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Giro dell'Emilia 2015: Bakelants, l'anticipo paga sul San Luca - Il belga si ripete dopo il Gran Piemonte. Fedi sul podio con Madrazo, Cunego ottimo ma troppo tardi | Cicloweb

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Giro dell'Emilia 2015: Bakelants, l'anticipo paga sul San Luca - Il belga si ripete dopo il Gran Piemonte. Fedi sul podio con Madrazo, Cunego ottimo ma troppo tardi

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L'arrivo vincente di Jan Bakelants sul San Luca © Bettiniphoto

Bello quest'autunno italiano di Jan Bakelants: a 29 anni il belga, per troppo tempo rimasto al livello di promessa un po' inespressa, riesce a mettere nella personale bacheca due storiche classiche come Giro del Piemonte e - oggi - Giro dell'Emilia, vinte nel giro di pochi giorni e andate immediatamente a occupare un posto tra le prime caselle delle affermazioni più importanti della sua carriera. Il top rimane la tappa vinta ad Ajaccio al Tour de France 2013 (che gli consentì anche di passare un paio di giorni in maglia gialla), dopodiché nel suo palmarès si nota un GP de Wallonie e poco altro: sin poco per un corridore innegabilmente talentuoso come lui, capace di ottimi colpi da finisseur ma troppo incostante. In maglia AG2R, da quest'anno, pare aver trovato una certa continuità, dopo essere rimbalzato nelle scorse stagioni tra Omega Pharma e RadioShack; in teoria non è troppo vecchio per cominciare ad andare all'assalto di una Liegi (o almeno un'Amstel), ma finora ha pagato sempre la distanza nelle classiche più dure: vedremo se nella prossima primavera potrà ottenere risultati più lusinghieri.

 

Fuga ridotta e Bardiani a inseguire
Sarà stata la pioggia, che ha accompagnato la corsa sin dai primi metri, sarà stata l'andatura del gruppo (buona anche se non impossibile), o forse la stanchezza di qualche possibile attaccante, fatto sta che ci è voluta più di un'ora prima che una fuga dalla distanza prendesse forma. E quando è successo (al km 53), la composizione dell'azione - appena due uomini: Marco Frapporti dell'Androni e Jean-Marc Bideau della Bretagne - lasciava intendere che i battistrada non sarebbero andati troppo lontano.

In effetti il gruppo non ha lasciato loro più di 3'20" di vantaggio massimo, e nel frattempo ha pure annullato il tentativo di evasione di altri tre uomini (Francesco Gavazzi, Heinier Parra e Fabio Duarte), rimasti per un po' a bagnomaria prima di essere riacciuffati dal plotone, tirato soprattutto dalla Bardiani.

Quando poi, a 50 km dalla fine, Bideau è caduto in discesa lasciando solo Frapporti, anche l'italiano si è praticamente rialzato, favorendo il rientro del gruppo (che era comunque già vicino): così a 46 km dalla fine (e dopo 154 di gara e 100 di fuga) l'azione del mattino è stata annullata e ci si è potuti concentrare sull'approccio al San Luca, erta protagonista del circuito conclusivo.

 

Si muove l'altro Nibali insieme a Fedi e Madrazo
Al primo dei 5 passaggi sul San Luca si è innescato un contropiede che sarebbe poi risultato determinante. A muoversi, Andrea Fedi (Southeast), Ángel Madrazo, spagnolo della Caja Rural già secondo l'anno scorso, e Antonio Nibali (Nippo), che forse sentiva la responsabilità di tenere alto il buon nome della famiglia dopo le recenti spettacolari prestazioni di suo fratello nelle classiche italiane.

Purtroppo per il siciliano, la sua tenuta non è stata paragonabile a quella del più celebre consanguineo, e Madrazo e Fedi l'hanno presto staccato, isolandosi al comando della corsa. L'azione dei due è stata molto efficace, visto che ha loro permesso di guadagnare subito 45" sul gruppo, già di molto ridotto al primo passaggio sulla salita decisiva.

L'AG2R però credeva nelle sue punte (Bakelants e Domenico Pozzovivo), sicché si è incaricata di inseguire i due leprotti, e ha posto così le basi per l'attacco del belga già vincitore del Gran Piemonte: Bakelants si è mosso a 25 km dalla fine, dopo il secondo passaggio sul San Luca, e con lui è scattato Giacomo Berlato (altro Nippo in azione), il quale però non ha tenuto le ruote del collega, scatenatosi all'inseguimento della coppia al comando.

 

Bakelants fa il diavolo a quattro e va a vincere
Bakelants ha recuperato secondo su secondo a Fedi e Madrazo, li ha messi nel mirino al terzo passaggio sul San Luca, ha esibito una gran gamba non perdendo terreno tra la discesa e il piano, e ha raggiunto i battistrada ai piedi del quarto e penultimo San Luca.

L'ingombrante rientro del fiammingo ha spinto Fedi a cercare di fare qualcosa per smuovere le acque, ma il ritmo del corridore Southeast non ha fatto altro che ingolosire l'altro, il quale si è involato sul drittone post-curva delle Orfanelle. Diciamo che è stata una prova generale, visto che sull'ultima discesa Bakelants è stato raggiunto da Madrazo e Fedi. Questione di minuti, però, perché il belga all'ultimo giro ha riproposto pari pari lo stesso copione di poco prima: attesa sul buon ritmo di Fedi, e scatto bruciante a 800 metri dal traguardo.

Forse pretendendo pure troppo da se stesso, Bakelants ha dato fondo a quello che aveva sul punto più duro della salita, e poi ha gestito con un po' di affanno il vantaggio che si era costruito, ma quel che per lui conta è che il Giro dell'Emilia l'ha vinto e con merito: in fondo non capita tutti gli anni che questa corsa premi qualcuno andato all'attacco a 25 km dalla fine (in genere tutti demandano il redde rationem all'ultima rampa).

 

Cunego il migliore nel finale, ma non basta
Di questa tendenza ad attendere il finale ha fatto oggi le spese Damiano Cunego, che negli ultimi chilometri è parso davvero il più forte in gara. Il veronese ha sbriciolato il drappello inseguitore (a lungo tirato da Edoardo Zardini), e solo Jan Polanc e Eduard Prades hanno resistito con lui fino al tratto finale, dove comunque Damiano ha staccato entrambi andando a prendersi un quarto posto pure abbastanza beffardo, considerando che il podio era un risultato possibile e forse anche giusto.

Ma i due gradini ai lati di Bakelants erano già stati occupati da Fedi (bravissimo secondo, il 24enne: risultato in continuità con le fresche top ten a Piemonte e Sabatini) e Madrazo, e pure a loro va dato merito, visto che si sono mossi addirittura a 38 km dalla conclusione, esibendo poi una straordinaria tenacia per resistere al ritorno di Cunego e soci.

I distacchi ci dicono che Fedi e Madrazo sono arrivati quasi in scia di Bakelants (che nel finale aveva però più esultato che pedalato), mentre il capitano della Nippo ha chiuso a 12" dal vincitore (e a 9" dal podio). A seguire nell'ordine d'arrivo troviamo Prades (vincitore della Sabatini due giorni fa) e Polanc a 20", quindi Franco Pellizotti settimo a 33", Mauro Finetto ottavo a 38", Zardini nono a 48" e il promettente eritreo Merhawi Kudus decimo a un minuto tondo.

Come sempre il Giro dell'Emilia premia corridori di spessore al termine di una corsa comunque combattuta e nella quale si arriva al traguardo uno alla volta o quasi. Il dittico di fine stagione del GS Emilia si concluderà domani con il GP Beghelli, gara altimetricamente molto più abbordabile di quella disputata oggi; la startlist sarà più o meno simile, e come nel Giro dell'Emilia si sconterà l'assenza di diversi possibili protagonisti impegnati in contemporanea al Tour di Abu Dhabi. I miracoli dell'UCI (che riesce a trovare sempre una nuova corsa da sovrapporre a queste storiche classiche italiane: dopo l'inutile Giro di Pechino, questa nuova insulsaggine negli Emirati Arabi Uniti) continuano. Il ciclismo tradizionale piange.

Marco Grassi

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