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Coppa del Mondo Vårgårda 2015: D'Hoore-Bronzini, la Wiggle vola - Jolien nuova leader, esulta anche la RaboLiv nella cronosquadre

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Il trionfo di Jolien D'Hoore sul traguardo di Vårgårda © Wiggle Honda

La Coppa del Mondo esce completamente stravolta dalle due prove di Vårgårda con la britannica Lizzie Armitstead che era arrivata in Svezia con 39 punti di vantaggio sulla seconda in classifica e che ora torna a casa addirittura terza a 27 lunghezze dalla nuova leader, quando alla prova conclusiva di Plouay manca solo una settimana. Davanti a tutte adesso c'è la belga Jolien D'Hoore, grande rivelazione di questa stagione, che oggi ha conquistato il suo secondo successo stagionale in prova di Coppa del Mondo dopo che a marzo ha fatto sua la Ronde van Drenthe.

 

Trionfo RaboLiv nella cronosquadre di venerdì
Ma andiamo con ordine perché il lungo weekend di Vårgårda era iniziato venerdì con la cronometro a squadre, un appuntamento ormai tradizionale e che negli ultimi anni è diventato un vero e proprio test generale per il Campionato del Mondo di settembre. Tutti erano curiosi di vedere la reazione delle ragazze della Velocio-SRAM dopo le notizie della chiusura della squadra prima, e poi dell'accordo con Canyon per far continuare almeno la parte tedesca di questo gruppo vincente: sotto varie denominazioni erano imbattute da quattro edizioni ma stavolta si sono dovute accontentare della seconda posizione.

A fare finalmente il colpaccio è stata la Rabo Liv, sempre seconda nelle ultime due edizioni e che dimostra una volta di più di non risentire dell'assenza di Marianne Vos che ha già annunciato la chiusura anticipata della sua stagione su strada. Il sestetto composto da Anna Van der Breggen, Katarzyna Niewiadoma, Lucinda Brand, Shara Gillow, Thalita De Jong e Moniek Tenniglo ha coperto i 42.5 chilometri del tracciato in 52'51", un tempo notevolissimo ma che non ha garantito una vittoria "facile": la Velocio-SRAM infatti è arrivata a 26", un margine abbastanza ridotto per una prova di poco inferiore all'ora di durata.

Il podio è stato completato della Boels-Dolmans di Lizzie Armistead che, pur perdendo qualche punto da Anna Van der Breggen, è riuscita a guadagnare qualcosa sulle rivali dirette della Wiggle Honda, Elisa Longo Borghini e Jolien D'Hoore, che non sono andate oltre la quinta posizione. Per quanto riguarda le altre formazioni va segnalato il buon quarto posto (distacco di 49") della Bigla che pure non ha potuto schierare una specialista come Annemiek Van Vleuten, i team italiani invece sono mai stati in lizza per un posto sul podio ed al traguardo sono arrivati un 10° posto per la BePink-La Classica ed un 12° per la Alé-Cipollini.

 

Nuovo percorso, Berlato subito in fuga
Questa mattina invece si è disputata la gara su strada sempre a Vårgårda su un tracciato parzialmente rinnovato rispetto agli ultimi anni: al posto di una corsa tutta in circuito, gli organizzatori hanno proposto un tratto iniziale di 56.5 chilometri con un settore di sterrato di circa 2500 metri e poi sette giri sul classico percorso di 11.5 chilometri che abbiamo imparato a conoscere gli anni scorsi. Probabilmente questa novità ha portato ad una corsa un po' meno selettiva, ma comunque alla fine sono comunque rimaste davanti tutte le atlete più forti ed in forma.

I primi chilometri della gara sono andati via ad un ritmo abbastanza tranquillo e regolare, ed allora una ventina di chilometri dopo la partenza è stata la vicentina Elena Berlato a provare ad animare un po' la corsa: l'atleta della Alé-Cipollini è uscita tutta sola dal gruppo, nessuna l'ha seguita nell'immediato e così è nata la fuga di giornata con il plotone che è arrivato a toccare un ritardo di circa un minuto dalla battistrada. Nel complesso Elena Berlato è rimasta solitaria al comando per poco più di 30 chilometri: il gruppo si era avvicinato sensibilmente proprio nel già citato tratto di sterrato, ma l'atleta giallo-fluo è stata bravissima a rilanciare l'andatura ed a riguadagnarsi di forza un piccolo margine che è stato annullato definitivamente solo all'inizio del primo dei sette giri finali.

 

Diversi attacchi, il gruppo non lascia spazio
A questo punto la corsa non ha visto azioni particolarmente incisive, ma il gruppo non si è mai preso un momento per rifiatare e con il passare dei chilometri anche il vento ha aumentato la propria intensità. L'unica salita del percorso si è rivelata troppo breve e facile consentire ad un'atleta di togliersi tutte di ruota, ma non si può dire che alcune non ci abbiamo provato: tra le più attive s'è fatta vedere sicuramente la campionessa tedesca Trixi Worrack che almeno in tre occasioni ha provato ad attaccare, ma è sempre stata stoppata da Megan Guarnier prima e da tutto il gruppo poi.

Nei primi cinque giri il gruppo si è un po' assottigliato, con poche atlete che hanno perso contatto: la selezione più grande invece è arrivata nel corso della sesta e penultima tornata con la RaboLiv che ha iniziato a fare sul serio. In salita ci sono state le prime scaramucce tra le favorite ma in discesa s'è formato in testa alla corsa un gruppo di una trentina di unità che ha approcciato l'ultimo giro con circa un minuto di vantaggio sulle prime inseguitrici. In mezzo a tante atlete veloci, Bronzini, D'Hoore, Olds e Brand su tutte, nel primo gruppo si riconosceva inconfondibile anche la pericolosissima sagoma di Kirsten Wild che qui aveva già vinto nel 2010 e che nessuna voleva portarsi fino allo sprint.

 

Ritmo altissimo, non si sfugge alla volata
Prima dell'ultima salita la RaboLiv ha cercato di mettere ulteriore pressione sulle atlete più rapide: la stessa Lucida Brand è stata protagonista di un'accelerazione che ha messo il gruppetto in fila indiana, però appena le pendenze si sono fatte un po' sensibili a muoversi è stata Elisa Longo Borghini seguita con impressionante facilità proprio da Lizzie Armitstead; molto brillante anche Jolien D'Hoore ma nello spazio di pochi metri le migliori hanno reagito a quest'allungo, tutte tranne Kirsten Wild che ha perso un centinaia di metri che non è più riuscita a recuperare tra discesa e pianura.

Negli ultimi chilometri il gruppo si è preparato allo sprint con la RaboLiv che s'è messa davanti a tenere alto il ritmo. All'ultima curva Anna Van der Breggen e Lucida Brand sono passate nelle prime due posizione, ma una staccata perfetta di Jolien D'Hoore ha permesso alla belga della Wiggle di inserirsi in terza posizione: sul rettilineo conclusivo praticamente non c'è stata storia con la stessa D'Hoore che appena ha scaricato sui pedali tutta la sua potenza ha passato la coppia olandese e s'è involata verso il successo numero 11 del 2015 spezzando una serie di sei vittorie olandesi consecutive su questo traguardo. Al secondo posto un'ottima Giorgia Bronzini, che ha rischiato anche un contatto con la compagna di squadra e che dopo un'annata con un po' di alti e bassi può guardare con grande fiducia agli ultimi prestigiosi appuntamenti dell'anno.

 

Armitstead ostacolata, D'Hoore nuova leader di Coppa
Il podio è stato completato da Lisa Brennauer che ha beffato in extremis Lucinda Brand, quarta, e Anna Van der Breggen, quinta. In volata non si è vista purtroppo Lizzie Armistead che all'ultima curva si è fatta sorprendere in una posizione un po' troppo arretrata ed è stata ostacolata da una scivolata della statunitense Carmen Small che ha costretto l'atleta della Boels-Dolmans a frenare per non finire anch'essa a terra: il risultato è stato un 19° posto che significa un misero 4 nella casellina dei punti conquistati in Coppa del Mondo, un passaggio a vuoto pesantissimo.

Come detto infatti al termine della gara di oggi la classifica è risultata essere stravolta con Jolien D'Hoore che è diventata la nuova leader con 391 punti contro i 385 di Anna Van der Breggen, i 364 di Armitstead, i 320 di Elisa Longo Borghini e i 297 di Brand, l'ultima delle atlete che per la matematica può ancora sperare di portare a casa il successo nella challenge. Sabato prossimo ci sarà in gran finale a Plouay e, considerando il percorso, tutti i fari saranno puntati sulla vincitrice del Giro Rosa Anna Van der Breggen: il tracciato francese è abbastanza impegnativo e molto adatto alle caratteristiche dell'olandese, ma la Wiggle Honda dopo aver vinto quattro tappe di Coppa del Mondo quest'anno non vuole fermarsi proprio sul più bello.

Sebastiano Cipriani

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