di nuovo ci sarebbe da aggiungere. Parliamo piuttosto dei singoli che sono emersi, che danno più che qualche speranza per il futuro.

Nell'ultimo decennio i migliori atleti emersi dall Zalf sono prevalentemente passisti e velocisti (Gatto, Colbrelli, Modolo, Oss, Bandiera per citare i più noti); le eccezioni sono rappresentate da Ponzi e Battaglin, ma entrambi, nonostante un'ottima carriera tra i dilettanti, sono stati finora discontinui tra i professionisti, limitandosi a qualche lampo. 

Il discorso con Gianni Moscon potrebbe essere diverso. Per tanti motivi: il trentino ha la mentalità da ingegnere (e studia per diventare tale), è un corridore moderno, capace di concentrare una grande potenza su uno strappo breve in prossimità sul traguardo, come nessun altro dei suoi coetanei riesce a fare attualmente. E passa in una squadra dove "o la va o la spacca": la Sky finora ha più bruciato che promosso neoprofessionisti, se è un bluff verrà fuori presto. Ma le 9, pesanti vittorie ottenute quest'anno fanno pendere la bilancia a suo favore: il Palio del Recioto, San Vendemiano, il Campionato Nazionale e la Coppa dei Laghi per la Coppa delle Nazioni. Ma sono anche le corse nelle quali non ha vinto a pesare: il secondo posto al Giro delle Fiandre Under 23, senza aver mai corso al nord, ed il quarto posto al Mondiale, ottenuto nonostante una grave difficoltà in un momento topico e dopo essersi dannato per Consonni. Moscon può essere il corridore da Ardenne che ci manca da tanto, troppo tempo; diamogli 3 anni e vedremo realmente di che pasta è fatto.

Ovviamente la Zalf non è stata solo Moscon. Marco Maronese, coi suoi 8 successi, è stato il velocista più vincente dell'anno, sebbene quello della ruota veloce è un ruolo che sta abbastanza stretto al trevigiano, nato come corridore da percorsi misti ma rilanciato quest'anno in tale modo da Rui e soci, complice una forte squadra attorno che gli ha facilitato le cose. Il suo quarto anno da dilettante potrebbe essere orientato a migliorare in tale senso, dato che, seppur veloce, Maronese non vince mai nettamente nelle volate di gruppo, e pensare di fossilizzarsi sul ruolo di velocista forse non è una saggia idea per il suo futuro. Poche vittorie, ma pesanti per Simone Velasco: il bolognese passerà professionista con Corsa della Pace e Ruota d'Oro in saccoccia, dopo aver sfiorato il successo anche a Capodarco e al Giro delle Pesche Nettarine, battuto dall'eterno rivale Lorenzo Rota: ora diventeranno compagni di squadra in seno alla Bardiani. Il terzo a guadagnarsi il professionismo è Nicola Toffali, forte di 6 successi tra i quali Piccolo Giro dell'Emilia e Coppa Colecchio: un premio alla perseveranza per l'élite veronese, che ha nelle gambe il passo di uomo da fughe. Andrea Vendrame si candida da uomo di punta per le internazionali under 23 nella prossima stagione, avendo già vinto quest'anno il Giro del Belvedere. Infine, 15 successi ben distribuiti tra Marco Gaggia, Nicolò Rocchi e Gianluca Milani, i più esperti che resteranno anche l'anno prossimo: due "rilanciati" e un'autentica bandiera della squadra, premiata col titolo nazionale élite

 

Qui Colpack. Consonni e i 3 verso il professionismo
Stagione che segue la tendenza anche per la Colpack, preannunciata come forza in grado di competere più del solito con la Zalf sui traguardi in pianura, e di fatto in grado di confermarsi con 32 successi, esattamente come l'anno scorso. L'uomo di punta è Simone Consonni, autore di una stagione straordinaria sul fronte strada e anche sul fronte pista: all'argento mondiale dopo neanche un mese segue l'argento dell'Eliminator agli Europei. Per Consonni vale lo stesso ragionamento fatto per Gianni Moscon: è un corridore moderno e questo potrebbe fargli fare molta strada tra i professionisti. Il passaggio pare però rimandato di un anno nonostante un successo in Coppa delle Nazioni, la Côte Picarde, e classiche come la Piccola Sanremo e la Milano-Busseto in saccoccia. Situazione che capitò l'anno scorso anche a Davide Martinelli, il quale ne ha approfittato per togliersi qualche soddisfazione, come il bronzo al camponato europeo a Tartu, ed il terzo titolo di fila al campionato italiano a cronometro. 4 successi per lui, così come per Giulio Ciccone, sesto al Tour de l'Avenir e maglia di miglior scalatore al Giro della Valle d'Aosta, precettato dalla Bardiani già un anno fa. Completa la rosa dei neoprofessionisti Edward Ravasi, confrontatosi coi professionisti nel neonato Tour of Croatia dove è giunto terzo in maglia della nazionale: tanta volontà per lo scalatore varesino, due volte vicino al successo al Giro della Valle d'Aosta e sul podio ai campionati nazionali.

Tra i più giovani, confermano le loro ottime capacità Riccardo Minali, che coi 6 successi (tra cui il Circuito del Porto) si rivela uno dei più temibili velocisti puri in circolazione, e Seid Lizde, deludente nella prima parte e poi per 4 volte secondo nel finale di stagione, sfiorando il successo alla Ruota d'Oro. Sempre altalenante Fausto Masnada, anch'egli riscattatosi nel finale di stagione con un Piccolo Giro di Lombardia da applausi, mentre Francesco Rosa si rivela con una vittoria da asso alla Coppa Fiera di Mercatale e Andrea Garosio mette il suo sigillo alla prima tappa del Giro delle Pesche Nettarine. Infine 3 successi per Francesco Lamon, buon gregario per i velocisti che è riuscito a ritagliarsi lo spazio vincente in azioni di contropiede.

 

Toscana, da Ficara in poi gli élite dominano la scena
Altrove, in Toscana, erano gli élite a dominare nettamente la scena. Il Futura Team di Chioccioli ha investito con successo su due ragazzi del sud il siracusano Pierpaolo Ficara ed il lucano Danilo Celano. Atleti che finora non avevano fatto granchè, ma che in questa stagione hanno brillato, rispettivamente con 7 e 4 successi: per il primo il più prestigioso è il Gp dei Colli Rovescalesi (oltre che il campionato regionale toscano), per il secondo il Trofeo Matteotti. Entrambi si sono guadagnati un posto nell'Amore & Vita l'anno prossimo. Altra rivelazione è stato Marco Bernardinetti, capitano della Malmantile, capace di infilare 20 podi e i suoi primi 4 successi (tra i quali spicca il Giro Nazionale del Valdarno) alla sesta annata. Anche nella più giovane anagraficamente Mastromarco sono stati gli élite a conseguire più successi: il più vincente è il feltrino Alex Turrin, a quota 4, seguito da Mirko Trosino che con le 3 vittorie ottenute è in odore di passaggio al professionismo. 2 vittorie poi per Stefano Verona, tra cui il Gp Ezio del Rosso

 

L'altra Lombardia: Palazzago interlocutoria, Viris plurivincente
L'anno scorso la Palazzago riuscì a imporsi come terza forza, vincendo entrambi i campionati nazionali; quest'anno la compagine bergamasca è riuscita solo 10 volte a trovare la via del successo, complice l'assenza di un trascinatore. Marlen Zmorka ambiva a questo ruolo, ma negli ultimi 2 anni in linea ha vinto solo corse minori; a cronometro resta una bestia, e lo conferma l'argento conseguito agli Europei di Tartu, che lo proietta verso un professionismo incerto ormai solo per il colore della casacca. Portano avanti la baracca gli élite Davide Pacchiardo e Federico Borella, due vittorie a testa. Più vittorie, 13, per la Viris, complice la presenza di Luca Pacioni che ha preso il ruolo di velocista di punta appartenuto a Jakub Mareczko: 6 successi e passaggio in Androni per lui. In Piemonte c'è stato l'inaspettato exploit di Massimiliano Barbero Piantino, valso uno stage all'Androni: 4 vittorie per il biellese, tra i quali persino una corsa a tappe in Francia, il Giro dell'Alta Provenza.   

 

L'altro Veneto: Gabburo e Basso gli outsider più veementi
In Veneto a contrastare lo strapotere Zalf è stato per lo più Davide Gabburo della General Store, che difatti ha conseguito una collezione di piazzamenti mica da ridere, arrivando a conseguire la prima vittoria solo a settembre, a Cerreto Guidi, in Toscana, dopo essere stato argento ai campionati italiani. Con un altra stagione ad alti livelli l'altro alfiere della General Store, Mirco Maestri, si è guadagnato il passaggio in Bardiani: due vittorie tra Due Giorni Marchigiana e Giro dell'Alta Valle del Tevere. È stata una bella annata anche per la Selle Italia - Cieffe - Ursus, fiera di rilanciare Leonardo Basso, vincitore del Gp Carnaghese e del Trofeo Gs Gavardo, ma soprattutto autore di ottime prove nello stage in maglia Trek, e Riccardo Donato, vincitore a sorpresa a Capodarco. Christian Raileanu della Bibanese è stato un altro outsider accanito, con 2 successi minori.   

 

Al primo anno Ganna è già una realtà
Degli atleti al primo anno quello che è emerso con più disinvoltura era Filippo Ganna, e c'era da aspettarselo: il gioiello della Viris, già in orbita Lampre, è passato con la nomea di passistione fenomenale, possibile atleta da pavè. Per il momento ha dimostrando di essere un ottimo cronoman, vincendo due prove del Bracciale del cronoman e soprattutto la Crono Champenois in Francia: e pazienza se il Mondiale è stato sotto le aspettative. Degno di nota anche il terzo posto al Gp San Giuseppe dopo appena un mese di gare tra i dilettanti: il segno che è un'atleta completo e già maturo. Tra i passisti occhio anche a Edoardo Affini (Colpack), terzo ai campionati nazionali a cronometro e quinto agli europei estoni.

Conferma quanto di buono fatto vedere nelle categorie precedenti anche il Mastromarco Vincenzo Albanese, con 2 vittorie portate a casa che sarebbero potute esser tre senza il ruzzolone all'ultima curva nel Gp Industria del Cuoio e delle Pelli; tra i velocisti, c'è da aspettarsi incetta di vittorie l'anno prossimo per lo zalfino Gianmarco Begnoni, che quest'anno ha portato a casa la Coppa Belricetto. 

Nicola Stufano

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