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Juniores 2015: Un Savini favoloso, Conci garanzia - Il bilancio tra gli Juniores: l'Italia c'è anche senza il colpaccio. Tra le ragazze spicca una grande Barbieri

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Una delle vittorie stagionali di Daniel Savini © Verdeazzurronotizie.it

Giunti alla conclusione della stagione agonistica su strada (le ultime gare si sono disputate nei due precedenti week end) e con l'autunno e l'inverno che chiamano ancora all'azione gli specialisti del ciclocross e della pista, ci concediamo come in passato qualche riflessione sulla categoria juniores, che su queste pagine siamo soliti trattare con discreta costanza solamente per quel che concerne le ragazze (soprattutto poiché per queste ultime è la categoria che fa da preludio al salto tra le Èlite, a differenza dei colleghi maschi, chiamati di norma a spendere qualche stagione tra gli Under 23). Tuttavia, pur non disdegnando qualche meritata menzione in occasione delle principali manifestazioni europee e mondiali, il momento più adatto per poter spendere qualche parola e portare alla conoscenza del lettore qualche nome di buona prospettiva può apparire senz'altro questo, in cui giunge per i ragazzi il momento del meritato riposo e la scuola (che è sempre non opportuno abbandonare anzitempo) ricomincia a svolgere un ruolo primario nella scansione della routine quotidiana.

 

Confronto internazionale: pochi acuti ma Italia presente
Uno degli aspetti fondamentali di questa categoria è il suo segnare un primo spartiacque con le altre giovanili, portando l'atleta a disputare i primi costanti confronti con i propri pari età nelle principali manifestazioni internazionali, sia in linea che a tappe. In questo il progetto continua ad essere portato avanti anche grazie all'interessamento e all'ottima interazione di Davide Cassani con gli altri tecnici federali (nella fattispecie Rino De Candido), ben consci che il biennio juniores costituisce un passaggio delicato per la formazione dei vari atleti. Occorre quindi saper mantenere un certo equilibrio tra il portare l'atleta a fare importanti esperienze anche su percorsi nuovi ed il riuscire anche ad ottenere con lui risultati lusinghieri. In questo la Coppa delle Nazioni continua a rappresentare un banco di prova validissimo ma dove il fine può essere interpretato in maniera diversa da quello degli Under 23: mentre infatti con ragazzi dilettanti o che addirittura hanno avuto assaggi di professionismo con le formazioni Continental la conquista di risultati concreti è utile in primis alla possibilità di schierare più corridori in occasione dei mondiali e di offrire un banco di prova utile al definitivo salto di categoria, tra gli juniores il buon piazzamento nella graduatoria è sì importante ai fini della partecipazione ad Europei e Mondiali ma non si può certamente avere sempre pretese di risultato da ragazzi che hanno ancora bisogno di svilupparsi sia fisicamente che tatticamente.

Ecco perché una partecipazione ad una Parigi-Roubaix con i pari età è senza dubbio molto importante per cominciare a prendere le misure a certi percorsi e situazioni di gara ed ancor prima del risultato va osservata attentamente la condotta nel corso della contesa. In più il confronto internazionale si è fatto sempre più serrato, con nazioni quali Danimarca, Belgio, Olanda, Francia, Germania ma anche Polonia e Stati Uniti in tempi recenti che giungono probabilmente a formare molto presto i propri atleti attraverso gli allenamenti e le contese e ne viene da sé che in simili appuntamenti finiscano molto spesso per prevalere. La cosa fondamentale però resta l'aspetto formativo, poiché arrivare ad uno stadio già abbastanza elevato a 17 o 18 anni può significare ben pochi o nulli margini di miglioramento in futuro, con la conseguenza di giungere alla massima categoria avendo già dato il meglio il precedenza. Sostanzialmente quindi il settimo posto conclusivo dell'Italia (con 139 punti complessivi) nel ranking di Coppa delle Nazioni costituisce un risultato non disprezzabile in ottica futura, seppur siano mancati acuti significativi negli appuntamenti più attesi (tra Europei e Mondiali il solo sesto posto finale di Conci a Richmond è stato degno di nota). Vi sono però state buone prestazioni durante tutto il corso dell'annata, specie in occasione delle gare a tappe, che comunque hanno reso sufficiente il bilancio. Nonostante sia mancato il segno tangibile di qualche corridore decisamente più in vista di altri, com'era avvenuto ad esempio nella stagione precedente con Edoardo Affini o Filippo Ganna, non sono tuttavia mancati coloro in grado di mettersi in bella evidenza.

 

Ritorna il Lunigiana, gare a tappe più equilibrate e spettacolari
Qualche considerazione va indubbiamente fatta anche a proposito delle corse nostrane, a cominciare da quelle a tappe: ci eravamo lasciati alla conclusione della stagione 2014 con la fondata preoccupazione per la sparizione dal calendario di una corsa internazionale del calibro del Giro della Lunigiana, che però fortunatamente è tornata della partita in questo 2015, proponendo (a dispetto di una partecipazione straniera molto più contenuta rispetto al passato ma visti gli ostacoli da superare è andata già benissimo così) una giornata di gara in meno rispetto alle precedenti edizioni (tre tappe invece di quattro) ma con percorsi all'altezza in cui non è mancata una validissima contesa tra molti dei nostri migliori prospetti.

Nulla da fare neppure in questa stagione invece per il Giro della Basilicata, un altro degli appuntamenti internazionali clou delle scorse annate in vista dei mondiali, mentre decisamente più appassionanti ed equilibrate sono state le altre due gare a tappe di riferimento del panorama italiano, ovvero 3-Tre Bresciana e Tre Giorni Orobica: eliminata in entrambe la cronosquadre iniziale, che faceva correre il rischio di condizionare fin dal primo giorno la classifica generale, si sono visti percorsi più vari che hanno reso abbastanza incerto l'esito della gara, a tutto vantaggio dello spettacolo. Addirittura, nel caso della corsa a tappe bergamasca, si è avuto un arrivo in salita di quelli veri con i ragazzi trovatisi a fronteggiare un'ascesa particolarmente ostica come quella del Passo Maniva, che ha sicuramente esaltato le doti degli scalatori più puri. In tutto questo, al di là di qualche defezione, i principali appuntamenti internazionali sono stati tutti garantiti e vi è stata anche qualche piacevole novità, come la Firenze-Faenza nata da un'idea del CT Davide Cassani, maturata dalla propria esperienza effettuata alla Cento Chilometri del Passatore, una delle principali gare podistiche italiane. Ne è venuta fuori una gara per juniores tutt'altro che banale, con un percorso aperto a più soluzioni, che potrebbe diventare quindi un appuntamento fisso delle prossime stagioni.

 

Daniel Savini il mattatore, Nicola Conci una valida conferma
Dopo le varie considerazioni di carattere generale passiamo quindi a citare gli atleti maggiormente in evidenza in questo 2015. La parte del leone l'ha fatta indubbiamente il toscano Daniel Savini, portacolori del Romagnano che dopo una stagione d'esordio già abbastanza buona (in cui aveva conquistato il titolo regionale) è letteralmente esploso in questa stagione, mettendo a referto ben 11 vittorie in cui si è visto tutto il meglio del suo repertorio: ottima tenuta in salita, scelta di tempo, esplosività, notevoli doti da discesista. Se proprio si vuole trovare una pecca ad un'annata estremamente positiva si potrebbe dire che è mancata una vittoria di peso al di fuori dei confini nazionali ma l'aver portato a casa due gare a tappe come 3-Tre Bresciana (con blitz decisivo nell'ultima frazione) e Giro della Lunigiana (anche qui con un successo di tappa), oltre alla Firenze-Faenza, alla Coppa Puntoni e alla Coppa Linari costituisce già un bottino più che significativo. Il nuovo Team Hopplà-Petroli Firenze è stato abile a non farselo sfuggire per il suo esordio tra i dilettanti (ma si parla già di un possibile passaggio tra i professionisti nel 2017).

Attesissimo alla sua seconda stagione tra gli juniores era invece il trentino Nicola Conci, vero e proprio mattatore nelle altre categorie giovanili nelle precedenti annate: la stagione del corridore del Team LVF però era partita tutt'altro che sotto i migliori auspici a causa di una frattura ad un braccio, tuttavia nella seconda parte l'atleta di Pergine Valsugana è venuto pian piano fuori, mostrando anche notevoli miglioramenti nello spunto veloce senza perdere molto delle sue caratteristiche di grimpeur: sono così arrivati successi importanti alla Tre Giorni Orobica su un percorso particolarmente adatto alle sue caratteristiche, alla Cittadella-Colli Alti, alla Sandrigo-Monte Corno, nel Trofeo Paganessi (una delle prove internazionali premondiale più importanti) e nella tappa più dura del Giro della Lunigiana, più altre due vittorie che hanno portato a 7 il computo dei successi complessivi, oltre a vari piazzamenti. Generosa è stata la sua prova al mondiale americano di Richmond, in cui è riuscito ad inserirsi nell'azione decisiva ed ha cercato l'anticipo nel finale sui muri in pavè, andando a cogliere un sesto posto finale comunque abbastanza lusinghiero per le sue caratteristiche. Per il 2016 il suo futuro dovrebbe essere alla Zalf e ovviamente la speranza è quella che non venga eccessivamente logorato nella categoria Under 23, dal momento che sembra uno dei più interessanti prospetti nostrani anche per le gare a tappe.

 

Lucca, Sobrero, Bevilacqua e tante altre liete sorprese
Oltre a loro due però vi sono stati anche tanti altri atleti in bella evidenza nel corso di quest'annata. Il primo nome che andiamo a fare è senz'altro quello di Riccardo Lucca, atleta di un'Ausonia Pescantina che è sempre buona garanzia di validi atleti, basti pensare a Davide Formolo tra i nomi lanciati più recentemente. Proprio come il veronese anche questo giovane trentino sa dare il meglio di sè quando la strada sale o comunque la corsa diventa impegnativa e le sei vittorie ottenute in questo 2015 stanno a dimostrarlo (tra queste due tappe alla 3-Tre Bresciana). Allo stesso modo risaltano però anche le undici piazze d'onore colte nel corso dell'anno, che l'hanno privato di qualche successo prestigioso: la più bruciante è stata senz'altro quella in terra bresciana, con la perdita della maglia (a vantaggio, come già ricordato, di Savini) nell'ultima frazione, ma significative sono state anche quelle ottenute al Lunigiana, al Trittico Veneto e al regionale veneto. Anche per lui un futuro targato Zalf e interessanti prospettive nelle corse di fondo.

Meno successi di qualità (il più importante quello ottenuto sul Colle Gallo alla Tre Giorni Orobica) ma stagione ugualmente positiva quella del figlio d'arte Riccardo Verza, che ha messo a referto ben otto successi in questo 2015 che ha visto la Contri Autozai lanciare anche l'ex campione italiano allievi Luca Mozzato (già 8 successi anche per lui) e Alberto Zanoni, da tenere particolarmente d'occhio nella prossima stagione. È stata però un'annata molto positiva anche per i corridori piemontesi, con il cuneese Matteo Sobrero (portacolori della Verbania-Bustese Olonia) che ha saputo farsi valere su più terreni, mostrando buone qualità anche nelle prove a cronometro: sei vittorie per lui tra le quali spicca quella nel Trittico Veneto ed una presenza pressoché fissa in maglia azzurra negli appuntamenti principali, dove è mancato il risultato ma di certo non la generosità. Dal 2016 vestirà la casacca della Viris Maserati, già capace di lanciare verso il professionismo il corregionale Ganna. Stagione molto buona anche per Stefano Ciardo, torinese della Vigor, capace di ben comportarsi anche al di fuori dai confini nazionali e che ha saputo impreziosire la propria stagione con il bel successo nel Gran Premio Liberazione di Massa.

Tornando al Veneto una delle più belle rivelazioni dell'anno è stato senz'altro Simone Bevilacqua, atleta della Work Service Brenta, che ha messo in mostra interessanti doti di passista che l'hanno portato a primeggiare nel campionato italiano a cronometro e a conquistare in primavera il prestigioso Gran Premio dell'Arno in Lombardia. In giugno per poco un colpo di mano non gli ha permesso di conquistare anche il titolo italiano in linea ma nel complesso si è imposto come uno degli atleti più interessanti della stagione, meritandosi la chiamata del Team Colpack tra i dilettanti. Occhio anche al figlio d'arte Edoardo Francesco Faresin della Pressix, sul terzo gradino del podio agli italiani.

Detto di Savini, per la Toscana è stata in generale una buona annata, che ha messo in luce alcuni validi ragazzi: su tutti si è distinto Tommaso Fiaschi del GS Stabbia, autore di 6 vittorie con la perla di fine stagione al Trofeo Buffoni, oltre a tantissimi piazzamenti (ben 9 le piazze d'onore conquistate) anche se col neo di un acuto pesante a livello internazionale, visto che ad una buona tenuta in salita sa abbinare un ottimo spunto veloce. Oltre a lui promossi anche Nicolas Nesi del Romagnano, compagno di squadra di Savini che ha chiuso con 4 successi personali, tanti quanti quelli di Edoardo Sali, interessante atleta del Team Franco Ballerini.

Annata proficua anche per i corridori lombardi, tra i quali un'interessante rivelazione è stata rappresentata da Alessandro Covi del CC Cremonese, atleta capace di mettersi in evidenza anche nel ciclocross nelle scorse stagioni: per lui 3 successi tra cui il più importante è senz'altro quello colto sul Passo Maniva alla Tre Giorni Orobica, al termine di una gara trascorsa quasi totalmente in fuga mentre al Tour du Pays de Vaud in Svizzera è stato uno dei migliori azzurri, terminando in ottava posizione. Piacevole sorpresa è stato il successo di Cristian Scaroni nel campionato italiano, con l'atleta della Feralpi che ha poi saputo conquistare anche altri due successi mentre frequente è stata la presenza negli ordini d'arrivo del compagno Imerio Cima, una delle ruote veloci più valide da cui però ci si attendeva qualche successo in più. Attenzione anche a Ottavio Dotti, passista-scalatore del Canturino vincitore di quattro gare, tra cui risalta la prestigiosa Liegi-La Gleize in Belgio e che ora sarà chiamato ad un'interessante esperienza con la Unieuro, in cui potrà già esordire tra i professionisti. Bene anche Stefano Oldani del GB Junior Team, vincitore quattro volte nel corso dell'anno.

Un solo successo ma pesantissimo per il valdostano Michel Piccot, vincitore del Trofeo Città di Loano in Liguria e miglior azzurro alla Parigi-Roubaix, da seguire ancora con interesse nel futuro mentre tra le ruote veloci il mattatore è stato Moreno Marchetti del Work Service con ben 10 affermazioni, dando vita a splendide sfide con Leonardo Marchiori della Rinascita Ormelle, che invece si è fermato a sette vittorie. Quattro invece i successi di Enrico Zanoncello, velocista della Cipollini Assali Stefen che ha costituito una valida coppia con Carloalberto Giordani nel team diretto da Nicola Minali, in cui ha saputo mettersi in bella evidenza anche Marco Negrente, atleta più adatto alle corse impegnative e primo tre volte in questo 2015 (suo il prologo della 3-Tre Bresciana). Menzione anche per il siciliano Paolo Baccio della Secom-Forno Pioppi, vincitore di sette gare, per il pugliese Alessandro Monaco della Convertini (4 vittorie e un'ottima Tre Giorni Orobica per lui), per il marchigiano Francesco Zandri (campione regionale e vincitore dell'ultima frazione al Lunigiana)e per il veneto Nicholas Dalla Valle del Postumia 73, primo ai Colli Marignanesi.

 

Settore femminile: soddisfazioni dalla pista, gare Open bene ma con più equilibrio
Esaurita la lunga analisi sui ragazzi, passiamo a dedicare qualche parola anche alle ragazze juniores, già seguite nel corso dell'annata. Alla conclusione di questa stagione 2015 possiamo certamente affermare che le maggiori soddisfazioni per il movimento sono arrivate senza dubbio dalla pista, dove il lavoro proficuo e costante ha portato a risultanze tangibili: se il quartetto dell'Inseguimento a squadre è riuscito a conquistare il titolo europeo, facendo segnare nell'occasione anche la miglior prestazione mondiale, un motivo ci sarà e di certo la beffarda squalifica patita ai mondiali di Astana non cancella tutto quanto di buono è stato fatto (nell'occasione si sarebbe potuto nuovamente puntare ad un risultato assai prestigioso). Il motivo di maggior soddisfazione però sta senza dubbio in ciò che finalmente si è riusciti ad ottenere nel settore della Velocità, con il doppio podio europeo e mondiale (rispettivamente un argento e un bronzo) colto da Elena Bissolati e Miriam Vece, che deve rappresentare necessariamente un nuovo punto di partenza e non di arrivo in ottica futura. Anche i recenti campionati Europei Open di Grenchen infatti hanno dimostrato che solo laddove il lavoro è costante e non viene trascurato, con il miglioramento che passa necessariamente dall'esperienza, si può sperare di poter raccogliere concretamente qualcosa in futuro. A questo poi anche i titoli ottenuti da Rachele Barbieri (campionessa europea della Corsa a punti), dalla stessa Elena Bissolati (confermatasi nello Scratch) e da Elisa Balsamo (campionessa mondiale dello Scratch) confermano come al momento non vi siano problemi di ricambio generazionale.

Passando alla strada ci si sarebbe sicuramente aspettati un risultato migliore dai mondiali di Richmond, dove purtroppo la nostra nazionale è mancata nel momento decisivo (anche se contrastare le americane sarebbe stata impresa ardua) ma comunque il bilancio si è chiuso in attivo grazie alla splendida prestazione degli Europei di Tartu, con due atlete sul podio ed un'altra classificata nelle prime cinque posizioni. Di certo ai fini della stagione era interessante valutare nuovamente la qualità e l'utilità delle gare Open, volute espressamente nelle ultime due stagioni: l'esperimento ha sicuramente una sua logica, in quanto consente alle ragazze di fare delle prime utili esperienze (anche se spesso soprattutto la partecipazione straniera non è certamente ai livelli delle corse più nobili), tuttavia come già detto ad inizio stagione sarebbe opportuno cercare di riequilibrare il tutto non proponendo in un numero esagerato gare con questa formula, specialmente per non creare una brutale selezione naturale che rischia di mettere in seria difficoltà soprattutto le ragazze al primo anno nella categoria, che magari hanno bisogno di più tempo per adattarsi. Alcune alternative avevamo provato ad elencarle nei mesi scorsi (gare sul modello del Trofeo Da Moreno di Cittiglio, ad esempio), restano soltanto volontà e disponibilità di risorse per mettere in atto il tutto.

 

Conferme da Bertizzolo e Beggin, la Barbieri vera rivelazione
Spostandoci nel giudizio sulle singole atlete, importanti conferme sono venute dal duo delle meraviglie del Breganze costituito da Sofia Bertizzolo e Sofia Beggin: l'atleta trevigiana affrontava un'annata importante dopo le grandi soddisfazioni del 2014 ed ha risposto con sette affermazioni totali. Purtroppo è mancata una vittoria veramente pesante nei principali appuntamenti ma comunque per lei è arrivato un luminosissimo oro nell'Inseguimento a squadre su pista agli Europei che conferma la sua grande polivalenza (anche nell'Individuale non se l'è cavata affatto male). Per la padovana invece, che la sua lunghissima stagione l'aveva iniziata già in inverno col tricolore nel ciclocross una stagione di belle conferme con la splendida affermazione nel campionato italiano a Superga in un finale che chiamava all'opera le scalatrici di razza. Sarebbe stato molto interessante vederla all'opera a Richmond ma purtroppo una brutta caduta con conseguente frattura della clavicola ha fatto sì che concludesse, di fatto, anticipatamente la sua stagione. Per entrambe comunque un futuro che procede in coppia, dal momento che l'Astana di Maurizio Fabretto è riuscita ad accaparrarsele mettendo a segno un doppio colpo niente male.

Se invece dobbiamo fare il nome della vera rivelazione di questa stagione, dobbiamo citare senz'altro Rachele Barbieri: la modenese aveva già qualità interessanti ma il salto di qualità operato in questo 2015 l'ha portata a conquistare risultati molto importanti: per lei due titoli europei su pista come già ricordato e l'argento conquistato sempre agli europei ma su strada. Atleta polivalente, è molto di più di una semplice ruota veloce. Molto bene ha saputo comportarsi anche la sua compagna di squadra Nadia Quagliotto, vincitrice un po' a sorpresa dell'Europeo in linea a Tartu dove è stata molto scaltra nel cogliere l'attimo giusto ma globalmente l'atleta veneta ha fatto della costanza il suo punto forte e con una bella vittoria a Bottanuco ha saputo anche chiudere degnamente il suo 2015. Piccola annotazione di margine: sia la Barbieri che la Quagliotto, tesserate per la Fenice Ladies Team, si sono trovate ad affrontare una seconda parte di stagione alquanto travagliata a causa di alcune beghe societarie venutesi a creare, con situazioni di disagio colmate anche grazie all'intervento del Comitato Regionale Piemontese. Di certo sarebbe opportuno che determinate situazioni non venissero a crearsi affatto, tanto più a stagione inoltrata ma purtroppo determinati inconvenienti finiscono per capitare ugualmente.

Elena Bissolati si è confermata di gran lunga la più forte velocista del panorama nazionale timbrando ben 5 successi su strada oltre ai già citati successi su pista, dove sta crescendo ulteriormente anche nelle discipline di Endurance: l'atleta cremonese andrà osservata ancora con molta attenzione. Tra le primo anno invece eccellente rendimento globale per Elisa Balsamo, con la piemontese che nonostante non sia riuscita a rompere il ghiaccio su strada, si è mostrata una pedina validissima in pista, dove lo splendido titolo mondiale nello Scratch vale già da solo l'intera stagione: in casa Valcar sempre molto costante il rendimento di Silvia Persico, riuscita a chiudere con un successo e vari piazzamenti, molto bene soprattutto su pista invece Miriam Vece e Marta Cavalli, con quest'ultima già entrata ottimamente nelle dinamiche del quartetto. Ci si aspettavano buone prestazioni dalla bergamasca Lisa Morzenti, al debutto nel Team Gauss e lei ha risposto conquistando il titolo italiano a cronometro e fornendo altre ottime prove contro il tempo, il suo pezzo forte, mentre ci si aspettava forse qualcosa in più da Martina Alzini, venuta fuori soprattutto nella seconda parte di stagione (per lei due vittorie) dove comunque ha saputo confermarsi sul podio mondiale dell'Omnium, conquistando questa volta il bronzo.

Nelle file dell'Eurotarget oltre alla consueta costanza di rendimento di Katia Ragusa, ha colpito molto il rendimento della romagnola Giulia Nanni, capace di conquistare 3 vittorie e di offrire una certa regolarità nel corso dell'annata, il che potrebbe renderla atleta con ulteriori margini di miglioramento e da seguire ancora con attenzione nel salto tra le Èlite. La Vecchia Fontana, pur non vantando uno squadrone come nelle stagioni passate, ha trovato ugualmente motivi di soddisfazione in Chiara Zanettin, una delle atlete più coriacee e adatte alle corse impegnative, che si è meritatamente conquistata la convocazione per Richmond ed ha messo in mostra in alcune occasioni anche un'altra veneta: si tratta della primo anno Anna Faoro, vincitrice a Carpaneto Piacentino e già terza nella gara d'esordio in Campania, atleta che se la cava bene anche nel ciclocross. Menzioni finali anche per la toscana Angelica Brogi, brillante nella parte conclusiva della stagione con una bella vittoria sul Ghisallo e per la marchigiana Beatrice Morresi, sicuramente una delle più liete sorprese di questo 2015 in un contesto (quello del Club Corridonia) che ha saputo togliersi belle soddisfazioni al cospetto di squadre molto più quotate e che potrebbe ulteriormente ben figurare anche nel 2016.

Vivian Ghianni

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