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Mondiali 2015: Malori d'argento, ma l'oro è vicino - Solo Kiryienka precede un grande Adriano. Anche Coppel va a podio

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Vasil Kiryienka veste la maglia iridata davanti ad Adriano Malori e Jérôme Coppel © Bettiniphoto

Nove secondi, quasi niente. Ed è poco o nulla quanto separa l'oro dall'argento della crono iridata di Richmond. C'era Adriano Malori, parmense da sempre dedito alla specialità, e c'era Vasil Kiryienka, bielorusso della Sky: il migliore dei gregari per ogni capitano del mondo, Vasil. Quasi ogni anno, tra Giro, Tour o Vuelta, porta a casa una tappa di montagna - meglio se un tappone - andando in fuga da lontano. Tiene il passo più alto degli altri, per quello al traguardo arriva primo. Non fa classifica, a quello pensano i capitani, ma quando si mette a tirare il gruppo sembra abbia una moto nel fisico: potrebbe andare avanti per ore, per più colli in successione, senza rifiatare. Un mostro. È al terzo anno in Sky, dopo aver passato un quadriennio con Eusebio Unzué, prima alla Caisse d'Epargne, poi alla Movistar.

Con Unzué corre attualmente Adriano Malori, altro gregario eccezionale, nonché uomo che gioca con le lancette. Le sfida e spesso vince lui. È l'azzurro faro per queste prove, in attesa di giovani come Filippo Ganna, che si vedono all'orizzonte. Adriano e Vasil, l'argento e l'oro, quando tutti aspettavano Tony Martin, Rohan Dennis, magari un Tom Dumoulin uscito stanco dalla Vuelta e con un problema al soprassella negli ultimi giorni. Non è stata giornata per loro, la scena è stata tutta per il parmense ed il bielorusso. Una sfida sull'orlo dei secondi, un oro storico che pareva destinato all'Italia, finalmente. Kiryienka però ha rovinato i piani del CT Davide Cassani, spezzato i sogni di Adriano Malori e di tutti gli italiani. Sarebbe stato il primo oro italiano nella crono dei mondiali, invece è il secondo argento.

Andrea Chiurato nella prima edizione della prova, nel '94 a Catania, fece peggio di 48" del britannico Boardman. In seguito pochi lampi ma mai nessuno seriamente in grado di lottare per il metallo più prezioso: Daniele Nardello ed Andrea Peron furono quarto a quinto a Lugano, nel '96, Dario Frigo e Marco Pinotti sesto e decimo a Plouay nel 2000, ancora Frigo quinto nel 2003 ad Hamilton, Marzio Bruseghin sesto l'anno dopo a Verona, ancora Marco Pinotti quinto a Mendrisio 2009. S'è aspettato il 2012 per tornare tra i primi dieci, con Adriano Malori proprio decimo a Valkenburg, mentre Kiryienka agguantava il bronzo. Sempre Malori, ottavo a Firenze dietro a Pinotti e sesto l'anno scorso a Ponferrada.

La sensazione che il ragazzo si dovesse sbloccare al massimo livello, quello di un Mondiale, era nell'aria da molto. Lo si aspettava. Vasil Kiryienka, invece, è sempre considerato troppo poco (nel solo 2015, eppure, ha conquistato l'oro ai Giochi Europei di Baku, la crono del Giro, a Valdobbiadene ed il titolo nazionale). Vasil, oltre al già citato bronzo di Valkenburg, già nel 2008, a Manchester, si vinceva una maglia iridata nella Corsa a Punti. La pista una palestra perfetta per questo ragazzo che giovane più non è, la Sky la formazione ideale per chi possiede le sue caratteristiche. Il giorno perfetto l'ha trovato in questo mercoledì di settembre.

 

Bialoblocki in testa, Moser 2°. Martin e Dumoulin piano
Cronometro lunga, ben 53.5 km, con il primo a partire, alle 13 locali (le 19 in Italia), che è Michael Hepburn. È un australiano e quindi decisamente preparato nelle prove con le lancette, come buona parte dei suoi connazionali. Lo dimostra andando in testa subito (e certo, non ci voleva un fenomeno) con una prova terminata dopo un'ora, quattro minuti, ventotto secondi. Hepburn si tiene alle spalle molti corridori, il più vicino dei quali è il danese Rasmus Christian Quaade, che gli arriva a 19". Anche l'estone dell'Astana Rein Taaramäe rimane a 56", così come il russo Ilnur Zakarin, quarto in via provvisoria a 1'08".

Hepburn verrà scalzato dal britannico Stephen Cummings, che fa meglio di soli 31 centesimi, ma resta poco al comando: il polacco Marcin Bialoblocki, infatti, è giunto tardi al professionismo (s'è messo in luce al Tour of Poland, dove ha vinto appunto la crono finale), ma fa presto in queste prove: ritocca di 36" il tempo di Cummings. Il primo azzurro in gara, Moreno Moser, conduce una gara in crescita ed alla fine è secondo per soli 9"; ottima prova per il trentino, ma Bialoblocki continua a guidare. Il primo intermedio, dove Michael Hepburn era passato dopo 19'21", vede il ceco Jan Barta che stacca un 19' secco: a 5" c'è Jonathan Castroviejo, poi arriva Adriano Malori e paga 12". Non troppo.

Tutti i corridori sono partiti, Vasil Kiryienka, Tom Dumoulin e Tony Martin sono stati gli ultimi a prendere il via. C'è gente che vola, sul percorso di Richmond: per esempio Vasil Kiryienka, che dopo 16 km passa all'intermedio staccando un 18'45", 15" meglio di Barta. Non scherza neppure il francese Jérôme Coppel, che pedala a meraviglia ed al secondo intermedio (siamo al chilometro 26.5) fa segnare un 31'43: primissimo, con Jan Barta, partito a cannone, che paga 15". Al primo intermedio sono passati anche Tom Dumoulin e Tony Martin, già staccati da Kiryienka rispettivamente di 15" ed 11". È una bella lotta, nel complesso, con Malori, Coppel e Kiryienka con una marcia in più, anche se è presto per emettere verdetti.

 

A metà gara Kiryienka lotta con Malori. C'è pure Coppel
Qualche sentenza però giungerà al secondo intermedio. Ci arriva lo spagnolo Castroviejo, dietro a Coppel di 5", mentre Barta è terzo a 19" (la sua partenza lampo non premia). Ci pensa Adriano Malori, che via via sta carburando, a staccare un 31'42" che vale il miglior tempo nella seconda parte di gara. Rohan Dennis è dietro al parmense 3", ma ci pensa Vasil Kiryienka a riportare sulla terra l'azzurro: il bielorusso passa per primo anche dopo 26.5 km, con un buonissimo 31'18", 24" meglio di Malori. Tom Dumoulin transita invece con un ritardo di 44" dal bielorusso, confermando che i problemi al soprassella della vigilia non erano una sorta di pretattica. Male anche Tony Martin, indietro di ben 38", mentre Rohan Dennis fora e perde parecchio tempo nel cambio di bicicletta. Il podio sarà difficile da raggiungere per l'australiano, nemmeno Dumoulin e Martin se la passano troppo bene.

Terzo intertempo, piazzato dopo 42.6 km, ed è ancora Jérôme Coppel il migliore, con un parziale di 49'47" che all'arrivo vale la prima piazza momentanea: aggiusta di 55" il tempo di Bialoblocki ed è il primo a sfondare il muro dei 51 km/h (51.005 km/h per il transalpino). Passa Castroviejo al terzo intertempo ed è dietro a Coppel di 14", secondo. Adriano Malori però fa segnare un 49'41" proiettandosi in testa, meglio rispetto al francese di 6". Rohan Dennis, tra giornata no e foratura, paga 45", mentre Kiryienka è la solita macchina: ritocca il tempo di Malori di soli 10" (49'30" per il bielorusso), va a giocarsi l'oro con il parmense.

 

Alla fine oro al bielorusso, Malori a 9". Martin e Dumoulin giù dal podio
Mentre Malori si fionda sul traguardo, l'altro azzurro, Moreno Moser, resiste ad un discreto specialista come Taylor Phinney, quarto a 1'10" da Coppel e di 5" più lento del trentino. Moser respinge anche l'assalto di Jan Barta, che però scalza Phinney dal quarto posto; per 2" perde il podio. Clamorosi - per quanto ci si sarebbe atteso - i due intertempi di Dumoulin e Martin, che dopo 42.6 km si prendono due ceffoni da Kiryienka: a 57" l'olandese e ad un minuto netto Panzerwagen. Addio sogni di gloria per entrambi. Sogna ciò che è reale, invece, Malori, che taglia il traguardo davanti a Coppel ma non di moltissimo, 17". Rohan Dennis chiude la sua giornata con il quinto posto provvisorio a 59" da Malori.

Mancano solo Kiryienka, Dumoulin e Martin. Se gli ultimi due non preoccupano troppo l'azzurro, il bielorusso non conosce flessione. Infatti si issa a quel primo posto inseguito sin dal chilometro 16 e mantenuto a tutti gli altri intermedi; fa meglio di Malori di soli 9". Amarezza per l'occasione perduta o felicità per un argento che né Dumoulin né Martin paiono potergli togliere? Scelta ardua. Tom Dumoulin chiude momentaneamente quinto a 1'01" da Kiriyenka, mentre Martin fa peggio, settimo a 1'16" da quell'oro che pareva poter andare a lui per la quarta volta (avrebbe eguagliato il record di vittorie dell'assente Fabian Cancellara).

 

Un podio imprevedibile, ottima la prova dei due azzurri
Podio imprevedibile ed altamente difficile da pronosticare alla vigilia, con Vasil Kiryienka che veste la maglia iridata ed esulta tra Adriano Malori (a 9") e Jérôme Coppel (a 26"). Giù dal podio il bravissimo spagnolo Jonathan Castroviejo, a 29", tutti gli altri oltre il minuto di margine. A 1'01" Tom Dumoulin, a 1'07" Rohan Dennis, a 1'16" Tony Martin, un secondo peggio Maciej Bodnar, a 1'22" l'altro polacco, Marcin Bialoblocki ed a 1'31", decimo, il secondo azzurro, Moreno Moser. Attorno al trentino, alla vigilia, c'era molta perplessità, ma il nipote di Francesco ha zittito tutti con una prestazione davvero buona.

Ottimo, in stato di grazia invece Adriano Malori, che quell'oro pesante in un giorno non lontano se lo prenderà; già stravinse a Varese nel 2010, quando gareggiava tra gli Under 23, e le prossime fermate sono i Giochi Olimpici di Rio ed il Mondiale di Doha, l'anno venturo. Una certezza ed un lavoro su cui proseguire per il futuro, per Davide Cassani: questo rappresenta la crono di Richmond. Per Vasil Kiryienka, invece, il coronamento di una carriera al servizio dei migliori, non senza levarsi qui e là qualche bella soddisfazione. Questa, di sicuro, è la più bella.

Francesco Sulas

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